| Ce l'ho fattaaaa!!!!! Tra scuola e mancanza di idee credevo che non avrei mai finito il capitolo 4, e invece ce l'ho fattaaa!!! *saltella* Eccolo qui! Lunghetto e todo per voi! Ah, e a scuola finita scriveròòòò!!!! Anche perchè ho appreso che starò per lo più a casa quest'estate e questo vuol dire "capitoli"! Ora prego vi lasssio alla vostra lettura. Sperando che vi piaccia quanto piace a me...
Capitolo 4 Sincerità
-Harry!- Il ragazzo si rialzò dal pavimento freddo, recuperando il manico di scopa rotolato un po’ più in là. Si spolverò gli abiti e sorrise a Hermione, con cui si era scontrato poco prima. -Scusa Herm, ero sovrappensiero- -Come sempre in questi giorni, dopotutto-. Lei lo guardò un po’ male. Harry la fissò, immobile. Poi, imbarazzato, disse: -Scusa, devo proprio andare… Gli allenamenti…- Il fatto era che nell’ultimo periodo il viso di Malfoy gli si era stampato davanti agli occhi e pareva non avere intenzione di andarsene. -Si, capisco. Senti, se hai bisogno di parlare…- fece Hermione. Harry annuì. -A dopo- disse, mentre sopraggiungeva alle sue spalle un affannato Ron, anche lui con il manico di scopa in spalla. Hermione guardò i due avviarsi di gran carriera verso il portone e scosse lentamente la testa. Poi continuò a camminare verso il suo dormitorio, con l’intenzione di leggere un buon libro. Erano passate circa due settimane dalla festa nell’ufficio di Lumacorno, due settimane che Harry aveva trascorso allenandosi senza posa. E anche quella sera si stava allontanando dal tepore della sala comune, verso il freddo che non aveva tardato ad arrivare e che ormai ghiacciava il prato tra il castello e il campo da Quidditch. Ben presto i due amici, in silenzio, raggiunsero il resto della squadra. Si cambiarono rapidi, sempre senza parlare, e si gettarono sul terreno di gioco, decollando immediatamente. La squadra era affiatata come sempre, il gioco era serrato e tecnico, ormai le tattiche venivano eseguite senza errori. Harry guardò orgoglioso i suoi compagni e sorrise: la squadra che aveva messo su era proprio niente male. Osservò i Cacciatori muoversi in perfetta sincronia, in base soltanto agli sguardi d’intesa, i Battitori giocare con la solita energia, e il suo amico rosso impegnarsi al massimo per parare i tiri dei compagni. Si disse che nella prima partita i Serpeverde non avrebbero avuto scampo. E fu solo quando li vide entrare in campo che si rese conto di aver già terminato la sua ora di allenamento. Atterrò, e così fecero gli altri. Fronteggiarono per un attimo la squadra dei verde-vestiti. Harry ebbe modo di fissare per un momento gli occhi in quelli argentei di un ragazzo biondo e slanciato. Draco non abbassò lo sguardo, né lo girò, sostenendo orgoglioso quello di Harry. Poi i Grifondoro girarono sui tacchi e andarono a cambiarsi. Draco scrutò l’andatura naturalmente molleggiata di Harry e per un attimo gli balenò alla mente un ricordo sfocato del moro che si sfilava il maglione blu di cachemire, rimanendo in camicia. Si rammaricò un po’ di non ricordarsi altro della festa, se non la beata sensazione che aveva provato addormentandosi quella notte, quando l’alcool era stato un po’ assorbito dal suo giovane corpo. Prese in mano il Boccino. Uno strano pensiero gi balenò alla mente: quella pallina era appena stata tra le dita del Bambino Sopravvissuto. Non sapeva perché, ma quella cosa lo divertiva e lo faceva sentire stranamente nervoso. Effettivamente si sentiva un po’ ossessionato da Potter nell’ultimo periodo.
