Rock your heart, 'IO&TE... insieme ancora...' remix - NC17

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smart
view post Posted on 17/1/2007, 23:56




Uddiu.... mora!!!!!! Cosa mi ero persa!!!!!! Adoro la tua fic! veramente stupenda!!!!!!!
E' scritta strabene e mi piace un casino

Mi dispiace non averla letta prima ma sono strapresa dall'uni... ke palle...

Non ti dico che spero che tu aggiorni presto perchè non so quando tornerò qui nel forum.... xo mi aspetto ke tu lo faccia prima ke io ritorni! ù.ù

Ti lovvo un casino.... continua così..... la tua fic è fantastica ( e tu di +...)

kiss kiss
 
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Holly }
view post Posted on 28/1/2007, 23:14




ohh amoraaaa *____*

chiedo scusa a tutti, ma in questo periodo, dato che è la fine del quadrimestre, mi stanno massacrando >____<

vi adoro, amora ti lovvissimoooo
 
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Holly }
view post Posted on 6/3/2007, 21:51




capitolo 3 quasi ultimato... lo devo riguardare poi posto (non so quando >_>)

*kissing everybody*
 
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Holly }
view post Posted on 19/3/2007, 00:53




eccomi...
ho approfittato dei giorni di malattia per ricorreggere questo capitolo... e devo dire che mi piace come è uscito, davvero ^-^ miracolo xD

a voi tesori:





Capitolo 3
Alcool e Pozioni


La luce della tenue alba filtrò tra le tende scarlatte del dormitorio di Grifondoro.
Il riflesso smeraldino degli occhi di Harry Potter fece capolino tra le sue palpebre impastate del breve sonno. La sveglia naturale del ragazzo aveva già ripreso a funzionare, con fatica.
Harry guardò il letto accanto. L’amico dormiva con i capelli rossi tutti sparpagliati, quasi fossero un’aureola, intorno al viso lentigginoso. La bocca era aperta, le braccia allargate, le gambe divaricate, le coperte gettate sul laterale dal muoversi inconscio del sedicenne Ron Weasley, che dormiva con il cuscino inclinato sul capo fiammeggiante.
L’improvviso alzarsi in piedi di Seamus, che andò a scrollare Dean ancora immerso nei sogni, destò del tutto Harry, che mosse un braccio verso il comodino per afferrare gli occhiali. Li inforcò e distinse meglio la situazione già sfumata. Grattandosi la testa e stirando le braccia, il moretto poggio i piedi sul pavimento ghiacciato. Un enorme sbadiglio lo accompagnò verso il letto di Ron. Lo scosse e ricevette in risposta un grugnito che suonava stranamente come un “Si mamma arrivo”.
-Ron, non vorrai arrivare in ritardo a Pozioni-.
Se fu il suono della voce di Harry o il pensiero di Malfoy che rideva di una sua possibile punizione a destare Ron, non è facile a dirsi, fatto sta che due secondi dopo era già in boxer, spogliatosi del pigiama a righe marrone, pronto a vestirsi.
Harry stava annodando la cravatta, quando si resero conto che persisteva ancora il fondo rumore del russare di Neville. Una risata seguì il cuscino di Seam che colpì il dormiglione in pieno viso. Neville sussultò e si rizzò a sedere, rapido. Resosi conto della situazione imbarazzante e delle risate degli amici, divenne purpureo e decise che era meglio prepararsi.

***

Pronti che furono, Ron e Harry incontrarono Hermione nella Sala comune e insieme si diressero a colazione.
Sedettero al tavolo di Grifondoro, Hermione accanto a Ginny, Ron tra lei e Harry.Harry fissò una primina bionda che gli sedeva di fronte, poi girò gli occhi sull’anziano preside, passando in rassegna la Sala ricolma di studenti. Silente era distratto, come lo era stato quella sera alla Tana. Un piccolo dolore si insinuò nel cuore del moro a quel ricordo.
Un soffice “mhm” alle sue spalle lo fece voltare: gli occhi di ghiaccio che lo fissavano brillarono leggermente, mentre la carnagione chiara del loro proprietario sfumava un po’ sul rosa.
-Malfoy… che cavolo vuoi a prima mattina!- Harry scosse la testa.
-Già Malfoy, vattene- fece Ron, stizzoso.
-Ron!- lo zittì Mione. –Harry sa cavarsela da solo!-
Questi si rivolse al biondino: -Allora Malfoy, perché non vai a fare colazione invece di stare qui a fissarmi-
Il ragazzo lo guardò, gelido: -Quest’anno non farai tanto il furbo, Potter…-
-Ed esattamente Malfoy, da quando io starei a sentire a te?-
-Beh, è meglio se impari, altrimenti nel giro di un trimestre sarai fuori di qui. La sorveglianza sulla scuola da parte del Ministero è aumentata-
-Si, peccato che tu non hai alcun potere sul Ministero… Sbaglio o tuo padre è ad Azkaban?- disse Harry, con un sorrisetto sarcastico e davvero irritante.
-Un’altra cosa per cui pagherai, mio caro- ghignò Malfoy di rimando. Le guance di Harry si tinsero un po’.
-E comunque- continuò Draco –non credere che io abbia bisogno di mio padre per far leva sulle decisioni del Ministero…- e si defilò.

***

-Cosa intendeva dire Malfoy prima?- chiese Ron, mentre si dirigevano alla prima lezione di Lumacorno.
-Né più né meno di ciò che ha detto Ronny- fece Hermione, con affetto. Ron fece una cattiva interpretazione delle sue parole e di quel ‘Ronny’: -Oh, scusa sapientona!-
Mione rimase di stucco e si offese, poiché non aveva registrato il malinteso.
L’ingresso nell’aula fu piuttosto traumatico. In primo luogo, Piton, ora insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, aveva preferito insegnare nella sua aula nei sotterranei, per cui le nuove lezioni erano piene di una luce che, leggera, illuminava i calderoni anneriti. Poi, il professore salutò Harry cordialmente al suo ingresso, cosa più che mai insolita durante le precedenti lezioni di quella materia.
Mentre passavano, Malfoy, già seduto in uno dei posti in fondo per poter fare casino, fece lo sgambetto ad Harry, che si tenne in piedi per miracolo.
-Hey Potter, che fai, cadi ai miei piedi?-
Harry non rispose e, rosso in viso, prese posto parecchie file più avanti. Che Draco avesse capito che non gli era del tutto indifferente?!
Il piccolo nobile, nel frattempo, pensava: “Possibile che non gli si possa dire niente? È talmente irascibile che diventa pure tutto rosso!”
Decise di non pensarci, e si volse a guardare il professore, che stava spiegando la composizione di una particolare Pozione d’Amore: l’Amortentia.
Passarono il resto della lezione ad assaporare i fumi intensi che si dipanavano dai calderoni. Acquistavano per ognuno tre diversi odori, speciali.
Draco, fissandogli le larghe spalle, si chiedeva che cosa sentisse Potter. Come attratto da una calamita, lo sguardo del moretto si girò sul bianco viso di Malfoy, incontrando i suoi occhi di ghiaccio. Proprio in quel secondo riuscì a distinguere il terzo odore, più complesso, che da un po’ ballava sotto il suo naso senza palesarsi. Si riempì i polmoni di quel profumo di… neve… bianco, freddo, intenso… Quel ghiaccio che, incredibilmente, gli scaldò il cuore, lo rilassò, gli dipinse le gote… che divennero di fuoco non appena i suoi occhi tornarono a specchiarsi in quelli di Draco, in quel ghiaccio, puro…

