Allora, da questo momento possiamo far partire le scommesse su questa fic^^ Lady Slyterin ha fatto la sua puntando su Ron come Weasley e Blaise come traditore ( scusa se lo interpreto così, se non va bene dimmelo tranquillamente
)
(l'hai sentita deve finire tutto bene capito?! nd Draco stringendo possessivamente Harry Mah, io Harry lo volevo mettere con un altro...Dracuzzo via la bacchetta...fai il bravo...no, le Crociatus fanno male...AIUTO!!!HELP!!!SOSO!!! ndMe).
Pubblico anche il capitolo 6 così mi metto in pari con NA e posso farvi leggere i cap in anteprima (diciamo che potremmo parlare di un tempo reale di scrittura quasi
)
Questo cap è stato betato da mia moglie la mia Somma §BlackGiev§, amore grazie^^
E come al solito sono arrivata agli avvertimenti : questo capitolo è un po' particolare, nei warnings avevo annunciato scene violente e ci siamo arrivati, quindi QUESTO CAPITOLO CONTIENE SCENE VIOLENTE E DESCRIZIONE DI RAPPORTI SESSUALI FRA UOMINI, SE CIò URTA LA VOSTRA SENSIBILITà FATE UN FAVORE A ME E A VOI STESSI, NON LEGGETELO. POI NON DITE CHE NON VI AVEVO AVVISATO.
CAP 6
Appena l’auto si allontana Draco Malfoy estrae dalla tasca un piccolo strumento elettronico, che fino a pochi anni prima avrebbe etichettato come un’inutile diavoleria babbana, e sul display segue lo spostamento di un puntino rosso attraverso le vie della città.
-allora Draco, la tua bella Cenerentola è già fuggita sulla sua carrozza?- a quelle parole il giovane Malfoy si volta allarmato, finendo coll’incrociare lo sguardo del migliore amico. È una situazione strana, fino a pochi istanti fa il misero vicolo in cui aveva deciso di appostarsi era deserto, mentre ora Blaise Zabini lo guarda con fare saccente, appoggiato al muro del night; tenta di liquidare la cosa in pochi secondi sostenendo che l’amico deve essere appena uscito dal locale, ma qualcosa nella sua mente urla che avrebbe dovuto sentirlo avvicinarsi.
Il giovane si stacca dal muro e si dispone frontalmente al biondino-uhm…dal tuo lungo silenzio affermerei che è già scappata.- dice rivolgendo uno sguardo attento al suolo intono a loro - Sai, dovremo protestare, io non vedo scarpette disperse in giro. Stavolta sarà dura ritrovarla, principino.
Ma…potresti semplificare le cose aspettandola qui fino a domani sera-.
Il ragazzo sogghigna alle parole dell’amico, ha piani ben diversi per il suo cucciolo – Blaise, se tutto va come dico io, entro questa sera sarò oltre i portoni di Malfoy Manor col mio piccolo fra le braccia e dopo…- non termina la frase alla vista del volto affranto del moretto.
Draco scruta perplesso le iridi blu dell’amico, mentre questi si morde il labbro inferiore; ormai sa per esperienza che quel gesto di Blaise non presagisce niente di buono.
- Draco…sei sicuro di volerlo rivedere ancora? Non sarebbe meglio dimenticarlo e continuare con la tua vita? In fondo, ora sai cosa gli è accaduto-, ma una sola occhiata furente del giovane Malfoy basta a farlo desistere dal terminare.
Il rampollo di casa Malfoy è lì, di fronte a lui, coi pugni stretti abbandonati lungo i fianchi e le labbra distorte in un ringhio; può sentire il potere d’innumerevoli generazioni di quella nobile casata far crepitare l’aria attorno al corpo pallido ed esile.
-Draco, pensaci bene, se lui ti considerasse ancora, questa sera ti avrebbe chiamato, almeno, per nome. Evidentemente si è scordato…- mai come in quel momento maledisse la sua lingua.
Immediatamente, dai tetti circostanti l’area, cominciano a staccarsi le tegole, che rovinano pericolosamente a terra; l’asfalto si solleva in piccoli pezzi che vengono scagliati contro ogni cosa visibile, le nubi si condensano in un oscuro turbine sopra la testa del biondino.
Alle prime avvisaglie di quell’apocalisse, il giovane Blaise si ripara dietro ad un auto per non essere colpito dalla furia dell’amico. Per fortuna è ancora presto perché gli avventori escano in massa dal locale e tardi per l’uscita delle famiglie e non c’è il rischio di ferire qualche passante innocente.