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Quando Draco tornò in sala comune, una sera di qualche giorno dopo, la trovò semideserta, se non per una persona a lui nota fin troppo bene, che studiava Trasfigurazione distesa comodamente su un divanetto nero. Draco spostò con poca eleganza i piedi di Blaise e si lasciò cadere sulla lucida pelle, sbuffando sonoramente. Blaise lo guardò inarcando un sopracciglio da sopra al libro aperto davanti al viso. Poi sorrise. -Ciao- fece, divertito. -Ciao- rispose Draco. -Sono stanchissimo! Al diavolo questi maledetti allenamenti, non ho nemmeno ripassato Trasfigurazione!- Draco notò il libro aperto tra le mani del compagno e continuò: -Nemmeno tu a quanto pare!- Blaise ammiccò. -Vorrà dire che ripasseremo insieme- proferì, avvicinandosi di scatto al viso di Draco e respirando forte sulla sua guancia sinistra. Che baciò subito dopo. Draco si voltò e i loro nasi si sfiorarono, come le loro labbra un secondo dopo. Un semplice bacio. Ormai era un’abitudine che quei due si salutassero così. Per il biondo era un gioco, un modo, lievemente erotico, di dimostrare l’infinita amicizia con Blaise, ma non era sicuro che per l’altro ragazzo fosse lo stesso. Draco non ci aveva mai perso niente giocando in quel modo: dopotutto Blaise era davvero bello e, per quanto aveva sperimentato, anche estremamente bravo a letto. I due si sorrisero per un attimo, poi Draco si alzò e andò a prendere in dormitorio il suo libro di Trasfigurazione. Quando tornò, Blaise aveva assunto una posizione lievemente più eretta e concentrata. Cosa che a Draco dispiacque: aveva tutta l’intenzione, quella sera, di divertirsi per bene. Era un po’ spossato, in quei giorni, dalla reazione che aveva il suo corpo davanti a Potter, che mano a mano stava cominciando a interessargli sempre di più. E quindi necessitava urgentemente di una distrazione. Ristese il giovane sul divano e salì a cavalcioni su di lui, cominciando a baciargli il collo e salendo lungo la linea della mandibola per raggiungere l’orecchio. Quando Draco lo morse, Blaise gemette, ma dolcemente staccò il biondino da sé, sussurrando: -Draco, non posso, davvero…- Draco lo guardò, stupito. -Ehi Blaise! Non mi dire… Ti sei fatto la ragazza!- esclamò, canzonatorio. -Beh, no, non proprio… Ma forse interesso a quella che mi piace…- -E chi sarebbe costei?- fece Draco, stringendo gli occhi con fare indagatore. -Non p-posso dirtelo- balbettò l’altro di rimando -Come?! Mi stai dicendo che non posso saperlo?! Ci siamo sempre detti tutto!- cominciò a preoccuparsi il biondino. Draco ragionò febbrile e ricordò il complimento che l’amico aveva fatto alla Granger. Sbarrò gli occhi. -N-non sarà la Zannuta!- rise, nervoso. -No…- -Dimmi immediatamente chi è! O io…- minacciò Draco. Blaise si arrese: -È… Ginny Weasley- -Cosa?? Stai scherzando, vero?!- -Mi sa di no- -Gi-ginny Wea-weasley? Blaise, lo sai di chi stiamo parlando??- -Draco… non prenderla così, ti prego!- -Ma-ma… Blaise! Non solo è una Grifondoro, è pure una Babbanofila, traditrice del suo sangue, pezzente!- -Merlino Magico, Draco!- Blaise alzò gli occhi al soffitto -Sembra di sentir parlare mio padre!- -Ecco, sì, appunto! La tua famiglia non approverebbe mai! Lei è tutto quello contro cui lottano i nostri genitori e il Signore Oscuro! I-io…- Improvvisamente, si rese conto delle sue parole. Se Ginny Weasley era tutto questo, Potter lo era dieci volte di più: Potter era il nemico numero uno del Lord, di suo padre, in un certo senso era nemico dell’educazione che aveva ricevuto. Eppure, Potter era esattamente ciò che voleva in quel momento. Quel discorso stava diventando terribilmente ipocrita, per quanto lo riguardava. Spaesato, guardò l’amico, che ribattè: -Draco! Ma insomma! Non credi di essere abbastanza grande per ragionare con la tua testa? A me sinceramente tutte queste storie mi hanno rotto! Una volta fuori di qui, sarà il nostro destino lottare contro di loro a favore degli ideali che ci hanno inculcato dalla nascita. Finché sono a Hogwarts non intendo farmi influenzare da stupidi pregiudizi, Draco, e faresti meglio a fare lo stesso. Poi sono affari tuoi. Io vado a letto, scusa- Blaise si alzò. Draco non tentò nemmeno di fermarlo, ma si accasciò sul divano, colpito dalla forza delle parole dell’amico, che erano tremendamente vere. Solo che, cavolo, la Weasley! Proprio non poteva pensarci. Riportò il pensiero su un’immagine che preferiva di molto: il sedere di Harry mentre usciva dalla Sala Grande quella mattina. “Che farei per avere quel culo!” pensò Draco, nell’ultimo spiraglio di lucidità che gli rimaneva, prima di sprofondare nei cuscini del divano, cullato dalle braccia di Morfeo.
