Un amore inaspettato, NC 17 Harry-Ron

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ThunderStorm88
view post Posted on 15/3/2009, 20:19




Ciao a tutti/e!
Vi dico subito che è la mia prima, primissima FF, non ho mai scritto prima niente di simile e non so cosa possa essere uscito fuori, quindi non siate troppo crudeli con me :smiile:
E' il primo capitolo di una Harry-Ron (non so se sarò capace di farne un seguito però, vedremo) ambientata in un ipotetico sesto anno, in cui alcuni elementi sono presi dal libro, ma il seguito è naturalmente stravolto. Io sono per la Harry-Draco in realtà, ma anche questa coppia non mi dispiace... Mi è venuto in mente di scriverla così, non so perchè.
Non so neanche se abbia un senso compiuto! Giudicate voi. Quel che è certo è che è parecchio improbabile!

Ah, è NC 17 per "scene" abbastanza spinte, scene che tra l'altro non credo neanche di aver descritto molto bene... quindi ora che lo sapete potete astenervi dal leggere, se volete. :what:

Bene, a voi, intanto io mi vado a sotterrare. :look:



Capitolo 1 – Un sogno premonitore?

Era una fredda mattina di fine gennaio. Harry, al suo sesto anno alla scuola di Hogwarts, dormiva nel suo letto nella Torre di Grifondoro. I suoi erano sogni agitati: sognava Voldemort e il suo passato (ormai gli accadeva tutte le notti, o quasi), sognava Ginny, la ragazza che voleva conquistare, ma quella notte in particolare sognò anche qualcosa che non si sarebbe mai aspettato: un bacio intenso, dolce, passionale, tra lui e... Ron. Si, proprio Ron, il suo più caro amico, che in quel momento dormiva beatamente nel letto accanto al suo.
Harry si svegliò di colpo. Fuori iniziavano appena a vedersi le primissime luci dell'alba: il dormitorio era ancora immerso nella semioscurità. Ripensò al sogno che aveva appena fatto. Lui... che baciava Ron? Ma che razza di sogno era? Lui voleva Ginny, la sorella di Ron, ma RON... “Che strani scherzi può fare la mente”, si disse. Provò ad addormentarsi, dopotutto era molto presto, ma non ci riuscì. Si alzò allora dal letto e si andò a sedere sul pavimento accanto alla grande finestra del dormitorio. Fuori, la tenue luce dell'alba tingeva di un pallido rosa la neve nel parco della scuola, le cime degli alberi della Foresta Proibita e le montagne dietro di essa. Nubi alte e sottili si stagliavano, rosse, su di un cielo ancora blu scuro: era una vista stupenda. Per qualche attimo Harry apprezzò pienamente quello spettacolo della Natura, ma poi ricominciò a pensare ai suoi sogni. Ma non tanto a Voldemort: il senso di quel sogno era logico, visto che da mesi indagava sul suo passato insieme a Silente. E neanche a Ginny. No, pensava a Ron. Stranamente, molto stranamente, l'idea di baciare il suo migliore amico non gli faceva schifo, o anche solo impressione... eppure a lui piacevano le ragazze! Non sapeva cosa pensare, e cercò di togliersi dalla mente quell'immagine: ma non ci riuscì per un bel po'.
Harry era ancora seduto accanto alla finestra quando il sole comparve da dietro le montagne e inondò di luce dorata il dormitorio. Poco dopo avvertì dei movimenti: si girò e si accorse che Ron si stava alzando. Inaspettatamente, avvertì un lieve brivido nel vedere quel ragazzo dai capelli rossi, dallo sguardo assonnato, uscire dal letto e girarsi verso di lui... era... bellissimo! “Ma no, cosa vado a pensare”, si disse ancora Harry, “Lo vedo tutti i giorni, poi, e non mi ha mai fatto alcun effetto! Dev'essere ancora l'effetto di quel sogno, è sicuro...”
“Ciao, Harry, cosa ci fai seduto lì?” chiese Ron appena lo vide.
“Niente, mi sono svegliato presto oggi, e non sono più riuscito ad addormentarmi”.
