| “La mano”
Quella mattina a Grifondoro, il tepore caldo dei raggi solari filtravano tra le tende rosse che svegliarono dal suo beato sonno, un ragazzo moro, molto bello, che stiracchiandosi aprì le sue stupende giade.
Rimase nel letto e guardò la sveglia: erano le 7:00.
Si era svegliato mezz’ora prima del solito.
Si guardò intorno: Ron dormiva a pancia in giù con le braccia alzate sul cuscino e un piede fuori dal letto; Seam dormiva su di un fianco con le coperte tirate fin sopra la testa, Neville, invece, stava supino con un braccio che gli ricopriva gli occhi.
I bauli erano ancora aperti, alcune cravatte erano appese sulla maniglia del bagno e le cinture sopra i comodini.
Le sciarpe e i cappelli erano buttati sui letti, mischiandosi al groviglio di coperte e trapunte.
I libri erano sparsi un po’ dovunque dalla sera prima.
Nessun dormitorio era più disordinato del loro… ma ad Harry piaceva così com’era….molto….Grifondoro.
Un senso di tristezza e malinconia affiorò nel cuore del moro e per scacciare via quei brutti pensieri, si alzò e si diresse in bagno dove si fece una bella doccia tonificante per mezz’ora, infondo lui il baule l’aveva già preparato dalla sera prima. Quel pomeriggio stesso avrebbe dovuto trasferirsi, insieme agli altri, a Dragoargento.
Uscì fuori dalla doccia con solo l’asciugamano in vita, si vestì velocemente, ma in modo impeccabile: camicia bianca e pantaloni neri dal taglio classico.
Indossò il mantello e scese giù in Sala Grande per un’abbondante colazione prima delle due ore di Piton!
Intanto in Sala, al tavolo dei Serpeverde, Draco Malfoy, mangiava svogliatamente il suo porridge che mescolava ogni tanto con la forchetta.
C’era rimasto davvero male per la litigata della sera precedente, ma lui non poteva di certo permettere al suo migliore amico di soffiargli via il ragazzo che amava!
Perso nei suoi pensieri, non si accorse dell’arrivo di Blaise che gli si sedette affianco.
Draco sobbalzò:
«Buongiorno…» biascicò il biondo.
«Ciao…» disse Zabini decisamente scocciato.
«Senti Blaise, per quanto riguarda ieri sera….» iniziò Malfoy.
«…Scusami…»
«Co-cosa?...» domandò sbalordito Draco.
«Scusa… se i sono comportato come un bambino a cui viene rubato il lecca-lecca preferito…è solo che….la rabbia…»
«Rende ciechi» finì per lui il biondo.
«Allora…amici?» domandò incerto il moro.
«Veramente….io non sono mai stato tuo nemico, Blaise» rispose Draco.
Zabini non seppe trattenere un sorriso e con un pacca affettuosa sul braccio del compagno disse:
«Grazie Draco»
«Di niente»
«Ma sappi che non ti lascerò Harry così facilmente!» precisò Blaise.
«Lo sospettavo….ma preparati al peggio!»
«Che paura!» lo canzonò il moro.
Si guardarono entrambi e scoppiarono a ridere.
«Comunque, mi hanno comunicato la tua punizione, stamattina, per averti beccato fuori dalla Comune oltre l’orario stabilito….» disse Draco.
«Grazie… mi puoi dire cosa devo fare e chi mi fa la guardia?» chiese Zabini.
«Sabato pomeriggio nell’aula di Divinazione, devi pulire tutte le sfere di cristallo della Cooman.» rispose Draco.
«Bene, ci tenevo proprio a sentire le previsioni di un amore impossibile da parte di quella pazza!» disse Blaise.
«Veramente….ti sorveglierà la McGrannit!» lo contraddì Draco.
«Con la megera, meglio ancora!» sbuffò il moro.
«Ma si può sapere ieri dove cavolo stavi andando?» domandò malfoy.
«Se te lo dicessi ti arrabbieresti solamente» rispose Blaise.
«Non mi arrabbierò però racconta, sai che sono curioso!» esclamò il biondo.
«Bè…ecco… ero andato a fare una passeggiata al settimo piano quando Gazza mi ha beccato!» spiegò Blaise.
«…E di preciso cosa ci facevi al settimo piano?» chiese ancora Draco.
«Bè…. ecco…io…. volevofareunavisitaaiGrifondorospecialmenteadunoinparticolare……» rispose tutto d’un fiato l’amico.
«Aspetta…Cosa? Non ho capito niente! Ripeti lentamente, molto lentamente…» disse il biondo mentre si gustava il suo succo di zucca mattutino.