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La mattina dopo Draco si svegliò ancora un po’ confuso. Ma aveva un’idea bella chiara in mente: doveva smettere di pensare a Potter. Perché effettivamente il moro Cercatore aveva invaso un po’ troppo i suoi pensieri. Arrivava così, con immagini buffe, dolci, erotiche e spariva altrettanto rapidamente dalla testa sovraccarica del giovane Malfoy. Ma certo erano le strane reazioni del suo corpo alla vista di Harry a spaventare di più Draco: l’adrenalina saliva vertiginosamente e il cervello si annebbiava; le guance diventavano rosate (il rosso non è concepito dalla melanina Malfoy), la voce non usciva più e gli occhi non volevano saperne di staccarsi dal corpo del moretto. Ma poi Draco tentava di negare in tutti i modi ciò che accadeva regolarmente, giustificandosi con se stesso con le scuse più assurde. In realtà aveva cominciato ad abituarsi a questo strano fascino del giovane rivale, ma le parole di Blaise gli avevano fatto capire la pericolosità di una cotta del genere. Doveva riuscire a smettere. Ma la faccenda si rivelò più difficile del previsto. -Potter! Malfoy! Adesso basta! Mi avete stufata! Potter, se gli lanci un’altra cosa addosso…- -Ma professoressa…- -Niente ma! E tu, signorino Malfoy, smettila di parlare in quel modo o ti mando dritto dal Preside!- -Si si, parla, vecchia Befana…- Harry gli schiaffeggiò la nuca dal banco di dietro. -PUNIZIONE!- tuonò la McGranitt a un passo da loro. -Stasera, nella Sala dei Trofei! Tutti e due!-. Poco dopo, Serpeverde e Grifondoro del sesto anno uscivano dall’aula di Trasfigurazione, Potter e Malfoy con una punizione, Blaise con un’insufficienza e la Granger senza compiti da fare al contrario di un arrabbiatissimo Ron. -Vedi Malfoy, per colpa tua stasera non posso nemmeno allenarmi!- -Per colpa mia! Ma se eri tu che mi tiravi le palline di pergamena e gli schiaffi sul collo!- ruggì Draco di rimando, senza guardarlo però. Harry lo prese per un braccio e lo voltò. -E guardami in faccia quando parlo! Eri tu che parlavi male dei miei amici!- Draco posò lo sguardo sugli occhi smeraldo e ribattè: -Smettila di fare l’eroe, il pezzente e la castora sanno difendersi da soli immagino! E poi, nel caso tu non l’abbia notato, anche io devo scontare una punizione stasera!- Draco liberò il braccio e si avviò a grandi passi, con Blaise che lo rincorreva con un sorriso di scherno sulle labbra. -E tu che cazzo ridi, imbecille! O devo ricordarti il bellissimo Scadente che hai preso?!- Blaise alzò le spalle e non rispose: Draco era più intrattabile del solito, quel giorno. Il biondino stava pensando, come si era ripromesso di NON fare, a Potter. O meglio, al rossore di Potter. Era sempre più convinto che quel ragazzo dovesse fare un corso di yoga: la rabbia gli montava troppo incontrollabile quando parlava o litigava con lui, Draco. -Ehi Drachino- fece Blaise, pungente -mi fai un piacere?! Non dormire mai più sul divano, ti fa male all’umore- -Ah-ah- rispose Draco, svogliato.
