Capitolo 12
Era ormai passata una settimana dall’arrivo della nuova alunna e nessuno era riuscito a parlarci per più di dieci minuti, Harry aveva tentato di avvicinarla, voleva sapere se era una parente di quella Luna Potter, la sorella del padre, com’era prevedibile non riuscì a parlarle. Ogni volta che tentava di avvicinarsi a lei succedeva qualcosa che gli impediva di conoscerla. Pensieroso spingeva la carrozzina di Malfoy verso la stanza della necessità dove Hans li aspettava per gli esercizi di riabilitazione. Il serpeverde si stava impegnando molto per poter camminare ancora, fino a quel momento era riuscito ad alzarsi due o tre volte ma cadeva dopo aver fatto appena quattro passettini, per Draco non era molto e ci restava sempre male nonostante Hans gli ripetesse che era un inizio perfetto. “Presto camminerai perfettamente!” Ripeteva orgoglioso il medimago, era il primo paziente che dopo un incidente simile si stava riprendendo tanto in fretta. “Harry a cosa pensi?” Il moro distratto girò l’angolo senza ascoltare il serpeverde che indignato alzò la voce. “Harry a cosa stai pensando?” Potter ancora una volta non rispose perso com’era nei suoi pensieri, non riusciva a togliersi dalla testa il nome di quella ragazza e la possibilità di non avere più come soli parenti quei dannati babbani. Questa possibilità era come un sogno che si realizzava, per lui che fino a quel momento aveva pensato di essere l’ultimo Potter rimasto, era una speranza nuova. La sensazione era simile a quando Sirius gli aveva detto che se voleva poteva andare ad abitare con lui, ma non era la stessa anche perché non si trattava di un amico del padre, era la sorella! Quella ragazza poteva essere sua cugina! Sorrise al pensiero ma dovette riprendersi dai suoi ragionamenti perché Draco, innervosito dall’essere ignorato, gli aveva schiaffeggiato la mano. “Non ho bisogno di te Potter! mi arrangio da solo!!” Stizzito il serpeverde afferrò i ferri circolari posti poco più in là delle ruote e cominciò a spingersi da solo. “Draco ma che ti ho fatto?” “Mi ignori!!” “Ma non è vero” “Si ti parlavo e tu non mi ascoltavi!!” “Non ti ho sentito mi dispiace!!” “Taci Potter faccio da solo!!” Draco aprì la stanza della necessità e sparì al suo interno. Harry sospirò e controllò l’orologio, aveva due ore di tempo prima che Malfoy uscisse da quella stanza, decise di andare scovare Luna per parlarle. Doveva togliersi quel peso al più presto. Cominciò a cercarla per tutta Hogwarts chiedendo in giro se l’avessero vista ma nessuno sapeva dove fosse.
Luna Potter si trovava in una stanza segreta della scuola, l’avevano scoperta durante il primo anno James e Sirius, ancora prima che Remus e Peter si unissero al loro gruppo. Non avevano segnato nella mappa di quel posto perché era il luogo dove lei e James potevano vedersi sempre anche durante la scuola, tramite una passaporta clandestina che univa i due istituti. Lei e suo fratello erano sempre stati complici nelle loro marachelle, non solo Hogwarts aveva il suo “Potter”. Si incontravano in quella stanza per scambiarsi le idee e raccontarsi le loro avventure. Quindi al momento di creare la mappa del malandrino, in comune accordo James e Sirius, censurarono una delle loro prime scoperte. Luna stava preparando una pozione particolare, il “brodino” nero pece bolliva sinistro sotto alla fiamma. La ragazza aggiunse una polverina argentata prima di spegnere il fuoco, la pozione pian piano smise di bollire lasciando che il liquido divenne una distesa piatta di acqua nera. A qual punto Luna lasciò la stanza andando in guferia, prese una pergamena e scrisse poche righe “è tutto pronto. Entrerete tramite il velo dal ministero.” Legò la pergamena a uno dei gufi della scuola e lo lasciò volare dal destinatario. Scese in giardino per godersi un po’ di calma e di aria fresca, quella pozione puzzava parecchio. Mentre camminava ai bordi del lago vide il suo nipotino Harry Potter correre verso di lei, si fermò rendendosi conto che non poteva evitarlo per sempre. “Luna aspetta!!” “Guarda che non mi muovo” La raggiunse con il fiatone, lei teneva le braccia incrociate al petto guardando con indifferenza il ragazzo che si trovava davanti, era così uguale al suo fratellino, gli sembrava quasi di poterlo rivedere. “Allora Potter cosa vuoi?” Harry prese fiato e fissò la ragazza “so che