Blaise sospirò e facendosi coraggio ripeté:« Volevo-fare-una-visita-ai-grifondoro-ad-uno-in-particolare!», detto questo strinse spasmodicamente le palpebre.
Draco nel sentire quelle parole sputacchiò a destra e a manca quel poco di succo di zucca che gli era andato pure di traverso!
«COSA?!»urlò il biondo attirando fin troppo attenzione sul tavolo verde-argento.
«Abbassa la voce!» sussurrò Zabini.
« Cosa diavolo ci saresti andato a fare?» esclamò sibilando furioso.
Ma purtroppo non poté ascoltare le parole dell’ “amico” perché un coro di “oooohhhhhhh” si era levato dalla Sala Grande all’ingresso di un ragazza che conosciamo molto bene.
sembrava un angelo caduto dal cielo per uccidere Lucifero in persona.
Con quel pantalone che gli fasciava le gambe e quella camicia bianca trasparente che lasciva intravedere molto bene il petto scolpito e il mantello che fluttuava dietro dando un effetto….magico…
«Dio, e bello oltre l’impossibile….» sussurrò Draco quasi a non rovinare quel bel momento.
Blaise si girò stupefatto; non si sarebbe aspettato un complimento esplicito dal suo amico che in tutti quegli anni non era stata di certo una persona da far complimenti!
Vedere Draco Malfoy, lo studente impassibile, sciogliersi come il burro al sole, alla sola vista di Potter, era stupefacente!
«Che c’è ?» domandò Draco, distogliendo lo sguardo dal moro grifone che si era seduto vicino ai suoi compagni per la colazione.
Alla domanda del compagno Blaise non rispose ma si limitò a scuotere la testa scacciando quei pensieri e osservando la schiena di Potter.
Avrebbe voluto andare da lui, abbracciarlo da dietro, poggiare il suo petto contro quella possente schiena, toccare quelle labbra, sfiorarle con le sue e lambirle con passione.
«Blaise….BLAISE!» lo richiamò il biondo.
«Si? Scusa, ero distratto…» balbettò Zabini.
«Me ne ero accorto…andiamo innamorato, Piton ci aspetta per la lezione…» disse Draco.
«Ehi! Perché tu cosa sei? Guarda che non sono solo io l’innamorato! Sbaglio o per caso, circa due secondi fa, un biondo di mia conoscenza, ha affermato che quella meraviglia – indicò con l’indice Potter – è belo oltre l’impossibile e che ha sbavato sul tavolo per tuta la passerella del Grifondoro?» domandò scherzoso Blaise mentre riceveva una spintarella dall’amico:
«Cosa? Io non sbavo!»
«Come no?!» ripeté sarcastico il moro.
«No!»
«Si!»
«Vaffanculo…»
«Si, anch’io ti voglio bene, Draco» disse Zabini.
Draco rise e mentre avvolgeva un braccio intorno alla spalla del compagno si avviarono verso la lezione di pozioni.
Quella scena, molto amichevole, non passò inosservata al grifondoro che sentì le viscere contorcersi in una morsa dolorosa, molto dolorosa.
Quei due erano sembrati molto intimi e un forte gelosia si impossessò di harry, il quale, se avesse potuto, avrebbe fulminato Zabini che aveva osato sfiorare il suo angelo.
Nervoso come non mai, si era avviato verso l’aula di Pozioni senza attendere i suoi due compagni.
Aveva trovato i due Serpeverde appoggiati al muro di fronte all’aula; senza degnarli di uno sguardo entrò nell’aula e si sistemò in un banco dell’ultima fila ed aprì il libro di Pozioni Avanzate ripetendo, senza voglia, gli ultimi argomenti trattati.
La campanella di inizio ora non tardò a suonare e come tante formiche che ritornano si radunano intorno per cercare cibo, così gli studenti di grifondoro e di serpeverde entrarono nell’aula seguiti da un più che arcigno professor Piton.
Vicino Harry si sedette come di consueto Ron, mentre Hermione prese posto vicino ad un’assonnata Lavanda Brown.
Piton si girò elegantemente verso la classe e la scrutò con sguardo severo…
Iniziò il suo discorso:
«Spero che abbiate passato un’intera estate nello studiare Pozioni, perché tra un anno a questa parte avrete i M.A.G.O. e vi dico soltanto che chi non riuscirà a ricevere un Oltre Ogni Previsione e come minimo un Eccezionale all’esame di Pozioni… bè… si assicuri di trascorrere un altro anno in mia compagnia.»
A quelle parole un mormorio soffuso si sperse nell’aula.