“Oh... capisco. Va tutto bene?”
“Certo, benissimo! Ho solo fatto uno strano sogno, ma nulla di preoccupante”.
“Beh, questo è l'importante. Che ne dici se ci vestiamo e andiamo a fare colazione? Gli altri dormono ancora, ma ho una fame...”
“A chi lo dici!” fece Harry che si rese conto solo allora del suo stomaco che brontolava. “Sono d'accordo, andiamo a mangiare qualcosa”.
Mentre si cambiavano, ad Harry cadde per un attimo lo sguardo sul corpo nudo di Ron che si era tolto il pigiama per infilarsi i vestiti. Ron non lo stava neanche guardando, e non se ne accorse, ma a quella vista, seppur molto fugace, avvertì nuovamente una strana sensazione... Ma cosa accidenti gli prendeva, quella mattina?
Una volta vestiti, scesero nella Sala Comune, che trovarono deserta. Uscirono dal buco del ritratto e si diressero verso la Sala Grande. Era sabato, e quel giorno non si sarebbero tenute lezioni. Nella Sala Grande c'era già qualche studente particolarmente mattiniero che faceva colazione: tre o quattro Serpeverde, un gruppetto di Corvonero, un paio di Tassorosso e tre Grifondoro: tra loro c'era Hermione.
“Buongiorno, ragazzi!”, disse appena li vide. “Anche voi in piedi così presto?”
“Sì, avevamo fame...”, rispose Harry incerto notando Hermione così bendisposta nei confronti di entrambi. Infatti, improvvisamente Hermione sembrò ricordarsi che ce l'aveva con Ron per via di Lavanda e, da quel momento in poi, evitò di guardarlo o di rivolgergli la parola per tutta la durata della colazione. Anche Harry, con la testa invasa ancora dai pensieri, parlò poco, e quando Hermione gli chiedeva qualcosa rispondeva con monosillabi. Lei non gli chiese se stesse bene, evidentemente riconducendo tutto a semplice stanchezza.
Dopo colazione Hermione disse che doveva andare in biblioteca per cercare approfondimenti su un compito di Pozioni, e salutò Harry senza degnare Ron di un solo sguardo.
I due ragazzi si diressero invece di nuovo verso la Sala Comune di Grifondoro, proprio mentre Neville, Dean e Seamus scendevano per la colazione. “Ciao Harry, ciao Ron”, dissero mentre li incrociavano. Loro risposero con un cenno.
Mentre salivano le grandi scalinate diretti verso la Torre, Ron si lamentò del comportamento di Hermione. “E' da un mese che ce l'ha con me per via di Lavanda, non ne posso più! Non mi rivolge la parola, non mi aiuta con i compiti... che colpa ne ho io? Comincio anche a stancarmi di Lavanda, mi sta sempre appiccicata, ma cosa ci posso fare? Non posso mica mollarla così, da un momento all'altro!”
Harry lo ascoltava solo in parte. “Se è questo che vuoi, vedrai che troverai il momento adatto per farlo, presto o tardi, e Hermione tornerà amichevole come prima”.
“Lo spe...” cominciò Ron, ma proprio in quel momento apparve Lavanda in fondo ad un corridoio. Non si accorse di loro perchè parlava con un'amica. Ron prese Harry per un braccio e se lo tirò dietro in un corridoio laterale. “Ma cosa...!?” “Zitto! Non voglio che mi veda!” sussurrò Ron concitato. Riuscirono ad evitare Lavanda, ma una volta entrati nella Sala Comune si accorsero che ora era gremita di gente: tutte le poltrone erano occupate. Decisero allora di andare a trovare Hagrid, che non vedevano da un po' di tempo. Come sempre, il guardacaccia li accolse con felicità e propose loro di rimanere a pranzo con lui. I due accettarono l'invito, nonostante sapessero bene cosa volesse dire mangiare con Hagrid. Ma andò meglio del previsto: il guardacaccia offrì loro semplicemente due enormi bistecche e parecchi dolci, poi rimasero a parlare, ridere, raccontarsi storie per il resto del pomeriggio, finchè la luce fuori iniziò a calare e i due si affrettarono nel parco innevato verso la scuola. Nella Sala Comune c'era meno gente, ora: era quasi ora di cena e probabilmente alcuni studenti erano già scesi in Sala Grande. Hermione non si vedeva. Decisero di salire nel dormitorio: da Hagrid avevano mangiato abbastanza e non avevano voglia di cenare. Avrebbero mangiucchiato un po' di Gelatine Tuttigusti +1 e di Cioccorane, al massimo: ne avevano una scatola quasi piena!