-Draco, per favore, calmati un attimo- tenta con voce titubante, sono cinque anni che il suo più caro amico indossa una maschera d’assoluta freddezza e non perde il controllo e ora, in solo poche ore, riuscito a farlo diventare una belva per ben due volte.
Il biondo lo guarda duramente, mentre una smorfia gli dipinge il volto di collera – non osare! Harry non si è scordato di me, capito?- urla sovrastando il caso degli allarmi delle auto, partiti in contemporanea.
-Hai ragione Draco, sicuramente c’è una spiegazione- continua spaventato l’ex Serpeverde – sicuramente avrà avuto dei validissimi motivi. Ma ora…- le parole del giovane vengono interrotte dal sibilo del coccio che sfiora il suo orecchio sinistro-…Draco…calmati…come pensi di trovarlo...se non ragioni lucidamente?-.
Appena le ultime sillabe lasciano le labbra del moretto e il silenzio della notte cala nuovamente fra loro, un intenso trillo si fa sentire dalla tasca del giovane Malfoy. Improvvisamente come erano arrivate l’ondata di potere e di rabbia si dirada, mentre il ragazzo riprende in mano lo strumento elettronico e fissa attentamente il piccolo schermo.
Sentendosi finalmente al sicuro Blaise esce dal suo nascondiglio e osserva attentamente la figura assorta dell’amico -Draco…si può sapere che…-, Draco non gli permette di continuare la frase e, allacciatosi meglio il soprabito, appoggia le mani sulle ampie spalle dell’amico e gli rivolse un sorriso stanco.
-Scusami per prima Blaise.- sussurra, così piano che solo la notte può sentirli – Ho perso di nuovo le staffe e tu che mi sopporti paziente non ti meriteresti questi scatti. Ora scusami, ma vado da lui-.
Gli occhi azzurri di Zabini si fissano in quelli grigi di Draco, passando poi ad osservare curioso l’oggetto che il biondo regge nella mano destra e che continua a trillare come impazzito. Entrambi portano la propria attenzione alle parole che compaiono sullo schermo, un indirizzo nella periferia di Londra.
-Draco, non penserai di…- , ma il biondo lo interrompe, esibendo sul volto uno sguardo malinconico, ma fiducioso. –Devo Blaise, non posso lasciarlo solo…chissà in che guaio si è ficcato che piccolo monello. Stai sicuro che una volta a casa avrà una bella strigliata e dovrà impegnarsi parecchio per farsi perdonare questi cinque anni.- dice, strizzandogli l’occhio per spezzare la tensioni che si è creata a quel trillo infame e allontanando le mani dalle spalle dell’amico per infilare in tasca il rilevatore e voltarsi in tutte le direzioni per vedere se il vicolo era ancora deserto qualche anima intrepida aveva deciso di uscire.
Il moro scruta insieme all’amico nelle varie direzioni, ma poi, constatato che in giro non si vedono aspiranti suicidi, si rilassa e portando lo sguardo al volto dell’amico –Da quando Draco Malfoy usa aggeggi babbani?- chiede in tono ironico fissando il ghigno comparso sul volto del suo ex compagno di scuola.
- Sono costretto da quando un certo piccolo leoncino si è fatto sfuggente; dispettoso com’è s’era reso irrintracciabili dai sistemi magici e quindi, sotto consiglio della Granger, sono passato a questi metodi babbani.
Sono rozzi, ma senza dubbio efficaci. Ora, se vuoi scusarmi, vado a riprendermi una certa cosetta che ho lasciato incustodita troppo a lungo- e dicendo così si smaterializza con un sonoro crepitio.
Rimasto solo Blaise Zabini fissa il punto in cui Draco è scomparso mentre il vento della notte gli scompiglia i capelli, portandoli a coprire le calde scie che solcano le sue guance – Perché sempre lui, Draco?-.
Intanto il giovane Malfoy si ritrova in vecchio quartiere, peggiore del vicolo che ha appena lasciato. Una smorfia di disgusto compare sul suo volto mentre lo sguardo aristocratico percorre le fatiscenti case. Tutt’intorno si vedono porte ed imposte scardinate e con la vernice visibilmente scrostata, cadente a piccoli tasselli; da alcune finestre proviene il bagliore del televisore e il rumore assordante di qualche film di serie C ascoltato a volume troppo alto mentre da altre si distingue chiaramente il cigolio dei letti di chi tenta di annegare le proprie miserie nel semplice appagamento dei sensi.
Nei giardini pieni di erbacce e rampicanti parassiti facevano sfoggio di se i peggiori pezzi di lamiera su quattro ruote che il genere umano avesse mai visto, finestrini rotti, vernice che si stacca dalla lamiera, arrugginita e ammaccata in più punti, scritte fatte da spray che poi continuano sui muri delle case in un’accozzaglia di colori brillanti e scritte oscene.