«Silenzio…» disse tetro il professore, poi riprese:
«Non mi aspetto che superiate i M.A.G.O., ma quest’anno pretendo la massima concentrazione e che studiate Pozioni più delle altre materie, specialmente alcuni di voi che non sanno proprio come preparare un pozione semplicissima come la belladonna!» on ciò, rivolse il suo sguardo verso Harry e Paciock.
«Ho avuto precise informazioni dal Preside che ritiene giusto che anche nelle ore di lezioni ci sia la cooperazione tra le casi ed è per questo che ci sarà una sorta di “cambio posto”.» finì il professore che non nascose un ghigno quando notò le facce bianche e cadaveriche dei suoi allievi.
«Bene… disponetevi a coppie… tranne…: Paciock, Potter, Zabini, Granger, Bulstrode, Malfoy, Tiger e Weasley. Ho formato, con voi, delle coppie che rimarranno così fino alla fine dell’anno scolastico e si aiuteranno a vicenda, ognuno colmerà le lacune dell’altro e viceversa. Che le coppie si dispongano nel modo seguente:
Granger e Bulstrode.
Le due ragazze anche si controvoglia si sedettero nel banco in prima fila.
«Tiger e Weasley, Zabini e Paciock», i quattro si sistemarono nel banco di fianco alle ragazze.
Ron sembrava scocciato, mentre Neville terrorizzato dallo sguardo dallo sguardo fiammeggiante di Blaise che continuava a fissare Draco, maledicendo la sua fortuna sfacciata!
D’altro canto il biondo, sghignazzava alla faccia di Blaise, ma in cuor suo era felice come una Pasqua.
Le coppie si posizionarono nei rispettivi banchi, mentre Harry e Draco prendevano posto nell’ultima fila.
«Bene… per vedere cosa avete combinato quest’Estate …. preparate il Veritaserum.» disse semplicemente Severus.
«Cosa?!» esclamò la Granger.
«C’è qualcuno che non ha compreso le mie parole?»
«Ma, Professore… la pozione la dovremo studiare l’anno prossimo…»spiegò Herm.
«Cos’è signorina Granger è un modo per dirmi che quest’estate non avete studiato?» domandò cinico Piton.
«NO! - si corresse subito – è solo che….»
«Bene, non vedo il motivo per il quale non dobbiate eseguire questa semplice pozione.» rispose pacato Piton.
«Ma…»
«Niente ma signorina Granger e faccia questa pozione!» la sgridò il professore senza degnarla di uno sguardo.
Hermione furiosa iniziò a tirar fuori gli ingredienti da dentro la borsa sbattendoli sul tavolo.
«Cinque punti in meno verranno tolti a Grifondoro per ogni ingrediente sbattuto con violenza sul tavolo dalla signorina Granger» disse Piton, che finalmente aveva vinto quella sottospecie di “sfida”.
Hermione divenne paonazza e senza fiatare iniziò a tagliuzzare delle radici.
D’altro canto anche tutti gli altri studenti si erano messi all’opera dopo quel siparietto.
Nell’ultimo banco:
«Tu tagli le radici le radici, mentre io mi occupo dei ricci» disse Potter.
«Da quanto in qua osi darmi degli ordini Potter?» domandò Draco.
Harry sbuffò:
«Senti Draco, dobbiamo fare questa benedetta pozione, quindi cerchiamo di andare d’accordo e di dividerci i compiti»
«Ok Sfregiato, ma tu tagli le radici!» rispose il furetto.
Sbuffando ancora Harry si limitò ad annuire e iniziò a tagliuzzare.
Con la coda dell’occhio osservò i movimenti di Draco mentre tagliava gli aculei dei ricci. Ogni movimento aveva la giusta forza e delicatezza, era elegante, quasi stesse danzando…
«Cos’è Potter ti sei incantato bel guardarmi?» domandò beffardo Draco.
«No Malfoy, non sei solo tu il più bello di tutta Hogwarts» controbatté Harry, che non si accorse in tempo della terribile gaffe che aveva commesso.
Malfoy sghignazzando lanciò uno sguardo al oro, che per evitare le iridi di ghiaccio dell’altro, lesse il passaggio successivo alla lavagna.
«Mentre faceva ciò, continuava a tagliare le radici prestando poca attenzione a quello che faceva, Infatti:
«Ahi!» sibilò Harry, portandosi l’indice alla bocca.
«Stupido, fa vedere!» disse Draco porgendogli la mano.
«NO» si lagnò Harry.
Il biondo spazientito, sbuffò e con forza prese la mano di Potter e la controllò: il taglio non era molto grande ma abbastanza profondo, infatti usciva molto sangue in piccole quantità.
«Accidenti, ma perché non stai più attento a quello che fai, visto che succede altrimenti…» lo rimproverò Malfoy.