Arrivati su, trovarono il dormitorio deserto: evidentemente i Grifondoro del sesto anno erano tutti a cena, oppure in giro per il Castello. Completamente vestiti, i due ragazzi si sdraiarono sui rispettivi letti. Nel corso della giornata, a causa anche della lunga visita ad Hagrid, Harry non aveva più pensato al sogno della notte precedente, ma ora che erano loro due soli nel dormitorio, si girò verso Ron e si rese conto che... gli piaceva... il suo viso, i suoi capelli rossi... ad Harry sembrava incredibile pensare cose simili... stava provando attrazione per un ragazzo... eppure era così. Provò l'impulso di baciarlo veramente, ma non si mosse neanche, un po' per paura della reazione che avrebbe potuto avere Ron, un po' perchè egli stesso non riusciva a credere di essersi innamorato di lui...
D'un tratto Ron chiese, con aria stranamente imbarazzata: “Senti, Harry... ma tu... cosa pensi della relazione tra due ragazzi?” A queste parole, prese il colore dei suoi capelli.
Harry ebbe un tuffo al cuore. Non era possibile, Ron, proprio QUEL giorno, si metteva a parlare di quell'argomento?
“Beh, penso che non c'è nessun problema, ognuno può essere attratto da chi vuole, ma come mai mi chiedi questo?”
“No, sai... oggi ci ho pensato a lungo... ti prego, promettimi che quello che ti sto per dire non possa rompere la nostra amicizia...”
“No, niente potrà romperla, stai tranquillo”, disse Harry, che sorprese il suo cuore battere con una forza inconsueta.
“...Quello che ti voglio dire, è che... beh... Harry... non so come dirtelo, ma... mi piaci. Mi piaci molto. Proprio oggi mi sono reso conto che mi piaci più tu di Lavanda... non so come sia possibile, ma... Ecco, sapevo che l'avresti presa male...” aggiunse, vedendo che l'amico si stava alzando dal letto.
Ma Harry si stava dirigendo verso di lui. Senza una parola, si sedette sul bordo del letto di Ron, si chinò e lo baciò. Un bacio intenso e passionale, proprio come quello del sogno. Durò a lungo. Quando si divisero, ci fu un lungo silenzio. Harry non riusciva a credere a ciò che aveva fatto, e Ron non capiva come potesse essere successo.
Dopo un po' Harry ruppe il silenzio. “Beh... come ti è sembrato?” disse, imbarazzato. L'amico non rispose subito. “Meraviglioso”, disse dopo un po'. “E' stato molto meglio, molto più... vero... dei baci che ho dato a Lavanda, non so se mi spiego... ma non avevo idea che tu... insomma, che anche a te piacessero i ragazzi...”
“Fino a stamattina non lo sapevo neanch'io”, gli rispose Harry, sincero. “Ma proprio oggi qualcosa è cambiato... ti ho guardato con un interesse nuovo... ma anch'io non avrei mai pensato la stessa cosa da parte tua”.
“Era da un po' che ci pensavo”, rispose il Rosso, “e che mi sentivo attratto da te. Ma fino a stasera non ho avuto neanche il coraggio di guardarti più del solito... Poco fa ho trovato, chissà come, il coraggio di dirtelo, e a quanto pare... ho fatto bene, anche se temevo il contrario”.
“Hai fatto benissimo”, disse Harry, e lo baciò di nuovo. Nel dormitorio non c'era ancora nessuno. Fu, se possibile, un bacio più intenso del precedente. Harry infilò una mano sotto la camicia bianca della divisa di Ron, gli accarezzò il petto, giocherellò con i suoi capezzoli... Poco dopo Ron lo imitò. Era bellissimo... quasi contemporaneamente, iniziarono a sbottonarsi la camicia, e in breve tempo furono entrambi a petto nudo.