Tra tutto quello squallore individua la macchina, su cui il suo cucciolo era salito un’ora prima, parcheggiata sulla strada, davanti all’ingresso di un palazzo a tre piani, ridotto nelle stesse misere condizioni dei suoi vicinanti.
Le varie finestre di quel palazzo sono tutte oscurate, tranne una da cui proviene una forte luce di colore rosso. Non avendo indizi da cui partire il giovane Malfoy decide di cominciare la sua ricerca da quell’appartamento e si smaterializza nel locale.
L’arredamento interno è perfettamente intonato con lo squallore del vicolo, la porta d’ingresso da direttamente su un salotto in cui si stagliano, addossati alle pareti, un divano foderato di una stoffa a righe, ormai stinta e bruciata in vari punti, un mobiletto di legno scadente che si appoggia instabile su tre gambe e un supporto di fortuna e una libreria su cui è appoggiato un vecchio televisori e degli antichi riproduttori di nastri.
Lo spazio fra questi oggetti e coperto da un vecchio lenzuolo dalla fantasia a fiori che si ormai si intuisce solo vagamente e davanti a questo si erge minaccioso uno strano oggetto di colore nero.
In quel momento una porta si apre e il giovane si rende invisibile giusto prima che cinque figure facciano il loro ingresso nella stanza. Il cuore del giovane manca un battito quando riconosce in uno dei ragazzi Harry e, mentre uno degli altri si sposta nella stanza adiacente, probabilmente la cucina, si perde in quegli occhi verdi che ora paiono spenti.
“ Harry, che ti hanno fatto questi maledetti babbani?” pensa, prima di notare che il giovane, uscito solo pochi istanti prima, è ritornato e accosta un calice alle labbra del suo Grifone per poi aiutarlo a stendersi sul lenzuolo.
Improvvisamente il salotto diventa una caos di voci e frenetici movimenti, tutti corroda una parte all’altra della stanza sistemando le luci in modo che ricoprano con i loro fasci sanguigni il corpo dell’ex Grifone, celato al momento da un semplice accappatoio bianco che lascia intravedere una generosa dose della pelle ambrata delle gambe.
Una voce interrompe il flusso dei suoi ricordi, in cui accarezzava e baciava la pelle delicata dell’interno coscia di quel piccolo fauno fino a portarlo all’estasi. Un ragazzo, forse di tre anni più vecchio di loro è inginocchiato accanto ad Harry, i capelli castani piovono leggeri a nascondere il volto e il corpo possente è coperto da una misera vestaglia e sovrasta come un falco famelico quello del giovane Potter steso inerme e con uno sguardo adorante in volto.
Il giovane scende a baciargli il collo e il suo angelo geme, intanto uno dei ragazzi si apposta dietro lo strano marchingegno e lo manovra fino a puntarlo sui due giovani stesi sul pavimento. Draco segue quella linea tracciata nell’aria dalla macchina e vede dita, apparentemente esperte, che si intrufolano per slacciare il nodo dell' accappatoio, mentre il suo grifone porta le mani a difendere quell'ultimo baluardo di difesa.
-Harry, togli quelle mani e non farmi arrabbiare- dice il ragazzo con un sottile tono di minaccia, Harry obbedisce e, sotto gli occhi esterrefatti di Draco, si lascia spogliare docilmente; gli occhi d’argento non si staccano dalla scena dove compaiono altri due ragazzi, entrambi indossano solo dei pantaloni di pelle, uno regge una frusta e un bastone tra le mani, mentre l’altro fuma semplicemente una sigaretta.
L' odore di tabacco riempie l' aria iniziando a mescolarsi con l' acre essenza di sudore, rendendola irrespirabile ed al contempo saturando l' ambiente di un’eccitazione sporca. Il ragazzo con la sigaretta si china a sfiorare le labbra di Harry con le proprie e preme la punta incandescente nell’incavo tra il collo e la spalla del moretto.
L’urlo del cucciolo viene soffocato dal quella bocca invadente, che approfitta della momentanea schiusura per violentare la tenera apertura con la lingua e Draco osserva scioccato i mille sdegni rossi che appaiono sul giovane corpo dopo che il bastardo ha appoggiato la punta incandescente sulla tenera pelle del collo, del petto, dell’addome e infine delle cosce, come a tracciare una mappa di perversione.
-Mark, voltagli la testa - ordina il ragazzo dietro la strana macchina. Il ragazzo ghigna lascivo e si china fino all’orecchio di Harry –Hai sentito piccolo, volta la testa e fatti vedere bene- dice prima di mordere il lobo e succhiarlo tra i denti.