***

Al termine della lezione, il grasso professore trattenne Harry, Draco, Blaise e, con loro grande stupore (e disappunto per quanto riguardava i Serpeverde), Hermione Granger, che aveva colpito il nuovo professore con la sua sagacia e la sua diligenza. Disse loro che quella sera stessa li aspettava nel suo ufficio per dare una festa e dar modo a sé stesso di trovare affiatamento con il nuovo Lumaclub. Hermione provò a protestare debolmente perché doveva studiare, ma venne rimbrottata da Harry e da Lumacorno: dopotutto era il primo giorno di scuola, di compiti per il giorno seguente non ne avevano.
Ron li aveva aspettati fuori l’aula e mise il muso all’idea di dover passare buona parte della serata da solo: l’appuntamento per i due era alle 8. Quando poi gli ricordarono che anche la sorellina avrebbe partecipato, allora si impermalosì seriamente e cominciò a inveire contro il professore di fare dei favoritismi: cosa che era abbastanza palese anche agli occhi degli amici, ma questo non gli venne fatto notare per paura di renderlo ancora più suscettibile e offeso.
Così il povero rosso fu costretto a coinvolgere i suoi compagni di dormitorio a giocare a Gobbiglie nella sala comune mentre i suoi migliori amici si preparavano.
Harry non aveva molta voglia di abbellirsi, così indossò ciò che aveva di più presentabile: una camicia bianca semitrasparente, sbottonata in alto, e un semplice jeans: scelse quello meno strappato e largo che aveva tra quelli smessi di Dudley. A completare il quadro, un maglione blu di cachemire che prese in prestito da Dean.
Hermione, invece, passò buona parte del pomeriggio a ornare i suoi capelli castani con nastri colorati di tutte le sfumature di viola e scelse in abbinamento un leggero abito lilla. Indossò poi braccialetti e orecchini d’argento e una collana d’ametista per abbellire il tutto.
Stava ancora preparandosi quando Harry scese nella sala comune a guardare gli amici giocare; una parte di sé desiderava unirsi a loro, un’altra era curiosa di scoprire in che consistevano le feste del Lumaclub, un’altra ancora era terrorizzata all’idea di quello che sarebbe successo al buio con Malfoy sotto tiro. Sedette su una poltrona sfondata, accanto al fuoco acceso e scoppiettante del camino, proprio sotto allo stendardo di Grifondoro, al leone rampante. Fissava gli amici, ma era come se non li vedesse. Silenzioso, si ricordò di quell’odore bianco che si era unito al profumo della torta di melassa e del legno di manico di scopa, quella mattina a Pozioni. Ripensò al calore sentito nel cuore alla vista dello sguardo argenteo del rivale, quel calore inspiegabilmente bello e pieno; che strano effetto che gli faceva Malfoy, lo riempiva e lo faceva sentire vuoto al contempo.
-Harry-
La brunetta era pronta.
-Harry!- chiamò nuovamente, ma l’amico era distratto, come assente, gli occhi vacui, lo sguardo sognante.
-Harry!- Dean gli scosse bruscamente la gamba per richiamarne l’attenzione. Il moro si voltò, confuso e disorientato.
Guardò l’amica. Era davvero bella, ornata di viola e sorridente.
-Harry, ci aspetta una festa!- ridacchiò –Forza!-
-E Ginny?-
-È già lì, ha voluto far presto per andare con un’amica-
-Ah okey-
Harry si alzò.
-Beh, ragazzi, divertitevi, ci vediamo più tardi- salutò.
Dean, Seamus e Neville ricambiarono sorridenti.
Ron stette in silenzio: ancora non si era ripreso dall’apparizione di Hermione così vestita. La fissava a bocca spalancata e nessuno si sarebbe stupito se avesse iniziato a sbavare.
-Ciao Ron- disse Hermione voluttuosamente, e lo baciò sulla guancia con le sue labbra lucide di rossetto rosa chiaro.
-C-ciao- riuscì a mormorare lui, rosso quanto mai nella vita.
I tre compagni che rimasero con lui non smisero di ridere nemmeno una volta che Harry e Hermione furono fuori del buco del ritratto.

