| Dico la mia (sono Yuko, non l'autrice!!XD)...quanto siamo fiscali, stiamo parlando di fanfictions, no? Non c'è bisogno di seguire una scaletta di marcia (anche perchè non mi sembra che molte ff seguano alla perfezione i personaggi canonici)... Tra l'altro a me non sembrano poi tanto OOC questi Draco e Harry, perchè mi pare che le impostazioni dei due personaggi corrispondino più o meno a quella dei libri... Draco è bastardo, con una lingua di serpente, strafottente... Harry sincero, trasparente, emotivo... Certo, in questa fanfiction queste caratteristiche sono sottolineate per esaltare uno e denigrare l'altro, ma penso che siano più OOC quegli Harry e Draco perfetti e senza difetti che incontriamo nelle fics la maggiorparte delle volte. Anche io adoro Harry, ma questo non vuol dire non vedere i difetti del personaggio...non sarà stupido come è dipinto in questa ff ma in effetti certe cose corrispondono al vero...tipo che Harry non si è mai impegnato negli studi e che se è sopravvissuto tutte queste volte è anche per le sue grandi botte di culo... Lo so comunque che da' fastidio vederlo peggiore di quello che in realtà è, ma d'altronde se all'autrice sta antipatico...e tra l'altro alla fine l'amore trionfa quindi è evidente che almeno agli occhi di Draco Harry non è brutto così come viene dipinto. Nel senso che c'è una chiara evoluzione e che comunque quelli che sono i punti di forza di Harry secondo l'autrice vengono sottolineati in un modo o nell'altro... Per carità, se vi fa incazzare tanto non leggetela; ma fossi in voi la leggerei anche per provare qualcosa di un po' di diverso...per vedere le cose da un altro punto di vista... Poi vorrei aggiungere una cosa su Draco. A me piace tantissimo il Draco della Rowling e col sesto libro abbiamo avuto ampia prova che Draco non è codardo come poteva sembrare, nè stupido, nè un figlio di papà... perchè se così fosse stato se ne sarebbe stato tranquillo tranquillo per i fatti suoi e farsi le sue faccende di 16enne nobile e pieno di soldi, le possibilità le aveva eccome... detto questo mi sembra inutile stare a pensare a quando Draco è fuggito dalla foresta (che poi come biasimarlo...un bambino undicenne solo in mezzo a una foresta piena di creature oscure e un tizio -Voldemort- che se ne va ammazzando unicorni...) ... E per tutti questi motivi e per altri che ritengo ovvi non mi sembra proprio il caso di inserire avatar come quelli, anche per rispetto alle fans di Draco.
Cap.3: HARRY CAPITOLA, DRACO SE LA RIDE.
Nel pomeriggio Harry fu convocato da Dumbledore. Non sapeva di cosa volesse parlargli, ma si affrettò più che potè per non arrivare in ritardo visto che era stato trattenuto da Nick-quasi-senza-testa che aveva deciso di raccontargli 200 dei suoi 505 anni da morto.
Sussurrò la parola d'ordine per accedere all'ufficio del preside (gli era stato concesso di conoscere anche quella) e poi entrò annunciandosi con un "Permesso..."
Si ritrovò faccia a faccia con Dumbledore e con uno Snape piuttosto contrariato che aveva appena finito di dire "Signor preside, non tollero che la mia casa sia trattata in questo modo."
Harry intuì che fosse qualcosa riguardante gli Slytherin (CHE INTUIZIONE! N.d.A.) e anche piuttosto grave, perché Snape non si rivolgeva mai così al preside.
"Potter," sibilò il professore di pozioni.
Harry non amava Snape, non l'aveva mai amato e il fatto che nell'ultimo scontro con Voldemort lui avesse rischiato la vita per salvarlo non lo toccava più di tanto. Continuava ad odiarlo.
E probabilmente per il professore di pozioni era lo stesso, solo che lavorava per il preside e doveva fare buon viso a cattivo gioco. (Molto cattivo gioco. N.d.A.)
"Preside…professore," salutò Harry con un cenno della testa.
"Ciao Harry…hai fatto presto…" (Ma no! Se è in ritardo... Maledetto Dumbledore che lo giustifica sempre. N.d.A.) lo accolse calorosamente Dumbledore, "vieni, vieni, ti offro una tazza di tè…intanto parliamo."
"C'è qualcosa che non va signore?" chiese Harry incapace di attendere i tempi di Dumbledore.
"Beh, c'è qualche problema," informò il preside.
"Signor preside, torno a dire che informare Potter della cosa sia assolutamente inadeguato. É uno studente come tutti e in quanto tale…" cominciò Snape, ma fu interrotto subito dal preside. "Ritengo che Harry, visto gli ultimi sviluppi, non possa essere considerato uno studente come gli altri. Ti ricordo, Severus, che a lui dobbiamo molto."
Il professor Snape incrociò le braccia sul petto contrariato. Il Gryffindor gongolò molto internamente.
"Vedi Harry," iniziò Dumbledore, "è successo un mezzo pasticcio tra un ragazzo di Gryffindor di prima e Draco Malfoy."
A sentire quel nome ad Harry si gelò il sangue nelle vene.
Aveva cercato e gli era riuscito di stargli lontano in questi ultimi giorni. Adesso cosa voleva da lui Dumbledore?
"Vorrei che fossi tu a parlare con Malfoy, Harry," disse il preside.