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La cena fu troppo breve per i due ragazzi, attesi all’ingresso della Sala Grande dalla McGranitt e da Gazza. Avanzando fra i tavoli, Harry e Draco non poterono fare a meno di beccarsi. -Potter, sei un idiota!- sibilò Malfoy. -Ma sparati!- borbottò Harry, da un angolo della bocca. -Dopo di te, carino- ribattè sarcastico Draco. L’arrivo a ‘destinazione’ impedì a Harry di rispondere a tono, ma non alle sue guance di arrossire per quel ‘carino’. -Potter,- ringhiò Gazza, astioso -spero che quel rosso sulla tua faccia non è causato da alcool, perché se ci sarà una sola sbavatura su quelle coppe io…- -Signor Gazza!- tuonò la McGranitt -Non viene servito alcool agli studenti, durante la cena!- -Lo so professoressa, ma non si sa mai, Potter ha le sue infinite risorse!- rantolò l’altro. Harry scambiò uno sguardo esasperato con Draco, che ridacchiò; poi entrambi si ricordarono di essere nemici e girarono gli occhi. -Bene ragazzi! Seguitemi!- disse austera la McGranitt, che aveva finito di litigare con Gazza. -Befana, lo sappiamo dov’è la Sala dei Trofei- borbottò Draco, che si prese una gomitata da Harry. Immediatamente si voltò e gli fece una smorfia, tirando fuori la lingua in direzione di quell’antipatico di Potter. L’autocontrollo di Harry venne messo a dura prova da quel muscolo rosato che spuntava dalle labbra diafane del ragazzo più sexy della scuola. “Ma perché, cazzo, Malfoy mi fa quest’effetto?” si domandò Harry, mentre passava della cera sulla targhetta ‘Servizi resi alla scuola’ di Riddle, qualche minuto più tardi. Draco era alle sue spalle, e saperlo non giovava al suo umore, terribilmente scosso ogni volta che Harry si trovava nelle vicinanze del biondino mozzafiato. Gazza li aveva lasciati soli, per andare a controllare i disastri di Pix il Poltergeist, così poterono chiacchierare, o meglio, tentare di insultarsi con scarsi risultati per via delle loro emozioni. -Ehi Potter! Come vanno gli allenamenti? Weasley è riuscito a non cadere dalla scopa?- -Ah-ah, Malfoy, che simpatia! Sappi che vi faremo a pezzi!- -Uuuh! Tremo!- -Scherza scherza, poi vedremo chi riderà a partita finita!- -Potter, certo che un po’ di modestia ti farebbe bene!- sussurrò Draco all’orecchio di Harry, dopo essersi avvicinato per lucidare la Coppa delle Case. -Ha parlato Mr Sono Figlio Di Mio Padre! Dimmi, Malfoy, che effetto fa avere un genitore in carcere?- sibilò Harry, malefico. Draco, punto sul vivo, fu più cattivo: -E tu dimmi, Potter, che effetto fa avere i genitori all’Altro Mondo??-. Harry lo guardò, stralunato, e, prendendolo per il colletto della camicia, sussurrò: -Certo che sei caduto proprio in basso, Draco. Un tempo eri più sagace, non dovevi ridurti a scherzare sulla morte, mi pare-. All’improvviso, Draco si rese davvero conto di quello che aveva detto e, fissando gli occhi velati di lacrime del ragazzo di fronte e lui, disse in un bisbiglio inudibile: -Scusa Potter-. -Non parlarmi più… Malfoy- rispose Harry, con tutto il disprezzo che riuscì a imprimere in quella parola. Lo lasciò. Draco si allontanò, con lo sguardo basso. “Stronzo!” pensò Harry “Che bisogno c’era di essere così cattivo? E io che pensavo che quest’anno fosse migliorato un po’! Perché…?!”