***

I loro passi risuonavano nei corridoi deserti. Non avevano parlato da quando avevano lasciato la sala comune. Improvvisamente Hermione disse, per far conversazione:
-Come sto?-
-Benissimo, davvero- Harry sorrise all’amica.
Le fissò i piedi: erano calzati di eleganti sandali argentati. Il tacco era alto, ma per fortuna il moretto riusciva comunque a superarla in altezza. Altrimenti, si disse, che figura avrebbe fatto con Draco?!
Lupus in fabula.
Scesero la rampa di scale che andava dal secondo piano al primo e li videro salire dalla Sala d’Ingresso, provenienti dai sotterranei: Blaise e Draco, uno più bello dell’altro, fecero la loro splendente apparizione.
-Oh, guarda guarda chi si vede!- esclamò il biondo, arrivato sul pianerottolo. -Granger, Potter, ma che piacere!-
-Evita il sarcasmo Malfoy!- rispose Harry, scontroso e purpureo: la vista della serpe non aveva giovato né al suo colorito né alle sue emozioni.
Si trovarono faccia a faccia. Zabini squadrò i ragazzi dell’altra Casa da testa a piedi e commentò:
-Wow Granger, mai vista così bella, complimenti!-
-Zabini, il consiglio di evitare sarcasmo era rivolto anche a te- disse Harry immediatamente.
-Perché Potter, la trovi brutta?- chiese il mago riccioluto.
-Certo che no!-
-E allora smetti di dire cazzate!-
-Smettila anche tu Blaise!- intervenne Draco.
-Io non ne dico- ribadì nuovamente Blaise.
Poi, nel silenzio imbarazzato che ne venne, un sussurro fece sobbalzare i tre ragazzi.
-Grazie…- mormorò Hermione, che era la diretta interessata del commento di Blaise, ma ancora non aveva aperto bocca.
Quando la ragazza rialzò la testa, Harry notò che era parecchio rossa in viso.
-Di nulla- rispose Blaise e, inaspettatamente, accarezzò la guancia colorata di fard della giovane brunetta.
Azione che lasciò in tutto e per tutto basiti Harry e Draco.
I due ragazzi si guardarono, gli sguardi perplessi si incontrarono e le gote di entrambi si tinsero leggermente.
Poi Harry, rompendo l’imbarazzo generale, afferrò il polso dell’amica e la trascinò via da ‘quei due imbecilli’, come li definì. Così i Grifondoro precedettero gli altri due nel corridoio verso l’ufficio di Lumacorno, da dove già si levava una musichetta lenta e piacevole.
Draco, da dietro, poté nuovamente ammirare le ampie spalle e la larga schiena di Harry, messe in evidenza dal maglione, che gli stava un po’ troppo attillato. I jeans, nel complesso non troppo cascanti, mettevano in evidenza due natiche sode, che fecero venire al biondino un improvviso istinto animale di morderle.

***

L’ufficio era affollato e vociante e nessuno si accorse del loro arrivo. Hermione si guardò intorno per individuare Ginny. La vide seduta su un divanetto, la testa appoggiata allo schienale, i capelli di fiamma sparpagliati. Le si avvicinò.
-Come va?- chiese
-Bene…- rispose la ragazza, con gli occhi a mezz’asta e le guance un po’ troppo tinte. –Mi sto divertendo un sacco- disse la rossa tra i denti, muovendo il busto come se stesse per cadere addormentata. Cosa che fece terminata la frase.
Hermione guardò il tavolo con cibo e bevande e notò che non c’era solo Burrobirra, la bevanda analcolica per eccellenza, ma anche svariate bottiglie di Whisky Incendiario e di Acquaviola, buona parte delle quali erano già vuote.
Stese Ginny per lungo sul divano, proprio nel momento in cui lei cominciava a russare. Si disse che Harry l’avrebbe aiutata a portarla fino alla Torre, una volta finita la festa. Guardò il moretto, che sembrava disorientato, e decise di tornare da lui.
I due Grifondoro avanzarono verso il tavolo e si presero da bere. Harry si versò dell’idromele aromatico e vide Malfoy fare la stessa cosa dall’altro lato del tavolo. Hermione invece prese un’Acquaviola.
I quattro ragazzi del sesto anno, tutti leggermente alticci, si tennero compagnia tra di loro in quella festa caotica e rumorosa. Solo che lo fecero a modo loro. Harry e Draco si punzecchiarono a vicenda per tutta la serata con battute più o meno cattive e pungenti: trovarono quindi il modo di starsi vicini.
Almeno finché Draco, ormai quasi ubriaco, fece una considerazione un po’ troppo pesante sulla mamma di Harry e lui, che era sull’orlo della sobrietà, lo spinse troppo poco violentemente al muro. I due visi erano a pochi centimetri l’uno dall’altro e gli aliti che odoravano di alcool si mischiavano tra loro.
-Malfoy, non osare mai più- sussurrò Harry, scarlatto sia per le bibite mandate giù sia per la vicinanza al biondino.
Ma a Draco non interessavano le sue parole. Il profumo mielato di Harry, che superava l’odore acre dell’alcool, riempiva le sue narici e lo faceva fremere di un doloroso piacere, causando un riscaldamento rapido all’altezza del cavallo dei pantaloni eleganti che indossava. Era in preda al panico e alla confusione.
-Levati di mezzo, Potter!- fece, sgarbato. Ma, liberatosi dalla stretta delle belle mani di Harry, si allontanò, sfiorando con le sottili labbra livide lo zigomo caldo del moro, e strusciando la mano angelica sul suo braccio.
Harry rimase immobile, caldo, eccitato. Poi Hermione gli si avvicinò.
-Harry- disse, alticcia -Lumacorno ci sta spedendo a letto, aiutami a portare Ginny-.
I due ragazzi si avvicinarono al divano dove dormiva l’amica e la sollevarono di peso, svegliandola. Barcollando, i tre Grifondoro varcarono la soglia dell’ufficio maleodorante di alcool.
-Ciao Granger, sei splendida- sussurrò Blaise, mandandole un bacio con la mano.
Harry si volse a guardare per l’ultima volta quella sera il corpo perfetto di Draco, che ricambiò lo sguardo. Poi i due Serpeverde scesero le scale verso la Sala d’Ingresso e loro salirono alla volta del secondo piano.

***

La Signora Grassa si aprì per lasciare entrare Harry e Hermione che sostenevano Ginny fra di loro.
A quella vista, Ron s’infiammò:
-Perché le avete permesso di ridursi in quel modo?!- esclamò.
-Era già così quando siamo arrivati- disse Hermione, con il poco senno che ancora le era rimasto.
-La porto di sopra, buonanotte- salutò salendo le scale del dormitorio femminile.
Anche Harry salì a letto. La testa gli pesava quando si coricò sotto il caldo piumone.
Ripensò alla serata, a Malfoy, a quel desiderio che l’aveva invaso da capo a piedi, ma era troppo pieno d’alcool per eccitarsi. Chiuse gli occhi, non sapendo che il giorno dopo avrebbe ricordato ben poco della festa.
Così come avrebbe fatto quel bel biondino che già dormiva, un certo numero di piani più in basso.

Edited by .Holly Gaunt - 29/3/2007, 02:23
 
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Holly }
view post Posted on 29/3/2007, 22:35




dedico l'ultimo capitolo postato alla mia gemattola Freddie, che è finalmente tornata a splendere sul MM *___*

anche se poi scriverò una shot tuuuutta x lei >__>
 
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gemy
view post Posted on 30/3/2007, 10:33




uuuhhh! MA CHE BELLA!!!!! complimentissimi.