«Scusa…» biascicò Harry mentre metteva un adorabile broncio.
«Non devi chiedermi scusa Potter, avanti da qua.»
Estrasse dalla tasca un fazzoletto con sopra ricamato in verde le lettere “D” & “M”.
“Tipico narcisismo Malfoyano” pensò Harry che vide la sua nemesi strappare il fazzoletto proprio dove erano incise le sue iniziali e di legarlo intorno alla ferita.
«Ecco… così dovrebbe andare… e fai più attenzione!»
«Si mamma!» lo prese in giro Harry, mentre il biondino tornava ad occuparsi dell’intruglio della verità.
Avevano mischiato già un po’ di ingredienti in quel vecchio calderone e a giudicare dall’aspetto e dal colore azzurro chiaro la pozione era pronta.
Harry si sarebbe meravigliato se non avessero almeno preso una O.
«Bene – iniziò il professore – penso che adesso le pozioni devono essere pronte – si soffermò un attimo, adocchiò la pozione di Paciock che aveva assunto un colore violaceo, sogghignò tra se e riprese – l’unico modo per testarla è berla.»
«COSA?!» esclamò Harry.
«Cosa c’è signor Potter, paura di svelare qualche cosa di scandaloso che possa compromettere la vostra persona?» domandò Severus sprezzante.
«No, signore.»
«Allora beva quella pozione o il bambino sopravvissuto è troppo importante per abbassarsi a bere una pozione a differenza di noi comuni mortali?» chiese sarcastico il nozionista.
«No, ma…»
«Beva quella pozione Potter e dieci punti in meno a Grifondoro!» concluse Piton mentre tornò ad aggirarsi per i banchi.
«Chi beve per prima?» domandò Harry a Draco.
«Visto che la cosa ti sconvolge tanto, berrò prima io» e così fece.
«Allora, fammi delle domande…»
«Bè…allora, sei un mangiamorte?» domandò azzardando.
«No e già lo sai!» disse Draco offeso.
«Vediamo un po’… qual è il tuo colore preferito?»
«Che domande! Verde è logico!»
«Ok…. er… - mentre pensava a quello che voleva domandargli arrossì vistosamente ma si fece coraggio e chiese - …Draco… t-tu… sei gay?»
Il biondo sghignazzò e rispose:«Bisex, ma onestamente preferisco il sesso maschile che quello gentile».
Harry rimase a bocca aperta, non solo per la piacevole sorpresa, ma anche per come il compagno aveva esposto con pura semplicità e naturalezza i suoi gusti per quanto riguarda il sesso.
«Cos’è Potter, hai qualcosa contro gli omosessuali?»
«No, assolutamente!» si affrettò a dire Harry.
«Meglio per te, continua con l’interrogatorio.»
«Di cosa stavate parlando tu e Zabini?» domandò velocemente.
«Di te…» disse il biondo rosso in viso.
«Ah! E di cosa esattamente?» chiese curioso Potter.
«Bè… ecco…- si passò la mano tra i capelli e le gote presero fuoco – parlavamo del fatto che… Blaiseèinnamoratodite…».
«Come? Non ho capito niente! Ripeti!»
«Ti prego non farmelo ridire» supplicò Draco.
«No, adesso me lo dici!» imperò Potter.
«Blaise è…»
«Si?» lo incoraggiò il grifondoro.
«… è…»
«CAMBIO TURNO!» urlò Piton, salvando il figlioccio da quella situazione critica.
«Pfiù… allora Potter – si sfregò le mani – cominciamo?»
«No dimmi cosa stavate dicendo su di me!» insisté Harry.
«No-no-no-no, adesso tocca a me fare le domande sfregiato»
«Dai Draco!» esclamò il moro mettendo la bocca a palloncino e le braccia conserte.
«No! Parla con Blaise se tanto ci tieni!»
«Ok!»
«Bevi allora!» disse Draco porgendo il bicchiere con le tre gocce di Veritaserum.
Il moro lo bevve tutto d’un fiato e attese le domande.
Notò subito il brutto ghigno che era dipinto sul viso della serpe e si preparò al peggio, maledicendo Piton di averlo messo in coppia con Malfoy.
«Allora, preparati per il peggio Potter: sei etero, bisex o gay?» domandò a bruciapelo Malfoy.
«Gay…» fu l’immediata risposta del moro che per lo stupore si portò le mani alla bocca, come a frenare le parole che gli scivolavano via senza freno.
«Mmm… bella scoperta!» esclamò Draco.
«Non lo dirai a nessuno, vero?» domandò Harry.