può sembrare impossibile…ma tu sei mia zia? La sorella di James Potter?” Luna inarcò un sopracciglio “Ti sembra possibile che io sia così vecchia?” Harry negò imbarazzato, doveva immaginarlo che era impossibile, lei non poteva essere quella Luna Potter. “C’è altro?” “No..” Luna si girò e si allontanò, Harry la fissò andarsene, poi senza nemmeno sapere perché affermò ad alta voce “Sirius è caduto dietro al velo alla fine dell’anno scorso” Luna si fermò sorpresa ma riacquistando la calma si girò verso di lui “Non vedo cosa questo centri con me” Tornò al castello, all’inizio camminava tranquilla poi cominciò ad accelerare il passo finendo col correre, rietrò nella stanza e immergendo la testa nel pentolone puzzolente osservò l’oscuro paesaggio. Tutto era grigio con degli alberi spogli e delle case cadenti, anime disperse vagavano per delle stradine bucate senza accorgersi di continuare a cadere, lo vide uscire da una casa sgretolando la porta, gli occhi vitrei e i capelli neri che gli ricadevano sulle spalle, camminava con un ritmo regolare ma troppo lento per una persona normale. “Sirius” Lo chiamò cercando di attirare la sua attenzione, doveva tirarlo fuori, solo lui non gli avrebbe mentito, non a lei che era la sorella del suo migliore amico. “SIRIUS!” Lo chiamò più forte per risvegliarlo dal torpore che quel luogo provocava, solo così poteva riportarlo fuori, solo destandolo poteva salvarlo. “Paddy svegliati!” Nulla, Sirius continuava a camminare lungo quella grigia stradina, le braccia lungo i fianchi la schiena ricurva, passo dopo passo raggiungeva le piante spoglie. A Luna venne un idea all’improvviso e gridò. “SIRIUS BLACK JAMES POTTER IN PRESIDENZA!” Sirius si riscosse e meccanicamente rispose con un altro urlo. “NON SIAMO STATI NOI!” Gli occhi di Black riacquistarono lucentezza e si guardò intorno spaesato non riconoscendo il luogo in cui si trovava. “Dove sono?” Si chiese spaventato da quel posto, una mano spuntò da un punto indefinito del cielo e poi si vide una testa, una testa che lui conosceva bene. “Luna? Oddio sono morto!” “Non sei morto cretino vieni afferra la mia mano!” “Perché?” “Perché Harry Potter ha bisogno di te e ne ha ancor più bisogno Remus Lupin!” “Moony” Senza indugiare ancora corse verso quella mano e con un salto riuscì ad afferrarla, Luna tirò con tutte le sue forza strappando fuori Sirius Black dal mondo nel velo, ricoperto di una melma nera. “Che schifo!!” “Non lamentarti Sirius sei vivo no!” Lui annuì guardando schifato la poltiglia che colava giù dal suo braccio, pensò che aveva proprio bisogno di un bel bagno! Uscì da uno dei passaggi raggiungendo il bagno dei prefetti, controllò per essere sicuro che fosse vuoto. Deserto! Perfetto! Corse a tuffarsi con i vestiti e tutto sporcando in un attimo l’acqua della vasca di nero. Ci sguazzò un po’ godendosi quel calore e il piacere del sapone profumato alla pesca sulla pelle. Sprofondò completamente per poi riemergere sospirando di piacere, gli mancava essere pulito.
Draco si sentiva solo nella sua camera, steso sul suo letto con nulla da fare, aspettava Potter. Potter doveva essere lì con lui! Sbuffò con le braccia incrociate appoggiate al petto, lo aveva accompagnato Hans in camera, poi se n’era andato dicendo di avere da fare. Ancora da solo non era in grado di alzarsi quindi senza Potter non poteva fare un bel niente, e quel dannato grifondoro era chissà dove e chissà con chi. Per lui era terribilmente irritante non sapere dove fosse il suo “compagno” di camerata. Gli mancava era quello il problema, ogni volta che era lontano quello stupido San Potter gli mancava da morire, ma Draco non voleva ammetterlo, non lo avrebbe fatto per nulla al mondo. Non gli poteva mancare quel bastardo moretto! Non poteva perché sapeva bene che Harry non lo guardava mai, non in quel senso almeno, per Potter esisteva solo Potter. Non aveva nemmeno il tempo di accorgersi quanto lui per Draco fosse importante, e ormai non più solo come sostegno fisico. Draco aveva bisogno di Harry. Perché il suo cuore batteva così forte quando c’era lui? Perché batteva forte anche quando non c’era? Non voleva darsi la risposta anche se era evidente, era tutto così semplice ma allo stesso così complicato che lo esasperava. Chiuse gli occhi addormentandosi. continua...
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