La sottoscritta ce l'ha fatta e posta anche la fine del 7° capitolo. Si ringrazie la Somma BlackGiev per la betatura
grashie amore
Singra....dubito che in quel momento l'organo pensante di Draco fosse il cervello, comunque ho aggiunto le tue scomesse (tutte ipotesi interessanti^^ vediamo alla fine
) e sono felicissima che questa fic ti piaccia
“Ecco, adesso sono fregato, che cavolo faccio?”, preso dal panico il giovane Malfoy tenta di liberarsi dall’abbraccio dell’ex Grifone, riuscendo a dissilludersi ed ad addossarsi alla parete un attimo prima che l’intruso entri nella stanza.
Portandosi una mano al petto Draco sente il proprio cuore battere all’impazzata e il fiato uscire in soffi rapidi e irregolari, mentre guarda uno dei tizi della sera prima avvicinarsi al letto e chinarsi sul ragazzo, ancora abbandonato tra le lenzuola.
-Allora piccolino, ti stavi già dando da fare?- chiede, infilandosi sotto le coperte per premersi alla schiena nuda del moretto e infilare una mano fra le sue gambe –Uhm, sei già duro e devo ancora cominciare, che hai da dire in tua difesa Harry?!- sibila direttamente nell’orecchio del ragazzo, mentre una mano scende a pizzicare il capezzolo destro e l’altra si muove lentamente lungo l’erezione di Harry.
Nella stessa stanza Draco deve farsi violenza per non correre dai due, strappare Harry da quell’abbraccio e lanciare una bella sessione di Cruciatus e Sectusempra su quello sprovveduto che osa insinuare la sua proprietà.
“Al diavolo le leggi, il Ministero, mio padre e Severus…ora io vado lì e lo distruggo quell’idiota, ma come si permette di toccare Harry?! No, è deciso ora vado là e una bella Avada non gliela leva nessuno.”; ha già sguainato la bacchetta ed è pronto a colpire, quando l’ex Grifone steso sul letto si muove nel sonno e le sue labbra articolano un suono –Draco…-
Ancora prima che il biondo riesca a comprendere l’accaduto, un pugno si abbatte sulla mascella del giovane Potter, svegliandolo di colpo per il dolore per la botta contro la parete.
Il ragazzo si gira e fissa il compagno di letto –Mark…c…che ci fai tu …qui?- chiede spaventato alla furia che lo sovrasta minacciosa.
-Ancora lui- sibila malevolo, sputando il proprio rancore e la propria rabbia in faccia al moro -Possibile che dopo tutto quello che ti ha fatto tu riesca a pensare ancora a lui?- urla scuotendo il ragazzo per le spalle e stringendoselo, poi, al petto.
-Harry, mi spiace averti colpito, ma sai come reagisco quando fai così.- sussurra dolcemente, scostando alcune ciocche corvine dalla fronte del ragazzo di fronte a lui con modi amorevoli e delicati – Mi fa male vederti perso per una persona che ha tentato di distruggerti, non ti fa bene continuare a pensare a lui.
Ultimamente sei dimagrito molto e sei sempre preoccupato; pensavo che scappare da quell’inferno ti avrebbe fatto bene, ma forse c’è qualcos’altro che ti preoccupa…- continua, accarezzando lentamente la schiena del ragazzo.
-No, va tutto bene, davvero, sono solo stanco.- dice, accarezzando la guancia del ragazzo e appoggiandosi poi sulla sua spalla, sospirando di piacere e inarcando la schiena per le carezze che l’altro gli riservava.
- Cos’è, adesso fai anche le fusa?- esclama divertito il più vecchio, continuando i grattini sulla pelle ambrata, mentre il giovane comincia a baciargli il collo e a sollevargli la maglietta, arrivando ad accarezzare la pelle bollente dell’addome.
- Dai Harry…sai…che devo andare…lo rimandiamo a dopo questo…ok?!- sospira il giovane, scostando da se l’ex Grifone, alquanto impegnato a lasciare marchi di proprietà sulla sua pelle.
-Dai Mark, so che ti piace…- un’occhiataccia dell’altro lo porta a distendersi, soffocando le risate –Tu sei troppo buono con me Mark, prima mi accogli in casa tua, proteggendomi e tirandomi via dalla strada e ancora ti preoccupi per me- gli occhi verdi si rivolgo verso il cielo grigio che si intravede dalla finestra e subito un velo di malinconia scende su quel volto d’angelo -Lo so Mark...so che dovrei dimenticarlo, ma…io…-mormora incerto il moretto, mentre si torce le mani, distogliendo lo sguardo dal suo interlocutore e portandolo addosso a Draco, che si sente per correre da brividi freddi mentre ascolta quei due parlare di cose per lui prive di significato.
“Ma che cavolo dicono…cosa avrei fatto ad Harry? È quello che l’ha indotto a scappare? Ma che succede qui…che diavolo, io cerco quell’idiota da cinque anni e lui cosa fa?! Ma si butta fra le braccia del primo venuto, che lo tradisce e lo sevi…Aspetta, perché Harry non ha accennato a ieri sera? Che fosse consenziente? Ma che dico, lui non farebbe mai una cosa simile…ma allora…”, mentre cerca di capire quella strana situazione i suoi occhi, grigi come il cielo che per un attimo aveva incatenato lo sguardo del suo leoncino, non si staccano dalle bocche dei due ragazzi, unite in un bacio.
-Ora vado, o arrivo tardi anche questa mattina- sussurra Mark, dando una leccatina fugace alla punta del naso di Harry, restituendogli il sorriso – Così va meglio, mi piaci di più quando sorridi.- aggiunge e lascia la stanza.