Aspetto il continuo...e adesso recupero anche l'altra...<333
 
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Holly }
view post Posted on 30/3/2007, 22:08




*_________*

grazie Iceee

{felice che qualcuno abbia commentato il chappo ^__^}
 
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*bellatrix*
view post Posted on 1/4/2007, 18:37




seguivo già questa storia nella vecchia versione e mi piaceva un sacco, ora la adoro!!!! mi raccomando posta presto un nuovo capitolo

 
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gemy
view post Posted on 1/4/2007, 18:44




CITAZIONE (.Holly Gaunt @ 30/3/2007, 23:08)
*_________*

grazie Iceee

{felice che qualcuno abbia commentato il chappo ^__^}

Pleeease tell me Kiara, Kia o qualsiasi altro nome...!^^
 
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Holly }
view post Posted on 2/4/2007, 18:46




perfetto... Kiara (kia è lea, sennò facciamo casino xD) ^__^

CITAZIONE
seguivo già questa storia nella vecchia versione e mi piaceva un sacco, ora la adoro!!!! mi raccomando posta presto un nuovo capitolo

ci proverò bella, ci proverò... intanto felice che ti piaccia anche la nuova versione
un bacio
 
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gemy
view post Posted on 2/4/2007, 19:26




CITAZIONE (.Holly Gaunt @ 2/4/2007, 19:46)
perfetto... Kiara (kia è lea, sennò facciamo casino xD) ^__^

ihih :svolazzo:
 
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Holly }
view post Posted on 3/6/2007, 01:31




Ce l'ho fattaaaa!!!!! Tra scuola e mancanza di idee credevo che non avrei mai finito il capitolo 4, e invece ce l'ho fattaaa!!! *saltella*
Eccolo qui! Lunghetto e todo per voi!
Ah, e a scuola finita scriveròòòò!!!! Anche perchè ho appreso che starò per lo più a casa quest'estate e questo vuol dire "capitoli"!
Ora prego vi lasssio alla vostra lettura.
Sperando che vi piaccia quanto piace a me...





Capitolo 4
Sincerità


-Harry!-
Il ragazzo si rialzò dal pavimento freddo, recuperando il manico di scopa rotolato un po’ più in là. Si spolverò gli abiti e sorrise a Hermione, con cui si era scontrato poco prima.
-Scusa Herm, ero sovrappensiero-
-Come sempre in questi giorni, dopotutto-. Lei lo guardò un po’ male.
Harry la fissò, immobile. Poi, imbarazzato, disse:
-Scusa, devo proprio andare… Gli allenamenti…-
Il fatto era che nell’ultimo periodo il viso di Malfoy gli si era stampato davanti agli occhi e pareva non avere intenzione di andarsene.
-Si, capisco. Senti, se hai bisogno di parlare…- fece Hermione.
Harry annuì.
-A dopo- disse, mentre sopraggiungeva alle sue spalle un affannato Ron, anche lui con il manico di scopa in spalla.
Hermione guardò i due avviarsi di gran carriera verso il portone e scosse lentamente la testa. Poi continuò a camminare verso il suo dormitorio, con l’intenzione di leggere un buon libro.
Erano passate circa due settimane dalla festa nell’ufficio di Lumacorno, due settimane che Harry aveva trascorso allenandosi senza posa. E anche quella sera si stava allontanando dal tepore della sala comune, verso il freddo che non aveva tardato ad arrivare e che ormai ghiacciava il prato tra il castello e il campo da Quidditch.
Ben presto i due amici, in silenzio, raggiunsero il resto della squadra. Si cambiarono rapidi, sempre senza parlare, e si gettarono sul terreno di gioco, decollando immediatamente. La squadra era affiatata come sempre, il gioco era serrato e tecnico, ormai le tattiche venivano eseguite senza errori. Harry guardò orgoglioso i suoi compagni e sorrise: la squadra che aveva messo su era proprio niente male. Osservò i Cacciatori muoversi in perfetta sincronia, in base soltanto agli sguardi d’intesa, i Battitori giocare con la solita energia, e il suo amico rosso impegnarsi al massimo per parare i tiri dei compagni. Si disse che nella prima partita i Serpeverde non avrebbero avuto scampo. E fu solo quando li vide entrare in campo che si rese conto di aver già terminato la sua ora di allenamento. Atterrò, e così fecero gli altri.
Fronteggiarono per un attimo la squadra dei verde-vestiti. Harry ebbe modo di fissare per un momento gli occhi in quelli argentei di un ragazzo biondo e slanciato. Draco non abbassò lo sguardo, né lo girò, sostenendo orgoglioso quello di Harry. Poi i Grifondoro girarono sui tacchi e andarono a cambiarsi.
Draco scrutò l’andatura naturalmente molleggiata di Harry e per un attimo gli balenò alla mente un ricordo sfocato del moro che si sfilava il maglione blu di cachemire, rimanendo in camicia. Si rammaricò un po’ di non ricordarsi altro della festa, se non la beata sensazione che aveva provato addormentandosi quella notte, quando l’alcool era stato un po’ assorbito dal suo giovane corpo.
Prese in mano il Boccino. Uno strano pensiero gi balenò alla mente: quella pallina era appena stata tra le dita del Bambino Sopravvissuto. Non sapeva perché, ma quella cosa lo divertiva e lo faceva sentire stranamente nervoso. Effettivamente si sentiva un po’ ossessionato da Potter nell’ultimo periodo.