«Guarda che stai parlando con un Malfoy, persone che…»
«Che godono nelle disgrazie altrui!» finì per lui il moro.
«Ti sbagli! Non stavo per dire questo, stavo dicendo che sappiamo mantenere i segreti e se andassi in giro a sputtanarti a destra e a manca, come minimo Silente mi lincia!» disse Draco che si era arrabbiato non poco per la frase del moro. Allora per cattiveria il biondo chiese:
«Dimmi Potter, hai mai fatto sesso?»
Si pentì subito, perché osservando l’espressione del moro poté notare di averlo messo in un imbarazzo mostruoso, Ma harry, per via della pozione, rispose:
«Non né ho mai avuta l’occasione….»
«Perché?»
«Sembra stupido dirlo, ma… non ho ancora trovato la persona giusta…»
«Dio mio Potter1 C’è quasi mezza scuola, femminile e maschile, che non vede l’ora di sfottere o farsi potter da te e tu… non hai ancora trovato la persona giusta!» esclamò draco, che dentro di se era felice come una Pasqua e sperava vivamente di essere “la persona giusta” per Potter.
«Si ma, loro lo fanno solo perché sono Harry Potter, non Harry un sedicenne pieno di problemi, che frequenta la scuola come tutti e che porta un enorme peso sulle spalle.» spiegò il grifone.
«Capisco…» fu il commento di Draco.
«Fai anche tu parte di quelle persone?» domandò sarcastico Harry.
«Sono io che faccio le domande, Potter!» controbatté Malfoy.
«Ok! Ok! Non scaldarti!»
«Hai studiato Storia della Magia?»
«No»
«Bene… e con Rüf come la metti?» chiese Draco, mentre incrociava le braccia al petto a mo di sfida.
«Ti ricordo che oggi abbiamo solo quattro ore, perché dobbiamo trasferirci tutti a Dragoargento!»
«Cazzo! Me ne ero proprio dimenticato!» dicendo questo Draco si schiaffò una mano sulla fronte.
«Wow Malfoy, pensavo dessi più attenzione al programma scolastico!»
«Infatti, è solo che questa cosa mi è proprio sfuggita di mente!» si giustificò il biondo.
«Troppo impegnato, Malfoy?» domandò Potter.
«A differenza di te Potter si! Io non vado a gironzolare di notte per i corridoi, invece di studiare!» disse Draco.
«Grazie della considerazione , serpe!» rispose Harry ferito nell’animo.
«Scusa…io….» ma Draco non finì di parlare perché in quel preciso istante, la campanella suonò annunciando la fine dell’ora. Il moro, d’altro canto, si dileguò senza nemmeno attendere Ron ed Hermione.
Si trovava già nei corridoi per raggiungere l’aula di trasfigurazione quando sentì dei passi veloci che lo raggiungevano.
«Harry!» esclamò la persone.
«Senti Ron, scusa se non ti ho asp…» parlò Harry mentre continuava a camminare senza voltarsi.
«Come puoi paragonarmi donnola, ti sembra che abbia capelli rossi e lentiggini?» disse la voce che afferrò il braccio del moro e lo voltò.
Era Draco.
«Che vuoi?» chiese Harry spazientito.
«Che cortesia!» esclamò Malfoy.
«Muoviti malfoy non ho tempo da perdere!»
«Possiamo fare la strada insieme, dovrei parlarti.»
Harry lo guardò stranito.
«Che c’è?» chiese Draco.
«Cosa direbbero se ci vedessero camminare per i corridoi, parlando civilmente!?!»
«Per me, in questo momento gli altri posso anche andare a cagare, non mi interessa!» e così iniziò a camminare affianco ad Harry.
«Allora – iniziò Potter – cosa devi dirmi?».
«Bè ecco io….volevo scusarmi…ecco» disse il biondo arrossendo mentre si sfregava la mano dietro la testa imbarazzato.
Harry rimase sconcertato. Draco, forse, era davvero cambiato, perché il vecchio Malfoy, non si sarebbe mai sognato di chiedere scusa a qualcuno, specialmente, se quel qualcuno si chiamava Potter!
«Allora! Sfregiato mi senti?» domandò mentre scuoteva il braccio del moro.
«Scusa. .. di che?»
«Scusa … per tutto, per prima in classe, per la litigata….per lo schiaffo…»
«Ah! Quello….bè storia passata» disse semplicemente Harry.
«Dici sul serio?»
«Mai stato più serio di così!»
A quell’affermazione Draco non poté che sorridere.
«Oddio!» esclamò lo sfregiato.
«Che c’è? Che succede?»
«Mi serve una macchina fotografica»
«Per fare che?»
«Per immortalare questo momento: Draco Malfoy che sorride! Numero!»