Harry regala un sorriso dolce al suo aguzzino e volta leggermente la testa verso Draco che guarda impotente le mani che palpano la carne mentre il suo piccolo geme.
“Ora basta! Ma chi si credono di essere questi, ora vado lì e li maledico tutti e poi a casa faccio un bel discorsetto ad Harry sul perché non si tradiscono i fidanzati”, ma mentre pensa questo vede il bastone e la frusta abbattersi sul corpo dell’ex cercatore dei Grifondoro. Impotente guarda i segni rossi che si formano sulla carne, sente il rumore delle ossa che si spezzano e scruta il sangue che esce copioso dalle ferite che la lama di un coltello lascia dietro di se come una sudicia scia, tracciata dall' esperta mano di uno dei ragazzi che striscia il ferro sulla pelle.
Le urla del suo cucciolo non coprono totalmente le risate sadiche dei ragazzi, che continuano ad infierire su quel corpo; il lenzuolo si riempie di sangue mentre uno dei tre usa il liquido vischioso per preparare un Harry che, girato sul fianco, ubbidisce docile ai comandi più perversi.
Ogni essere umano ha un limite di sopportazione e Draco Malfoy si trova ad aver superato il proprio e sviene mentre uno dei ragazzi lecca lascivo il liquido cremisi raccoltosi sull’addome del giovane Potter.
Quando si risveglia la stanza è immersa nell’oscurità e sente provenire dei gemiti da dietro una porta.
“In quella stanza devono essere al massimo in due o tre, bene andiamo a riprenderci il cucciolo” e apre la porta con furia, pensando di trovare Harry impegnato in un infuocato amplesso con quel Mark, ma lo scenario che si presenta ai suoi occhi gli ghiaccia il sangue nelle vene.
Sull’ampio letto che si staglia al centro della stanza effettivamente trova Mark, adagiato comodamente fra i cuscini ed evidentemente e rimasto impegnato in un amplesso sfrenato fino a quel momento, ma fra le braccia non stringe Harry. La persona che riposa sul suo petto è una giovane donna bionda con gli occhi azzurri slavati, i due si baciano e lo sguardo della donna si sposta sulla piccola porticina che si stagli scura sulla parete bianca dell’immensa camera signorile.
-credi che ci abbia sentiti?- chiede la giovane accarezzando distrattamente il petto del ragazzo steso sotto di lei mentre questi ghigna sornione. –Ne dubito, di solito quella roba lo intontisce per bene e cade addormentato come un sasso nel giro di pochi minuti.-
La ragazza sorride maligna guardando la porta –Potrei essere gelosa sai?! In fondo te lo scopi tutte le notti…-
-Ehi, sai benissimo che mi pagano profumatamente per farlo-dice con un moto di stizza nella voce - e poi…non sei stata proprio tu a raccomandarmi per questo incarico? Sbaglio o sei stata tu a riferire a Weasley che io ero il migliore per tenere buono il piccolino?- aggiunge in tono basso e vellutato.
La ragazza ride e Malfoy continua a fissare quel volto che sembra famigliare, mentre i due si scambiano l’ennesimo bacio.
-Ora dormi Luna- dice Mark posando un bacio delicato sui capelli biondi della ragazza ed entrambi si addormentano senza accorgersi di qualcuno che li fissa scioccato.
Nella mente di Draco risuona solamente quel nome ora, il nome della ragazza che tanto era amica di Harry a scuola…o forse no.
Promettendo silenziosamente vendetta si dirige verso la porticina e la apre rivelando una stanza, delle dimensioni di un ripostiglio, in cui è stata infilata a fatica una brandina. Addormentato su questo giaciglio di fortuna c’è il suo Harry e il giovane Malfoy gli si accosta per sollevare le ciocche more, appiccicate alla fronte dal sudore e dal sangue.
-D…Draco- biascica il giovane Potter nel sonno, spaventando così l’altro ragazzo-non…non and…andare via…- sussurra, mentre una lacrima lascia i suoi occhi.
Il giovane Malfoy cattura quella goccia salata con un dito che poi si porta alle labbra per assaggiare il gusto di quell’incubo, è troppo salato e questo non va bene; lentamente si sdraia vicino al ragazzo moro e lo avvolge in un abbraccio protettore per poi sussurrargli all’orecchio –sono qui, non ti lascio-.
Quando il sonno di Harry si è calmato Draco si lascia tranquillamente avvolgere dalle braccia di Morfeo serenamente, per la prima volta in cinque anni.