***

Quando Draco tornò in sala comune, una sera di qualche giorno dopo, la trovò semideserta, se non per una persona a lui nota fin troppo bene, che studiava Trasfigurazione distesa comodamente su un divanetto nero. Draco spostò con poca eleganza i piedi di Blaise e si lasciò cadere sulla lucida pelle, sbuffando sonoramente. Blaise lo guardò inarcando un sopracciglio da sopra al libro aperto davanti al viso. Poi sorrise.
-Ciao- fece, divertito.
-Ciao- rispose Draco. -Sono stanchissimo! Al diavolo questi maledetti allenamenti, non ho nemmeno ripassato Trasfigurazione!-
Draco notò il libro aperto tra le mani del compagno e continuò: -Nemmeno tu a quanto pare!-
Blaise ammiccò.
-Vorrà dire che ripasseremo insieme- proferì, avvicinandosi di scatto al viso di Draco e respirando forte sulla sua guancia sinistra. Che baciò subito dopo.
Draco si voltò e i loro nasi si sfiorarono, come le loro labbra un secondo dopo. Un semplice bacio. Ormai era un’abitudine che quei due si salutassero così. Per il biondo era un gioco, un modo, lievemente erotico, di dimostrare l’infinita amicizia con Blaise, ma non era sicuro che per l’altro ragazzo fosse lo stesso. Draco non ci aveva mai perso niente giocando in quel modo: dopotutto Blaise era davvero bello e, per quanto aveva sperimentato, anche estremamente bravo a letto. I due si sorrisero per un attimo, poi Draco si alzò e andò a prendere in dormitorio il suo libro di Trasfigurazione. Quando tornò, Blaise aveva assunto una posizione lievemente più eretta e concentrata. Cosa che a Draco dispiacque: aveva tutta l’intenzione, quella sera, di divertirsi per bene. Era un po’ spossato, in quei giorni, dalla reazione che aveva il suo corpo davanti a Potter, che mano a mano stava cominciando a interessargli sempre di più. E quindi necessitava urgentemente di una distrazione. Ristese il giovane sul divano e salì a cavalcioni su di lui, cominciando a baciargli il collo e salendo lungo la linea della mandibola per raggiungere l’orecchio. Quando Draco lo morse, Blaise gemette, ma dolcemente staccò il biondino da sé, sussurrando:
-Draco, non posso, davvero…-
Draco lo guardò, stupito.
-Ehi Blaise! Non mi dire… Ti sei fatto la ragazza!- esclamò, canzonatorio.
-Beh, no, non proprio… Ma forse interesso a quella che mi piace…-
-E chi sarebbe costei?- fece Draco, stringendo gli occhi con fare indagatore.
-Non p-posso dirtelo- balbettò l’altro di rimando
-Come?! Mi stai dicendo che non posso saperlo?! Ci siamo sempre detti tutto!- cominciò a preoccuparsi il biondino.
Draco ragionò febbrile e ricordò il complimento che l’amico aveva fatto alla Granger. Sbarrò gli occhi.
-N-non sarà la Zannuta!- rise, nervoso.
-No…-
-Dimmi immediatamente chi è! O io…- minacciò Draco.
Blaise si arrese: -È… Ginny Weasley-
-Cosa?? Stai scherzando, vero?!-
-Mi sa di no-
-Gi-ginny Wea-weasley? Blaise, lo sai di chi stiamo parlando??-
-Draco… non prenderla così, ti prego!-
-Ma-ma… Blaise! Non solo è una Grifondoro, è pure una Babbanofila, traditrice del suo sangue, pezzente!-
-Merlino Magico, Draco!- Blaise alzò gli occhi al soffitto -Sembra di sentir parlare mio padre!-
-Ecco, sì, appunto! La tua famiglia non approverebbe mai! Lei è tutto quello contro cui lottano i nostri genitori e il Signore Oscuro! I-io…-
Improvvisamente, si rese conto delle sue parole. Se Ginny Weasley era tutto questo, Potter lo era dieci volte di più: Potter era il nemico numero uno del Lord, di suo padre, in un certo senso era nemico dell’educazione che aveva ricevuto. Eppure, Potter era esattamente ciò che voleva in quel momento. Quel discorso stava diventando terribilmente ipocrita, per quanto lo riguardava.
Spaesato, guardò l’amico, che ribattè:
-Draco! Ma insomma! Non credi di essere abbastanza grande per ragionare con la tua testa? A me sinceramente tutte queste storie mi hanno rotto! Una volta fuori di qui, sarà il nostro destino lottare contro di loro a favore degli ideali che ci hanno inculcato dalla nascita. Finché sono a Hogwarts non intendo farmi influenzare da stupidi pregiudizi, Draco, e faresti meglio a fare lo stesso. Poi sono affari tuoi. Io vado a letto, scusa-
Blaise si alzò. Draco non tentò nemmeno di fermarlo, ma si accasciò sul divano, colpito dalla forza delle parole dell’amico, che erano tremendamente vere. Solo che, cavolo, la Weasley! Proprio non poteva pensarci.
Riportò il pensiero su un’immagine che preferiva di molto: il sedere di Harry mentre usciva dalla Sala Grande quella mattina.
“Che farei per avere quel culo!” pensò Draco, nell’ultimo spiraglio di lucidità che gli rimaneva, prima di sprofondare nei cuscini del divano, cullato dalle braccia di Morfeo.

***

La mattina dopo Draco si svegliò ancora un po’ confuso. Ma aveva un’idea bella chiara in mente: doveva smettere di pensare a Potter. Perché effettivamente il moro Cercatore aveva invaso un po’ troppo i suoi pensieri. Arrivava così, con immagini buffe, dolci, erotiche e spariva altrettanto rapidamente dalla testa sovraccarica del giovane Malfoy. Ma certo erano le strane reazioni del suo corpo alla vista di Harry a spaventare di più Draco: l’adrenalina saliva vertiginosamente e il cervello si annebbiava; le guance diventavano rosate (il rosso non è concepito dalla melanina Malfoy), la voce non usciva più e gli occhi non volevano saperne di staccarsi dal corpo del moretto. Ma poi Draco tentava di negare in tutti i modi ciò che accadeva regolarmente, giustificandosi con se stesso con le scuse più assurde. In realtà aveva cominciato ad abituarsi a questo strano fascino del giovane rivale, ma le parole di Blaise gli avevano fatto capire la pericolosità di una cotta del genere. Doveva riuscire a smettere.
Ma la faccenda si rivelò più difficile del previsto.
-Potter! Malfoy! Adesso basta! Mi avete stufata! Potter, se gli lanci un’altra cosa addosso…-
-Ma professoressa…-
-Niente ma! E tu, signorino Malfoy, smettila di parlare in quel modo o ti mando dritto dal Preside!-
-Si si, parla, vecchia Befana…-
Harry gli schiaffeggiò la nuca dal banco di dietro.
-PUNIZIONE!- tuonò la McGranitt a un passo da loro. -Stasera, nella Sala dei Trofei! Tutti e due!-.
Poco dopo, Serpeverde e Grifondoro del sesto anno uscivano dall’aula di Trasfigurazione, Potter e Malfoy con una punizione, Blaise con un’insufficienza e la Granger senza compiti da fare al contrario di un arrabbiatissimo Ron.
-Vedi Malfoy, per colpa tua stasera non posso nemmeno allenarmi!-
-Per colpa mia! Ma se eri tu che mi tiravi le palline di pergamena e gli schiaffi sul collo!- ruggì Draco di rimando, senza guardarlo però.
Harry lo prese per un braccio e lo voltò.
-E guardami in faccia quando parlo! Eri tu che parlavi male dei miei amici!-
Draco posò lo sguardo sugli occhi smeraldo e ribattè:
-Smettila di fare l’eroe, il pezzente e la castora sanno difendersi da soli immagino! E poi, nel caso tu non l’abbia notato, anche io devo scontare una punizione stasera!-
Draco liberò il braccio e si avviò a grandi passi, con Blaise che lo rincorreva con un sorriso di scherno sulle labbra.
-E tu che cazzo ridi, imbecille! O devo ricordarti il bellissimo Scadente che hai preso?!-
Blaise alzò le spalle e non rispose: Draco era più intrattabile del solito, quel giorno.
Il biondino stava pensando, come si era ripromesso di NON fare, a Potter. O meglio, al rossore di Potter. Era sempre più convinto che quel ragazzo dovesse fare un corso di yoga: la rabbia gli montava troppo incontrollabile quando parlava o litigava con lui, Draco.
-Ehi Drachino- fece Blaise, pungente -mi fai un piacere?! Non dormire mai più sul divano, ti fa male all’umore-
-Ah-ah- rispose Draco, svogliato.