Draco rise ancora di più e disse:«Guarda che io sorrido spesso…».
«Ma io non ti ho mai visto sorridere, questa è la prima volta!»
«Forse, perché prima ci odiavamo?» domandò in modo retorico il serpeverde.
Harry sorrise alla domanda e scosse la testa. Aveva ragione…come sempre del resto!
«Comunque hai un bel sorriso…» disse Harry mentre prendeva letteralmente fuoco.
«Cosa?» chiese malfoy.
«Hai capito bene!»
«No, dai – fermò il moro – ripetilo, non ho capito…» disse sinceramente.
«Ho detto che hai un bel sorriso….e che dovresti sorridere più spesso…..» disse mentre continuava a camminare per non guardare negli occhi la serpe.
«Wow Potter che fa un complimento a me, a Draco Malfoy!».
Potter fraintendendo rispose:« Se non ti aggrada, Malfoy!»
«Ehi! Calmo, stavo scherzando…. grazie….» rispose Draco.
«Prego, le cose belle devono ricevere dei complimenti» disse harry.
«Cos’è Potter, oggi mi aduli?»
«No, ti prendo per il culo è diverso….» ridacchiò mentre riceveva una leggera spinta dal biondo che per vendicarsi disse:
«Allora…sei davvero vergine, Potter?».
«Ti ho già risposto mi pare….»
«Lo so, ma vorrei parlarne più approfonditamente…»
«D’accordo, sono gay e vergine, non ho ancora fatto sesso e non ho ancora intenzione di farlo!» mentì spudoratamente su quest’ultima cosa.
«Non ti credo…»
«Sono sotto veritaserum, Draco!»
«Ti sbagli l’effetto della pozione è sparito già da un pò, quindi mi hai mentito quando hai detto che non hai ancora intenzione di farlo»
«E chi te lo dice che voglio farlo…»chiese Harry.
L’occasione gli fu servita su di un piatto d’argento e Draco non se la fece sfuggire.
Arrivati vicino alla statua della Strega Orba afferrò Harry per il colletto della camicia e lo sbatté vicino al muro. Con un gesto non molto delicato, sfiorò l’inguine del moro che ansimo.
Ripresosi da quel momento di debolezza, Harry cercò di spingere via Draco, che stava posando la mano proprio sulla patta dei pantaloni del moro, dove adesso si poteva vedere e sentire l’eccitazione pulsante del moro.
«D-draco…anf…ah…che c-cazzo stai….faah….facendo?» gemette la vittima.
«Ti dimostro la tensione sessuale che hai accumulato per tutto questo momento, Harry….» disse il biondo mentre apriva la zip e intrufolava la mano nei pantaloni dove afferrò il membro del moro e iniziò un abile gioco di polso.
«Anf…ah….s-smettila…ti p-prego…basta…» ansimava Harry mentre calde lacrime scendevano sulle guance.
Lacrime, che vennero prontamente tolte via dall’audace lingua del biondo che scese fino allo zigomo del moro, per poi impossessarsi delle agogniate labbra, dolci e piene che non chiedevano nient’altro che essere violate.
Fu un bacio violento e pieno di passione, pregno dell’amore che Draco provava per Harry.
In quel momento Potter capiva ben niente:
le emozioni di paura e piacere presero a vorticare furiosamente nella sua testa. Sentiva chiaramente la lingua di Draco che chiedeva il permesso di entrare. Permesso, che piano piano venne conquistato da quelle stupendi labbra e da quella lingua così audace che esplorò tuta la bocca del moro per cercare la gemella. Si scontravano, si bramavano, si amavano….
Si staccarono, dopo quello che era sembrata un’eternità, ansimando cercarono di riprendere fiato.
Erano entrambi arrossati in viso per la foga del momento e si guardarono negli occhi. In quelli della speranza una grande delusione e…vergogna, in quelli d’argento, che prima risplendevano di lussuria, ora v’era solo tristezza per la mosso troppo affrettata e decisamente azzardata.
Prima che uno dei due potesse dire qualcosa, un’orda di studenti si incamminava per arrivare alla torre di Astronomia. Draco colse l’occasione, scappò, rifugiandosi nella massa di scolari che mano a mano lo inghiottiva. lasciando Harry sconvolto, spossato, tra le lacrime mentre si accovacciava in terra, nascondendo la testa tra le gambe cercando di reprimere i singhiozzi che lo scuotevano e le lacrime che scendevano senza sosta su quel viso d’angelo.
*
Correva velocemente tra i corridoi.
Correva senza fiato, ma non avrebbe ceduto alla stanchezza, avrebbe raggiunto il dormitorio il prima possibile, non poteva farsi vedere in quello stato.