Mentre il moro raccatta i propri vestiti da una cassettiera posta sotto al letto, Draco sente il maledetto urlare dall’altra stanza –Harry, tra poco dovrebbe arrivare la vicina per vedere se manca qualcosa, se hai bisogno rivolgiti pure a lei e torna a dormire tranquillo, che oggi avrai una notte movimentata- dice, prima di bere in fretta un bicchiere di quello che sembra succo d’arancia e uscire dalla porta.
Prima che Draco possa anche solo pensare d’abbandonare la sua copertura e chiarirsi col ragazzo la porta d’ingresso si riapre, lasciando entrare una donna di almeno sessant’anni.
La donna non è molto alta, tarchiata e gli abiti sono quelli che una persona può permettersi con una pensione minima, ma il suo corpo traspare forza ed energia nonostante l’età; i capelli grigi sono raccolti con uno chignon e fermati da un fermaglio, foggiato a conchiglia, sulla sommità del capo, lasciando così il viso completamente esposto alla vista; sul lato destro campeggia una brutta ustione, all’apparenza vecchia di molti anni, che ricopre la pelle partendo dalla mandibola fino al sopracciglio, chiudendo completamente l’occhio.
L’occhio sinistro, si muove freneticamente, squadrando tutto con la sua luce azzurra, come a tenere tutto l’ambiente sottocontrollo.
Appena individuata la figura del moretto la donna si avvicina, guardandolo pensierosa –Harry, come stai stamane?-chiede preoccupata, esaminando il collo del ragazzo –uhm…bruciature…tagli…ti hanno rotto qualcosa?-
-Niente che non abbia già sistemato. Tranquilla Mary, per oggi salteremo la visita al pronto soccorso, mi basteranno soltanto alcune delle tue medicazioni e sarò pronto per affrontare i clienti stasera.-, Draco guarda il suo moretto sorridere, mentre la signora lo fa sedere a torso nudo su una sedia della cucina e comincia a pulirgli le ferite
Il volto del ragazzo si contrae per il bruciore, mentre il batuffolo di cotone imbevuto d’alcol passa sulla carne e ogni volta che una di quelle espressione distorce i lineamenti del viso la donna cerca di addolcire il proprio tocco.
Passano i minuti, mentre i due sono sempre seduti in quella cucina, è la donna la prima ad interrompere il silenzio
-Dovresti dirglielo sai- Harry le rivolge uno sguardo disorientato che sembra invogliarla a piantare l’occhio sul viso del ragazzo e a continuare il suo discorso – dovresti dirgli che quelli ti fanno ancora del male.-
Il ragazzo abbassa il capo sconfitto e Draco si chiede, ancora riparato nel suo nascondiglio, chi possa averlo toccato e perché debba chiedere aiuto proprio a quell’idiota, quando lui e tutto l’Ordine aspettano solo di sapere cosa fare per lui.
-Non posso- sussurra il giovane, senza riuscire ad alzare lo sguardo – per quanto io voglia lasciarmi alle spalle questa storia non ci riesco.
Sai ieri sera lui è venuto a trovarmi al locale, è stato uno dei miei clienti e poi è arrivato anche il mio vecchio professore di Pozioni…-.
La donna trattiene il fiato, visibilmente spaventata –ti…ti hanno…- a quelle parole il moretto scuote lievemente il capo –No, è questo che non capisco, non si sono mai fatti problemi, lo fanno tutte le sere ormai e ieri avrebbero potuto agire indisturbati, ma non l’hanno fatto.-
Mary annuisce pensierosa –Il locale era pieno giusto? Forse si sono spaventati per la folla, non mi sembra gli piaccia dare spettacoli pubblici.-
Lo sguardo di Draco saetta da Harry al volto della signora, cercando di capire cosa intendano i due coi loro discorsi; improvvisamente la voce del moretto penetra nella sua coscienza –Forse hai ragione Mary, deve essere per forza così.-
Il giovane Potter si stiracchia contro la sedia, inarcandosi come un gatto, e porta lo sguardo alla finestra sporca della stanza -È inutile continuare a dannarsi per questa storia, tanto non cambierà nulla- dice alzandosi dalla sedia e reinfilandosi la maglietta –dai Mary, andiamo a fare questa benedetta spesa, così Mark sarà contento e io potrò tornarmene a dormire due orette.-
La donna annuisce e i due lasciano l’appartamento, abbandonando al suo interno uno sbigottito Draco Malfoy. Appena la chiave gira nella toppa il giovane torna visibile ed esce dalla stanza del moretto, recandosi nel salotto, dove il suo piede va a scontrarsi con qualcosa.
Abbassando lo sguardo il giovane riconosce il calice della sera prima e nota che sul fondo sono rimaste alcune gocce della sostanza ingerita dal moretto “questo potrebbe tornare utile” e con questo pensiero isola l’oggetto con un incantesimo e lo infila nella tasca del soprabito.
Guardandosi attorno nota alcune scatole, circolari e piatte, di colore scuro, appoggiate su una mensola “ se non sbaglio queste le usavano con la strana macchina di ieri. La Granger saprà sicuramente cosa sono” e così ne afferra una e mormora un affrettato –Reducto- e nasconde anch' essa sotto il soprabito."
la nasconde nel soprabito.
Un ultimo sguardo al luogo e il giovane sorride triste –Harry, tornerò a prenderti è una promessa, tu aspettami.- e con queste parole Draco scompare.
Posted on 29/10/2006, 00:36
, cosa strana perchè di solito quello che scrivo non mi fa un grande effetto, ma vedere quella scena....va beh, potevo fare concorrenza ad un lattante -___-