***

La cena fu troppo breve per i due ragazzi, attesi all’ingresso della Sala Grande dalla McGranitt e da Gazza. Avanzando fra i tavoli, Harry e Draco non poterono fare a meno di beccarsi.
-Potter, sei un idiota!- sibilò Malfoy.
-Ma sparati!- borbottò Harry, da un angolo della bocca.
-Dopo di te, carino- ribattè sarcastico Draco.
L’arrivo a ‘destinazione’ impedì a Harry di rispondere a tono, ma non alle sue guance di arrossire per quel ‘carino’.
-Potter,- ringhiò Gazza, astioso -spero che quel rosso sulla tua faccia non è causato da alcool, perché se ci sarà una sola sbavatura su quelle coppe io…-
-Signor Gazza!- tuonò la McGranitt -Non viene servito alcool agli studenti, durante la cena!-
-Lo so professoressa, ma non si sa mai, Potter ha le sue infinite risorse!- rantolò l’altro.
Harry scambiò uno sguardo esasperato con Draco, che ridacchiò; poi entrambi si ricordarono di essere nemici e girarono gli occhi.
-Bene ragazzi! Seguitemi!- disse austera la McGranitt, che aveva finito di litigare con Gazza.
-Befana, lo sappiamo dov’è la Sala dei Trofei- borbottò Draco, che si prese una gomitata da Harry. Immediatamente si voltò e gli fece una smorfia, tirando fuori la lingua in direzione di quell’antipatico di Potter. L’autocontrollo di Harry venne messo a dura prova da quel muscolo rosato che spuntava dalle labbra diafane del ragazzo più sexy della scuola.
“Ma perché, cazzo, Malfoy mi fa quest’effetto?” si domandò Harry, mentre passava della cera sulla targhetta ‘Servizi resi alla scuola’ di Riddle, qualche minuto più tardi. Draco era alle sue spalle, e saperlo non giovava al suo umore, terribilmente scosso ogni volta che Harry si trovava nelle vicinanze del biondino mozzafiato.
Gazza li aveva lasciati soli, per andare a controllare i disastri di Pix il Poltergeist, così poterono chiacchierare, o meglio, tentare di insultarsi con scarsi risultati per via delle loro emozioni.
-Ehi Potter! Come vanno gli allenamenti? Weasley è riuscito a non cadere dalla scopa?-
-Ah-ah, Malfoy, che simpatia! Sappi che vi faremo a pezzi!-
-Uuuh! Tremo!-
-Scherza scherza, poi vedremo chi riderà a partita finita!-
-Potter, certo che un po’ di modestia ti farebbe bene!- sussurrò Draco all’orecchio di Harry, dopo essersi avvicinato per lucidare la Coppa delle Case.
-Ha parlato Mr Sono Figlio Di Mio Padre! Dimmi, Malfoy, che effetto fa avere un genitore in carcere?- sibilò Harry, malefico.
Draco, punto sul vivo, fu più cattivo: -E tu dimmi, Potter, che effetto fa avere i genitori all’Altro Mondo??-.
Harry lo guardò, stralunato, e, prendendolo per il colletto della camicia, sussurrò: -Certo che sei caduto proprio in basso, Draco. Un tempo eri più sagace, non dovevi ridurti a scherzare sulla morte, mi pare-.
All’improvviso, Draco si rese davvero conto di quello che aveva detto e, fissando gli occhi velati di lacrime del ragazzo di fronte e lui, disse in un bisbiglio inudibile: -Scusa Potter-.
-Non parlarmi più… Malfoy- rispose Harry, con tutto il disprezzo che riuscì a imprimere in quella parola. Lo lasciò.
Draco si allontanò, con lo sguardo basso.
“Stronzo!” pensò Harry “Che bisogno c’era di essere così cattivo? E io che pensavo che quest’anno fosse migliorato un po’! Perché…?!”.
Una lacrima scese sulla sua guancia, accompagnata da un piccolissimo singhiozzo. Draco finse di non averlo udito, più che altro per non mettere Harry ancora più in imbarazzo.
-Io direi che abbiamo finito- disse invece.
Harry annuì e si voltò per uscire, ma Draco fu più rapido e gli afferrò il braccio: -Potter…-
Harry lo guardò, ma Draco, imbarazzato, aveva lo sguardo rivolto a terra.
-Mi dispiace, davvero. Io… non sapevo quello che dicevo- bisbigliò, con tanta sincerità che la si sentì vibrare nell’aria.