. Una lacrima scese sulla sua guancia, accompagnata da un piccolissimo singhiozzo. Draco finse di non averlo udito, più che altro per non mettere Harry ancora più in imbarazzo. -Io direi che abbiamo finito- disse invece. Harry annuì e si voltò per uscire, ma Draco fu più rapido e gli afferrò il braccio: -Potter…- Harry lo guardò, ma Draco, imbarazzato, aveva lo sguardo rivolto a terra. -Mi dispiace, davvero. Io… non sapevo quello che dicevo- bisbigliò, con tanta sincerità che la si sentì vibrare nell’aria. Malfoy si stava scusando! Harry non riusciva a crederci. Voleva dirgli che era un bastardo, uno stronzo, che era stato davvero cattivo, ma dalle sue labbra invece uscì: -Tranquillo, va tutto bene-. Draco trovò il coraggio per alzare lo sguardo quel tanto che bastava per incontrare gli occhi di Harry e fece una cosa davvero inaspettata: asciugò la lacrima sulla sua guancia e gli diede un lieve bacio sulla punta del naso. Poi scappò via. Harry invece non si mosse. Le sue gambe erano bloccate, come il suo cervello, inceppato sull’immagine del viso di Draco così vicino. Si toccò il naso e sorrise con un sorriso strano, nervoso, forse un po’ confuso. Ancora più confuso era però quel ragazzino biondo platinato che correva verso la sala comune di Serpeverde. Cosa cavolo gli era saltato in mente?! “Oh mio Dio” pensava Draco “Ma che cavolo ho fatto?!”. Arrivò nella sala comune, fortunatamente occupata di nuovo solo da Blaise che ripassava. Draco aveva bisogno di scaricarsi. -Blaise…- proferì, col fiatone –de-devo par-la-rti!- Blaise abbassò il libro di Incantesimi. -Dimmi Draco- -Bla-ise… anf anf… asp…- sedette sul divano accanto all’amico e riprese fiato. Quando fu in grado di articolare una frase di senso compiuto senza interrompersi, disse: -Hai presente quando mi hai detto della Weasley?- -Si- rispose Blaise, lievemente scocciato che l’amico tornasse sull’argomento. -Beh, ecco… Diciamo che mentre ti dicevo tutte quelle cose su di lei, mi sentivo un ipocrita…- -E perché?- -Beh, ecco, vedi… insomma… da un po’ sono ossessionato da una persona che la mia famiglia non approverebbe mai… anzi, anche peggio…- -E cioè?- Blaise si stava scocciando di spingerlo a parlare ma le sue pause dicevano che Draco aveva bisogno di incoraggiamento. -Blaise, giurami di non odiarmi…- -Giuro- -È… Potter…- -Potter?! Ti piace Potter?!- Blaise scoppiò a ridere. -No, ahahaha, non ci posso credere!- Draco era imbarazzatissimo, così Blaise si ricompose. -Scusa. Ti piace Potter?- -Non ho detto che mi piace!- fece Draco, indignato. Blaise lo guardò storto. -Ma l’hai pensato- affermò. -Ehm.. si okey, è probabile- -E cosa pensi di fare?- -Che vuol dire ‘Cosa pensi di fare’?! Niente! Che vuoi che faccia!- -Provarci?!- fece Blaise, in tono ironico. -NON SE NE PARLA! Hai idea di che due di picche prenderei?!- -Ma che ne sai! Se non ci provi come vuoi sapere se ricambia o no?!- -In ogni caso, non posso parlarci- -E perché mai?- -Per quello che ho fatto poco fa- -E che hai fatto poco fa??…- chiese Blaise, terrorizzato. -Beh… io…- -Senti un po’, Draco! Dì le cose da solo, mi sembra di farti un interrogatorio se no!- -E tu non mi interrompere!- -Okey okey. Parla- -Ho detto una cosa molto cattiva sui suoi, così lui si è quasi messo a piangere....- cominciò a raccontare Draco -COOSA?!- interruppe Blaise -Aspetta! E insomma alla fine, quando stavamo andando via, io… beh… gli ho chiesto scusa, e…- -GLI HAI CHIESTO SCUSA?!?!?- -BLAISE! La pianti di interrompermi?!- -Si, scusa- -Insomma, gli ho chiesto scusa, gli ho accarezzato una guancia asciugando una lacrima e gli ho dato un bacio sul naso….- sorrise imbarazzato. -Che dooooolce!- -Blaise!- [Draco -> =___=”] -Che carie! Comunque sei stato bravo- -Grazie. Il punto è che mi manda in pappa il cervello- -Me ne sono accorto!- -Ecco… E, oh Blaise, non so che fare!- -Draco, conta su di me! Risolveremo questa faccenda!- -Ma Blaise, non so nemmeno cosa voglio io!- -Nel senso che non sai se ci vuoi stare?!- -Esatto! Sono davvero confuso! E poi mio padre…- -UNO: tuo padre è in prigione. DUE: FOTTITENE!- -Ma Blaise…- -Niente ma!- -Okey, mi arrendo, la sai più lunga…- -Perfetto! E ora a nanna che è tardi! Ci pensiamo domani- -Okey mamma- sorrise Draco -Buonanotte, romanticone- Draco fece una pernacchia enorme, ma rispose: -Buonanotte Blaise, e grazie-