Mentre correva non si accorse dei suoi amici che stavano raggiungendo l’aula di Trasfigurazione.
Ron ed Hermione camminavano mano nella mano, chiacchierando del più e del meno.
Ad un certo punto, videro il loro amico che correva in direzione del dormitorio.
“Forse si è dimenticato il libro” pensò Hermione, la quale appena cercò di fermarlo, notò le guance arrossate e gli occhi gonfi e rossi di pianto , l’aria sconvolta non prometteva niente di buono…
Ma Harry non si era fermato, aveva continuato la sua corsa ininterrotta.
«Cosa gli e successo?» domandò sconvolto ron.
Ma la moretta non si perse in chiacchiere e ribatté:
«Ron, corri in classe, di alla McGrannit che io ed Harry arriviamo tra un po’!», mentre parlava iniziò a correre per raggiungere l’amico in difficoltà.
«Aspetta! Cosa le dico?» urlò Ron.
«Inventati qualcosa….» fu la fioca risposta della ragazza, che era appena sparita dietro l’angolo.
«Già…”inventati qualcosa„… come se fosse facile…» disse in tono rassegnato il rosso che sconfortato si avviò per la dura lezione di quella bisbetica della McGrannit.
*
Aveva appena varcato le soglie della Comune e si era diretta verso il dormitorio maschile mentre ringraziava tutti i santi di essere nata donna.
Aveva abbassato la maniglia della porta lentamente, aprì, entrò e si richiusa la porta alle spalle.
Il sole filtrava dalle tende che erano ancora tirate dando calore a quella stanza pulita, ordinata e che odorava di fresco pulito.
Se avesse potuto si sarebbe volentieri sistemata lì per studiare, non solo per la comodità ma anche per il silenzio che c’era.
Silenzio che in quel momento era però interrotto dai singhiozzi e i gemiti provenienti da un letto in fondo alla stanza.
Si avvicinò lentamente, mentre notava la figura sinuosa di un ragazzo sedicenne che teneva il viso nascosto nel cuscino che stritolava in un morsa ferrea.
Si sedette di fianco, mentre con una mano iniziò a massaggiare la schiena con ampi cerchi.
Il ragazzo si alzò di scatto, sorpreso all’inizio, poi con sguardo dolce continuò a piangere tra le braccia dell’amica che cercavano di dargli conforto.
Quando Potter sembrò calmarsi, la ragazza domandò in un sussurro:
«TI va di parlarne?».
Il moro per tutta risposta annuì e guardò negli occhi l’amica…
Era la sua migliore amica, con lei poteva parlare, poteva fidarsi.
Non appena aprì la bocca, le parole uscirono come un fiume in piena, raccontando di come si era “innamorato„, di quanto fosse stupido e di quello strano e violento “intermezzo„.
Alla fine di quella confessione, non si riusciva a capire chi fosse più scioccato dei due, tanto che:
«Harry, mi stai prendendo per il culo vero?» domandò Herm.
«Se ti stessi prendendo per il culo Mione, secondo te sarei qui a piangere come un dannato?» rispose Harry.
«Mio Dio Harry – si passò una mano tra i ricci – quando avevi intenzione di dirmelo?».
In un primo momento Harry non rispose, poi sussurrò:
«Avevo paura …. ho paura…».
istintivamente l’amica lo abbracciò, capiva perfettamente quello che stava passando; anche lei aveva un cugino gay, sapeva le sofferenze che stava passando, perché a differenza di Harry, era babbano.
Almeno Harry era un mago, ma stimato solo come “quel tipo di mago„, di certo non omosessuale.
Pensando, a ciò che il suo amico provava nei confronti di quel bastardo di malfoy, gli sorse un dubbio e chiese:
«Senti Harry, posso… posso chiederti una cosa… come dire … un po’ imbarazzante?».
«…Tanto ormai….» rispose Harry mentre di asciugava il volto.
«Ehm… come dire… come mai piangevi mentre…bè…Malfoy… capito no?»
«NO!»
«Come no?»
«Scherzo, ho capito! Comunque perché avevo la sensazione che Draco mi stesse…non so… “usando„».
«Usando?!» ripeté Herm stupita.
«Si, usando…sfruttando…mi ha umiliato…»
«Scusa ma dopo non ti ha baciato?»
«Infatti, però non so se l’ha fatto perché anche lui lo voleva o perché voleva umiliarmi…come al solito mi faccio le paranoie…» disse Harry stanco.
«No Harry, non paranoie, ma semplici dubbi che vanno chiariti a tu per tu con Malfoy!» spiegò Herm.