Malfoy si stava scusando! Harry non riusciva a crederci. Voleva dirgli che era un bastardo, uno stronzo, che era stato davvero cattivo, ma dalle sue labbra invece uscì: -Tranquillo, va tutto bene-.
Draco trovò il coraggio per alzare lo sguardo quel tanto che bastava per incontrare gli occhi di Harry e fece una cosa davvero inaspettata: asciugò la lacrima sulla sua guancia e gli diede un lieve bacio sulla punta del naso. Poi scappò via.
Harry invece non si mosse. Le sue gambe erano bloccate, come il suo cervello, inceppato sull’immagine del viso di Draco così vicino. Si toccò il naso e sorrise con un sorriso strano, nervoso, forse un po’ confuso.
Ancora più confuso era però quel ragazzino biondo platinato che correva verso la sala comune di Serpeverde. Cosa cavolo gli era saltato in mente?! “Oh mio Dio” pensava Draco “Ma che cavolo ho fatto?!”. Arrivò nella sala comune, fortunatamente occupata di nuovo solo da Blaise che ripassava. Draco aveva bisogno di scaricarsi.
-Blaise…- proferì, col fiatone –de-devo par-la-rti!-
Blaise abbassò il libro di Incantesimi.
-Dimmi Draco-
-Bla-ise… anf anf… asp…- sedette sul divano accanto all’amico e riprese fiato.
Quando fu in grado di articolare una frase di senso compiuto senza interrompersi, disse: -Hai presente quando mi hai detto della Weasley?-
-Si- rispose Blaise, lievemente scocciato che l’amico tornasse sull’argomento.
-Beh, ecco… Diciamo che mentre ti dicevo tutte quelle cose su di lei, mi sentivo un ipocrita…-
-E perché?-
-Beh, ecco, vedi… insomma… da un po’ sono ossessionato da una persona che la mia famiglia non approverebbe mai… anzi, anche peggio…-
-E cioè?- Blaise si stava scocciando di spingerlo a parlare ma le sue pause dicevano che Draco aveva bisogno di incoraggiamento.
-Blaise, giurami di non odiarmi…-
-Giuro-
-È… Potter…-
-Potter?! Ti piace Potter?!- Blaise scoppiò a ridere. -No, ahahaha, non ci posso credere!-
Draco era imbarazzatissimo, così Blaise si ricompose.
-Scusa. Ti piace Potter?-
-Non ho detto che mi piace!- fece Draco, indignato.
Blaise lo guardò storto. -Ma l’hai pensato- affermò.
-Ehm.. si okey, è probabile-
-E cosa pensi di fare?-
-Che vuol dire ‘Cosa pensi di fare’?! Niente! Che vuoi che faccia!-
-Provarci?!- fece Blaise, in tono ironico.
-NON SE NE PARLA! Hai idea di che due di picche prenderei?!-
-Ma che ne sai! Se non ci provi come vuoi sapere se ricambia o no?!-
-In ogni caso, non posso parlarci-
-E perché mai?-
-Per quello che ho fatto poco fa-
-E che hai fatto poco fa??…- chiese Blaise, terrorizzato.
-Beh… io…-
-Senti un po’, Draco! Dì le cose da solo, mi sembra di farti un interrogatorio se no!-
-E tu non mi interrompere!-
-Okey okey. Parla-
-Ho detto una cosa molto cattiva sui suoi, così lui si è quasi messo a piangere....- cominciò a raccontare Draco
-COOSA?!- interruppe Blaise
-Aspetta! E insomma alla fine, quando stavamo andando via, io… beh… gli ho chiesto scusa, e…-
-GLI HAI CHIESTO SCUSA?!?!?-
-BLAISE! La pianti di interrompermi?!-
-Si, scusa-
-Insomma, gli ho chiesto scusa, gli ho accarezzato una guancia asciugando una lacrima e gli ho dato un bacio sul naso….- sorrise imbarazzato.
-Che dooooolce!-
-Blaise!- [Draco -> =___=”]
-Che carie! Comunque sei stato bravo-
-Grazie. Il punto è che mi manda in pappa il cervello-
-Me ne sono accorto!-
-Ecco… E, oh Blaise, non so che fare!-
-Draco, conta su di me! Risolveremo questa faccenda!-
-Ma Blaise, non so nemmeno cosa voglio io!-
-Nel senso che non sai se ci vuoi stare?!-
-Esatto! Sono davvero confuso! E poi mio padre…-
-UNO: tuo padre è in prigione. DUE: FOTTITENE!-
-Ma Blaise…-
-Niente ma!-
-Okey, mi arrendo, la sai più lunga…-
-Perfetto! E ora a nanna che è tardi! Ci pensiamo domani-
-Okey mamma- sorrise Draco
-Buonanotte, romanticone-
Draco fece una pernacchia enorme, ma rispose: -Buonanotte Blaise, e grazie-