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Nei giorni che seguirono, Draco tentò di evitare Potter in tutti i modi, sebbene Blaise lo esortasse a fare il contrario. Ma non poteva, continuava a giustificarsi, avvicinarsi a Harry dopo quello che aveva fatto. Harry, invece, tentò di non calcolare minimamente Malfoy, non perché era arrabbiato o in qualche modo inquietato dal gesto del biondo, ma piuttosto perché solo a sentirlo vicino il cervello si sconnetteva, e lui si muoveva d’istinto, rischiando di fare un discreto numero di figuracce. Così si applicava ancora di più nel Quidditch per non pensare a Malfoy, come del resto aveva fatto dall’inizio dell’anno. Nessuno poteva biasimarlo, visto che la partita era attesissima e si avvicinava sempre più. Erano ricominciati i tanto frequenti insulti tra le Case di Grifondoro e Serpeverde a lezione e nei corridoi. Eppure tutti avevano notato che i rivali per eccellenza delle due Case avversarie, più che insultarsi, si ignoravano, nel dispiacere degli adoratori di risse, ma con la felicità dei Prefetti, dei Capiscuola e in particolare della Granger, che però continuava a interrogare il moro su questo suo atteggiamento. Lui si limitava a scrollare le spalle o a mugugnare qualcosa privo di senso. Ma una sera in cui la sala comune di Grifondoro era quasi deserta e Ron era a ripetizioni, Harry si convinse a parlare con Hermione, che dopotutto gli aveva sempre dispensato grandi consigli. Era appena tornato da un allenamento particolarmente duro, ed era stanco. Ma quando vide l’amica scrivere ad un tavolino nei pressi del camino, le si avvicinò. -Herm… posso parlarti?- Lei alzò gli occhi dalla pergamena e sorrise. -Finalmente! Siediti- Lui sedette. -Allora… dimmi un po’, cosa ti tormenta tanto da farti allenare così intensamente?- -E-e tu come diavolo lo sai che mi alleno per distrarmi da qualcosa?!- -Andiamo Harry, è palese!- Ma, si disse Harry, lui non l’avrebbe mai capito! L’amica era proprio brava a leggergli dentro. -Beh… mi piace una persona…- -Ed è un problema?!- fece la ragazza, incredula -Si… perché è impossibile che mi piaccia davvero questa persona!- -E sentiamo, chi sarebbe questa Musa? Questa dolcissima Ninfa che ha rubato il cuore più ambito di Hogwarts?- -Non esagerare! Rubato il cuore, tzè! E poi chi ti ha detto che è una ragazza?!- -Aspetta, m-mi sta-stai dicendo che… che ti piace un ragazzo?!- -Si, esattamente!- rispose Harry con finta spavalderia, ma per sfidarla. -Oh… wow… Harry, ma è fantastico!- -Cosa?!- fece lui, spiazzato. -Ma sì! Finalmente hai trovato la tua strada! C’avevo già pensato, per la verità- -Avevi già pensato a cosa, per l’esattezza?!- -Al fatto che tu sia gay! Secondo me è palese. Dal secondo anno hai la ragazza più bella di Hogwarts che ti viene dietro e la ignori… L’esperienza con Cho è andata male… Diciamo che avevo già una mezza idea che tu fossi ‘dell’altra sponda’- -UNO: chi ti dice che io sia gay?! Potrebbe essere un momento. Dopotutto, non sono mai andato a letto né con un ragazzo né con una ragazza, quindi come faccio a sapere cosa preferisco?!- -Giusta osservazione… Ma ti ho già spiegato perché io la penso così. Due?