“Harry... sei bellissimo”, ansimò Ron. “Anche tu”, gli rispose lui. Ed era vero: a causa dei frequenti allenamenti di Quidditch, entrambi erano messi piuttosto bene come muscolatura.
Harry iniziò a leccare il collo di Ron, che gemette dal piacere, poi scese più in basso, sui capezzoli, sul petto, sugli addominali... Finchè iniziò a sbottonargli anche i pantaloni. In men che non si dica, si ritrovarono entrambi in boxer, quasi dimenticando il fatto che in qualsiasi momento sarebbe potuto entrare qualcuno. Continuarono a baciarsi e a stuzzicarsi, e fu Harry il primo a toccare ed accarezzare, attraverso i boxer, l'erezione di Ron, già fortissima. A quel tocco il ragazzo ebbe un lieve sussulto di piacere e iniziò anche lui ad accarezzare l'erezione di Harry, che avvertì subito una stupenda sensazione: eppure non erano che all'inizio...
Mettendo totalmente da parte la paura di essere scoperti (Harry lanciò un semplice Muffliato verso la porta, che sarebbe però servito a ben poco se qualcuno fosse entrato), si tolsero anche i boxer e rimasero nudi, uno accanto all'altro. Harry continuava a trovarla una situazione assurda... lui... che faceva queste cose con il suo migliore amico, con un maschio... eppure gli piaceva troppo, non poteva farci nulla. Vedendo Ron completamente nudo, e ben dotato, la sua eccitazione crebbe ancor di più. Il Rosso sembrava un po' imbarazzato e non prendeva l'iniziativa, quindi fu ancora Harry ad iniziare: lo baciò per l'ennesima volta, abbracciandolo più stretto che poteva e mettendo a contatto le due erezioni. Poi scese rapidamente sempre più in basso, stavolta con più foga rispetto a prima, fino a sfiorargli il pene con le labbra. Preso da una voglia sempre maggiore, lo prese in bocca per intero e iniziò a succhiarlo, a leccarlo... Ron iniziò a gemere forte per il piacere, e pose una mano sulla sua testa dirigendo il suo movimento. Ci volle poco perchè Ron sussurrasse, con voce flebile “Harry... Harry, sto per venire credo...” Ma Harry gli fece capire che avrebbe continuato, e non si fermò finchè Ron gli venne in bocca. Piacque moltissimo ad Harry, e il ragazzo inghiottì tutto come se l'avesse già fatto molte altre volte, e continuò a leccare l'erezione di Ron finchè non fu del tutto ripulita. “Harry, sei sicuro che per te sia la prima volta?” scherzò Ron, la cui eccitazione si era affievolita solo per un attimo per poi tornare forte come e più di prima.
“Certo Ron, sicurissimo. Te l'ho detto, fino a stamattina non mi ero mai reso conto che mi piacessero i ragazzi, ma ora ne sono certo”.
“E' stata la sensazione più bella che abbia mai provato”, disse Ron... “Harry, io ti...”
Ma si interruppe, perchè Harry gli fece capire inequivocabilmente che ora toccava a lui ricambiargli il favore. Ma, visto che Ron esitò per un attimo, disse solo “Se te la senti...”
“Certo che me la sento!” rispose Ron improvvisamente determinato, e senza preamboli si abbassò ed iniziò a leccarglielo. Inizialmente era un po' incerto, ma subito si trasformo in un pompino stupendo, ed Harry, colto da un piacere che non aveva mai provato in vita sua, venne senza neanche avere il tempo di avvertirlo, inondandogli la bocca. Anche Ron non esitò ad inghiottire tutto il seme, poi lo baciò ancora, con molta dolcezza stavolta, e infine appoggiò la testa tra le sue braccia. Harry lo abbracciò di nuovo, e rimasero a lungo così, ancora avvinti dal piacere.
“Harry, io... ti amo”, disse infine Ron, determinato ma allo stesso tempo imbarazzato. Subito sembrò pentirsi di averlo detto, ma Harry rispose “Anch'io, Ron, tantissimo”. Si abbracciarono ancora più forte, tanto che i loro corpi nudi sembravano un tutt'uno.