***

Nei giorni che seguirono, Draco tentò di evitare Potter in tutti i modi, sebbene Blaise lo esortasse a fare il contrario. Ma non poteva, continuava a giustificarsi, avvicinarsi a Harry dopo quello che aveva fatto.
Harry, invece, tentò di non calcolare minimamente Malfoy, non perché era arrabbiato o in qualche modo inquietato dal gesto del biondo, ma piuttosto perché solo a sentirlo vicino il cervello si sconnetteva, e lui si muoveva d’istinto, rischiando di fare un discreto numero di figuracce. Così si applicava ancora di più nel Quidditch per non pensare a Malfoy, come del resto aveva fatto dall’inizio dell’anno. Nessuno poteva biasimarlo, visto che la partita era attesissima e si avvicinava sempre più. Erano ricominciati i tanto frequenti insulti tra le Case di Grifondoro e Serpeverde a lezione e nei corridoi. Eppure tutti avevano notato che i rivali per eccellenza delle due Case avversarie, più che insultarsi, si ignoravano, nel dispiacere degli adoratori di risse, ma con la felicità dei Prefetti, dei Capiscuola e in particolare della Granger, che però continuava a interrogare il moro su questo suo atteggiamento. Lui si limitava a scrollare le spalle o a mugugnare qualcosa privo di senso.
Ma una sera in cui la sala comune di Grifondoro era quasi deserta e Ron era a ripetizioni, Harry si convinse a parlare con Hermione, che dopotutto gli aveva sempre dispensato grandi consigli. Era appena tornato da un allenamento particolarmente duro, ed era stanco. Ma quando vide l’amica scrivere ad un tavolino nei pressi del camino, le si avvicinò.
-Herm… posso parlarti?-
Lei alzò gli occhi dalla pergamena e sorrise.
-Finalmente! Siediti-
Lui sedette.
-Allora… dimmi un po’, cosa ti tormenta tanto da farti allenare così intensamente?-
-E-e tu come diavolo lo sai che mi alleno per distrarmi da qualcosa?!-
-Andiamo Harry, è palese!-
Ma, si disse Harry, lui non l’avrebbe mai capito! L’amica era proprio brava a leggergli dentro.
-Beh… mi piace una persona…-
-Ed è un problema?!- fece la ragazza, incredula
-Si… perché è impossibile che mi piaccia davvero questa persona!-
-E sentiamo, chi sarebbe questa Musa? Questa dolcissima Ninfa che ha rubato il cuore più ambito di Hogwarts?-
-Non esagerare! Rubato il cuore, tzè! E poi chi ti ha detto che è una ragazza?!-
-Aspetta, m-mi sta-stai dicendo che… che ti piace un ragazzo?!-
-Si, esattamente!- rispose Harry con finta spavalderia, ma per sfidarla.
-Oh… wow… Harry, ma è fantastico!-
-Cosa?!- fece lui, spiazzato.
-Ma sì! Finalmente hai trovato la tua strada! C’avevo già pensato, per la verità-
-Avevi già pensato a cosa, per l’esattezza?!-
-Al fatto che tu sia gay! Secondo me è palese. Dal secondo anno hai la ragazza più bella di Hogwarts che ti viene dietro e la ignori… L’esperienza con Cho è andata male… Diciamo che avevo già una mezza idea che tu fossi ‘dell’altra sponda’-
-UNO: chi ti dice che io sia gay?! Potrebbe essere un momento. Dopotutto, non sono mai andato a letto né con un ragazzo né con una ragazza, quindi come faccio a sapere cosa preferisco?!-
-Giusta osservazione… Ma ti ho già spiegato perché io la penso così. Due?-
-Sì… DUE… ehm… non mi ricordo…-
-Ahahaha! Sei terribile! Comunque chi è il fortunato?-
-Ehm… non so se è tanto fortunato… né se lo sono io!-
-Perché? Scusa chi è?-
-È… oh Herm… non so come dirtelo… io…-
-Fidati di me-
-Io mi fido, non è quello il punto! È che… E va bene! È… Malfoy!-
-Malfoy?! Ti piace Malfoy?!- Hermione scoppiò a ridere. -No, ahahaha, non ci posso credere!-
-Herm…- disse Harry, flebilmente.
-Scusa Harry. Ma… ahahaha… oddio! Dopo cinque anni e passa che vi odiate!-
-Herm, così non mi aiuti!-
-Hai ragione, oddio, scusami- disse lei, mortificata.
-Scuse accettate. Ora… che faccio?-
-Ci provi?!-
-Non dire cavolate! Mi odia! L’hai detto anche tu!-
-Ma che ne sai! Scusa pure tu lo odiavi! E invece ora ti piace! Magari anche a lui è successo lo stesso!-
-Andiamo Herm! Di solito sei così realista! Non dire cavolate! Che finisco pure per illudermi!-
-Ti piace davvero, eh?!-
-Si… insomma, credo! È che quando gli sono vicino… oh Herm… è tutto così strano! Anche pensarlo mi manda i neuroni in vacanza!-
-Beh, effettivamente è molto bello… e sexy… ha un bel corpo… e potenzialmente è anche intelligente!-
-HERM! Non mi aiuti così!-
-Oddio Harry, scusami, scusami tanto!-
-Scuse riaccettate! E Herm… ti ricordi quando avevamo la punizione io e lui insieme?-
-Si, certo. Che è successo?- fece lei, apprensiva.
-Mi ha dato un bacio sul naso e mi ha accarezzato una guancia-
-YEP! Lo sapevo che gli piaci!-
-Ma che c’entra! È che era stato cattivo con me-
-Beh, ma comunque non è da lui… quindi gli piaci!-
-Non puoi esserne certa-
-Beh… dobbiamo trovare un modo per capirlo-
-Ma Mione, no, non gli piaccio! Punto-
-Che ne sai! Harry hai solo bisogno di un’occasione per stuzzicarlo un po’ e vedere se ricambia-
-Okey Herm, proverò. Ma dove la troviamo un’occasione?-

***

La risposta alla domanda di Harry arrivò qualche giorno dopo, alla fine della lezione di Lumacorno.
-Harry, Granger, Malfoy e Zabini, verreste un attimo qui, prima di uscire?-
I ragazzi si avvicinarono alla cattedra.
-Ci dica, signore- concesse Hermione.
-Volevo fare un regalo a voi ragazzi del Lumaclub: quest’anno Halloween capita di sabato, e quindi non ci sono lezioni, così ho pensato che, visto che nessuno studente vuole perdere il Banchetto in Sala Grande, potremmo organizzare una festa il 30 di Ottobre, che ne dite?-
-Ma professore! Io volevo approfittarne per studiare!-
-Signorina Granger! Non penso che voglia davvero tirarsi indietro all’opportunità di una festa senza professori (neanche io) con la possibilità di invitare un’altra persona a sua scelta anche al di fuori del Lumaclub!-
-C-cosa?!- esclamarono i quattro ragazzi.
-Avete sentito bene. Allora, ci state?-
-CERTO!-
-Perfetto. Ma temo che ci sia un intoppo: non sono riuscito a convincere nessun gruppo musicale a partecipare, quindi per la musica dovete vedervela da soli-
-Non si preoccupi, professore, ci pensiamo noi!- disse Harry, che prese mentalmente appunto di chiedere a Seamus un po’ d’aiuto.
I quattro ragazzi uscirono dall’aula con un sorriso smisurato stampato in faccia, per l’enorme possibilità offerta loro: Blaise ci avrebbe provato con Ginny, Herm avrebbe portato Ron e Harry e Draco… avevano trovato un’occasione fantastica.





Non so se avete notato, ma Blaise e Herm hanno più o meno la stessa reazione e persino dicono la stessa cosa non appena gli amici si confidano. C'è un gioco-forza su quei due che si svilupperà più tardi. Non dico altro >x<
Per quanto riguarda Gazza, il non parlare benissimo è voluto, non è errore.

ALLA PROSSIMA!
 
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Holly }
view post Posted on 11/6/2007, 20:23




uffaa ç_____ç

ma perchè nessuno commenta??? T_T *pianZe*
 
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Amira.Isidihar
view post Posted on 28/6/2007, 19:14




Ciauz, sono una lettrice che di solito nn lascia commenti ne altro, ma visto che vorrei,( please :grin: ) che tu continuassi, thanks
LA TUA STORIA é BELLISSIMA!!!!!!!
:love:
:sbav:
:lovelove:
:strunz:
image
 
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Holly }
view post Posted on 9/7/2007, 21:09




*____* grazie! Mi sto scervellando sul 5° cap, spero di postare al più presto, ma tanto nessuno legge più =___=
 
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38 replies since 17/12/2006, 00:34   1099 views
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