«In questo momento… vorrei solo mettergli le mani addosso!» esclamò Potter. Un’altra gaffe.
Alla quale Hermione non si trattene e rise allegramente mentre le sue guance si coloravano di un leggero rosa per il doppio senso, non voluto.
Harry si accorse di quello che aveva detto e mentre prendeva fuoco balbettò un:
«Cioè…vorrei mettergli le mani addosso… non in quel senso…ma per fargliela pagare amaramente!».
«Si, si come no!» ironizzò Hermione.
«Ma è la verità!» si giustificò Harry.
«Si lo so1 Comunque faresti bene a darti una sistemata visto che stiamo per tornare a lezione… con i Serpeverde!».
«COSA!?!»
«C’è stato un improvviso cambio d’ora»
«Bene, ci mancava solo questa…ma una soluzione c’è…» disse Potter mentre veniva colto da un lampo di genio.
«E sentiamo genio, come faresti?» chiese la moretta.
«Semplice… non vengo a lezione» rispose pacato.
«Come? Credo di non aver sentito bene?!».
«No, no hai capito proprio bene mia bella grifondoro.»
«Bella grifondoro un corno Harry! Adesso vieni con me senza tante storie… non mi interessa!» gridò la Caposcuola che preso il ragazzo per il braccio lo trascinò per tutto il tragitto che li separava dall’aula di trasfigurazione. Avrebbero seguito la lezione ad ogni costo!
*
Arrivarono nell’aula giusto in tempo per la seconda ora della lezione tenuta dalla professoressa.
Non si beccarono la ramanzina, ma sapevano che lo sguardo deluso e agghiacciante della McGrannit li avrebbe accompagnati per tutto l’anno scolastico.
Hermione prese posto in un ultimo banco trascinando l’amico con se, che in quel momento avevo lo sguardo incatenato a quello di Draco malfoy.
Harry lo guardò con rabbia e sfida mentre Draco provava solo tristezza e rimorso per quello che aveva combinato, ma malgrado tutto la sua maschera da “Malfoy„, che aveva adottato per tutti quegli anni, era rimasta impassibile.
Senza staccare il contatto visivo, Harry si era seduto accanto all’amica, mentre con la mente insultava il ragazzo biondo con epiteti poco gentili.
Le lezione proseguì con un nuovo argomento che trattava le trasformazione di un fiore in un uccello.
Lezione molto interessante, se non fosse stato per le continue frecciatine di Malfoy e dei suoi amichetti Serpeverde che lanciavano continuamente degli incantesimi di prurito e di ridarella acuta al povero Harry, che veniva ripreso da un più che stupita McGrannit:
«Allora Signor Potter, vorrebbe smetterla e seguire attentamente la lezione, altrimenti può anche andarsene! E verrà messo in punizione!»
«Mi scusi, professoressa.» biascicò il moro che scocciato e furioso con Malfoy decise di fargliela pagare con la stessa moneta.
Gli lanciò un potente “Diffindo” che tagliuzzò ben bene gli abiti dell’ex rampollo dei Malfoy.
Aveva i pantaloni tagliati in più punti, specialmente dietro dove potevano intravedersi i boxer e la pelle bianca e delicata delle gambe e dalla camicia quella del torace.
Un vero spettacolo per le ragazze non solo di serpeverde ma anche di grifondoro che sbavavano q quelle vista idilliaca.
A Draco, però, lo scherzetto non era affatto piaciuto, tanto che per la rabbia si alzò dal banco, non curante dei richiami della professoressa, prese la bacchetta e lanciò un “Rictusempra” verso Potter, il quale venne sbalzato dal banco e urtò violentemente con la schiena vicino il muro.
«Malfoy, che comportamento deplorevole! E anche lei Signor Potter! Da voi non me lo sarei ami aspettato! Siete entrambi in punizione, che sconterete insieme sorvegliati da Mastro Gazza! E venti punti in meno ad entrambe le case!» sbraitò la professoressa.
«Ma…» cercò di giustificarsi Harry.
«Niente ma, Signor Potter! La punizione è fissata per le cinque di questo pomeriggio, dopo il trasferimento in Dragoargento! Adesso andate e buona giornata.» concluse la McGrannit, mentre la lezione volgeva al termine.
Uscirono dalla classe più furiosi che mai, erano appena arrivati e già si erano beccati un punizione! Con quel sgradevole pensiero, i due ragazzi si avviarono in Sala grande, sperando che il pranzo fosse la cosa più bella di tutta la giornata che doveva ancora volgere al termine.
Ecco il tredicesimo capitolo…. lo so, lo so sono sempre in ritardo ma che ci posso fare?
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto mi raccomando recensiteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
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