Poco dopo Harry, scogliendosi dall'abbraccio, disse: “Ron, forse è meglio rivestirsi in fretta, ora che ci penso è incredibile che non sia entrato ancora nessuno, siamo stati fortunatissimi, e non è il caso che ci scoprano!”
“Sì, hai ragione”, rispose Ron un po' a malincuore.
“Dai... ci saranno altre occasioni!” gli disse Harry alzandosi dal letto e facendogli l'occhiolino. Tornò al suo letto, rovistò nel baule e cercò l'orologio: erano le nove. Erano passate quasi due ore da quanto erano tornati da casa di Hagrid, ma nessuno si era fatto vedere. Sarà che era sabato sera e probabilmente molti ragazzi si stavano divertento in Sala Comune, ma la loro fortuna era stata notevole.
“Dai, scendiamo un po' anche noi”, disse Harry. “Sennò tutti si chiederanno che fine abbiamo fatto”. Ron annuì, anche se avrebbe preferito rimanere con Harry.
Si rivestirono, si scambiarono un ultimo veloce bacio e scesero le scale diretti in Sala Comune. La trovarono piuttosto piena di gente, e tutti i loro compagni di dormitorio erano lì. “Cosa ci facevate lassù?” chiese Neville quando entrarono. “Niente, siamo stati da Hagrid e non avevamo fame”, rispose Harry. “Lo sai anche tu... tra bistecche, dolci, pasticcini e altro ancora, da lui si mangia parecchio!” aggiunse sorridendo.
Videro che Hermione era seduta su una poltrona vicino al camino. Si diressero verso di lei, che li guardò avvicinarsi, ma prima che potessero raggiungerla comparve Lavanda che abbracciò Ron e se lo portò in un angolo. “Dove sei stato tutto il giorno? E' da ieri che non ci vediamo!” disse con voce accusatoria. Ma senza aspettare risposta lo baciò. Harry vide che Ron era piuttosto rigido e riluttante, e ne fu segretamente felice. Ma poi si voltò di nuovo verso Hermione, che aveva chiuso il libro e guardava ostinatamente il fuoco. Si sentì leggermente in colpa, e si chiese se lei sarebbe stata ancora sua amica se avesse saputo quello che aveva fatto con Ron.
Passarono comunque una bella serata, scherzando e bevendo, ed era notte fonda quando risalirono nei rispettivi dormitori. Hermione augurò la buonanotte ad Harry ma non si girò neanche verso Ron, che si era da poco diviso da Lavanda, che era già andata a dormire.
“Non sopporto più quella ragazza!” commentò, salendo le scale per il dormitorio. “Domani la pianto definitivamente, mi sono veramente stancato di lei. Preferisco di gran lunga te”, aggiunse sottovoce.
“Grazie”, rise Harry. “Ma con Hermione come la mettiamo?” chiese.
“Hermione? Ehm... ci penseremo più avanti, dai”.
Appena tornati su, tutti si spogliarono, indossarono il pigiama e si infilarono nei rispettivi letti.
“Buonanotte a tutti!” disse Seamus ad alta voce.
“'Notte”, risposero gli altri.
A quel punto Dean e Seamus si misero a parlare a bassa voce di quello che era successo nel corso della giornata, ma Ron ed Harry non ascoltavano. Si scambiarono uno sguardo complice e spensero le candele accanto ai loro letti.
Harry ripensò a ciò che era successo, e non si addormentò subito. Ma quando prese sonno, i suoi sogni furono felici, e per la prima volta dopo molto tempo Voldemort non comparve per rovinarli.

Edited by ThunderStorm88 - 15/3/2009, 21:05
 
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_Alty_
view post Posted on 4/11/2010, 00:15




Non sono fan della coppia (o forse si, se sono i Ron e Harry di A Very Potter Musical XD ) ma è ben scritta!
 
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1 replies since 15/3/2009, 20:19   1237 views
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