- -Sì… DUE… ehm… non mi ricordo…- -Ahahaha! Sei terribile! Comunque chi è il fortunato?- -Ehm… non so se è tanto fortunato… né se lo sono io!- -Perché? Scusa chi è?- -È… oh Herm… non so come dirtelo… io…- -Fidati di me- -Io mi fido, non è quello il punto! È che… E va bene! È… Malfoy!- -Malfoy?! Ti piace Malfoy?!- Hermione scoppiò a ridere. -No, ahahaha, non ci posso credere!- -Herm…- disse Harry, flebilmente. -Scusa Harry. Ma… ahahaha… oddio! Dopo cinque anni e passa che vi odiate!- -Herm, così non mi aiuti!- -Hai ragione, oddio, scusami- disse lei, mortificata. -Scuse accettate. Ora… che faccio?- -Ci provi?!- -Non dire cavolate! Mi odia! L’hai detto anche tu!- -Ma che ne sai! Scusa pure tu lo odiavi! E invece ora ti piace! Magari anche a lui è successo lo stesso!- -Andiamo Herm! Di solito sei così realista! Non dire cavolate! Che finisco pure per illudermi!- -Ti piace davvero, eh?!- -Si… insomma, credo! È che quando gli sono vicino… oh Herm… è tutto così strano! Anche pensarlo mi manda i neuroni in vacanza!- -Beh, effettivamente è molto bello… e sexy… ha un bel corpo… e potenzialmente è anche intelligente!- -HERM! Non mi aiuti così!- -Oddio Harry, scusami, scusami tanto!- -Scuse riaccettate! E Herm… ti ricordi quando avevamo la punizione io e lui insieme?- -Si, certo. Che è successo?- fece lei, apprensiva. -Mi ha dato un bacio sul naso e mi ha accarezzato una guancia- -YEP! Lo sapevo che gli piaci!- -Ma che c’entra! È che era stato cattivo con me- -Beh, ma comunque non è da lui… quindi gli piaci!- -Non puoi esserne certa- -Beh… dobbiamo trovare un modo per capirlo- -Ma Mione, no, non gli piaccio! Punto- -Che ne sai! Harry hai solo bisogno di un’occasione per stuzzicarlo un po’ e vedere se ricambia- -Okey Herm, proverò. Ma dove la troviamo un’occasione?-
***
La risposta alla domanda di Harry arrivò qualche giorno dopo, alla fine della lezione di Lumacorno. -Harry, Granger, Malfoy e Zabini, verreste un attimo qui, prima di uscire?- I ragazzi si avvicinarono alla cattedra. -Ci dica, signore- concesse Hermione. -Volevo fare un regalo a voi ragazzi del Lumaclub: quest’anno Halloween capita di sabato, e quindi non ci sono lezioni, così ho pensato che, visto che nessuno studente vuole perdere il Banchetto in Sala Grande, potremmo organizzare una festa il 30 di Ottobre, che ne dite?- -Ma professore! Io volevo approfittarne per studiare!- -Signorina Granger! Non penso che voglia davvero tirarsi indietro all’opportunità di una festa senza professori (neanche io) con la possibilità di invitare un’altra persona a sua scelta anche al di fuori del Lumaclub!- -C-cosa?!- esclamarono i quattro ragazzi. -Avete sentito bene. Allora, ci state?- -CERTO!- -Perfetto. Ma temo che ci sia un intoppo: non sono riuscito a convincere nessun gruppo musicale a partecipare, quindi per la musica dovete vedervela da soli- -Non si preoccupi, professore, ci pensiamo noi!- disse Harry, che prese mentalmente appunto di chiedere a Seamus un po’ d’aiuto. I quattro ragazzi uscirono dall’aula con un sorriso smisurato stampato in faccia, per l’enorme possibilità offerta loro: Blaise ci avrebbe provato con Ginny, Herm avrebbe portato Ron e Harry e Draco… avevano trovato un’occasione fantastica.
Non so se avete notato, ma Blaise e Herm hanno più o meno la stessa reazione e persino dicono la stessa cosa non appena gli amici si confidano. C'è un gioco-forza su quei due che si svilupperà più tardi. Non dico altro >x< Per quanto riguarda Gazza, il non parlare benissimo è voluto, non è errore.
ALLA PROSSIMA!
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