"Perché?" sbottò Harry in malo modo facendo inarcare un sopracciglio a Snape e attirandosi uno sguardo incuriosito di Dumbledore.
"Cioè…ecco…perché io?" spiegò Harry. "Dovrebbe essere il professor Snape a parlargli."
Snape gli regalò uno sguardo da -e-secondo-te-cosa-cercavo-di-dire-al-preside-? mentre Dumbledore spiegava "ho notato che ultimamente tutti gli Slytherin ti danno retta..."
Snape fece una faccia orripilata.
"E mi sembra che tu e Malfoy abbiate sotterrato l'ascia di guerra."
Faccia ancora più disgustata di Snape e occhiata maliziosa del preside. (Drag queen maledetta. N.d.A.)
Harry si chiese se le due persone che aveva di fronte sapessero qualcosa dei recenti avvenimenti. Si impose di non pensarci assolutamente e chiuse gli occhi un istante.
Quando li riaprì rispose un "va bene" e si accomiatò sentendo su di lui il peso di 200 macigni.
Uscito dall'ufficio del preside si avviò verso la sala comune degli Slytherin per togliersi subito questo pensiero, sapendo perfettamente che, non appena fosse entrato nel raggio d'azione di Malfoy, sarebbero finiti di nuovo a letto insieme, lui non avrebbe combinato nulla di quello che aveva chiesto il preside e si sarebbe reso ridicolo ancora una volta.
E il bello era che non vedeva l'ora.
Voleva di nuovo Malfoy e se ne accorgeva adesso più che mai.
E poi, insomma, lui era l'eroe che aveva rischiato la vita per salvare quella degli altri (e anche quella di Malfoy per estensione) quindi si meritava un po' di sano piacere.
Trovava giusto e gli spettava di diritto potersi prendere dei momenti di relax e se questi momenti erano tra le braccia di qualcuno, beh...che male c'era?
Arrivato di fronte alla porta di Slytherin gli venne in mente che, per quanto lui godesse di questi momenti, in realtà era Draco a guidare la partita e che, eroe o non eroe, con Malfoy avesse poco da fare lo sbruffone.
Stava per pronunciare la parola quando due Slytherin più giovani passarono accanto a lui bisbigliando. Beh, l'intento era quello di bisbigliare, in realtà Harry sentì benissimo parlare di Malfoy, di uno scontro con un Gryffindor e dell'infermeria, così si diresse lì.
Entrò che era tutto deserto. Madam Pomfrey era occupata, probabilmente a curare qualche ragazzo entrato in contatto con i simpatici animaletti di Hagrid.
Percorse tutto il corridoio tra i letti, finchè arrivò all'ultimo dov'era sdraiato Malfoy.
Il ragazzo stava dormendo. Indossava ancora la divisa scolastica e aveva i segni di un incantesimo piuttosto pesante appena fattogli.
Ad Harry la cosa diede fastidio e non capì perché.
Odiava gli Slytherin, odiava Malfoy, perciò era tutto giusto. Ma chi si era permesso di fare un incantesimo del genere su un ragazzo senza bacchetta?
Aveva fatto sequestrare lui le bacchette agli Slytherin…
Qualcosa di simile al senso di colpa lo raggiunse e gli scivolò addosso come gocce d'acqua.
Però quanto donava a Malfoy un letto in cui stare sdraiato!
Era proprio bello.
Questo solo un mese fa non l'avrebbe mai ammesso (anche se Draco era sempre stato bello), ma adesso non gli riusciva di commentare in nessun altro modo ciò che stava guardando.
Beh, era andato lì per niente, non l'avrebbe svegliato per farsi raccontare l'accaduto, avrebbe aspettato l'indomani.
Perché doveva farsi raccontare?
Perché doveva aspettare domani?
Stava cominciando a fare cose stupide e si sentiva confuso. (Le cose stupide le fai sempre. N.d.A.)
Beh, avrebbe aspettato comunque.
Gli occhi di Draco tremarono leggermente, poi si aprirono e chiusero più volte e alla fine inquadrarono l'intruso nella camera. "Potter…" disse subito con la voce un po' più flebile del solito, "possibile che tu mi venga a cercare sempre in posti in cui ci siano letti? Dovresti trovare una ragione di vita. So che ti è difficile…" continuò. Il tono era strafottente, ma si sentiva che non fosse in forma.
"Hai bisogno di ripassarti le regole di Hogwarts, Malfoy? Non puoi più minacciare e maltrattare i ragazzi più giovani come hai sempre fatto…" lo informò Harry.
"É una regola che vale anche sui primini idioti? Non dirmi che vale anche su di loro, credevo di no," rispose Draco.
Harry scosse la testa rassegnato.
"Comunque dimmi cosa vuoi e vattene, Potter, voglio riposare," continuò Draco.
"Sono qui per sapere cos'è successo." Alla richiesta di Harry, Draco chiuse gli occhi e si coprì il viso con un braccio.
"Possibile che tu sia sempre in mezzo, Potter? Questa cosa è diventata davvero insopportabile. Hogwarts è una vergogna ormai," disse con tono disgustato lo Slytherin.
"Non posso farci niente se voi Slytherin, e soprattutto tu, siete sempre gli ideatori dei casini," rispose Harry da bravo sovrintendente alla sicurezza di Hogwarts. "In più," continuò, "Dumbledore mi ha chiesto di occuparmi della cosa. Come vedi non ho molta scelta, anche se non mi va di perdere tempo con te."
Draco lo trovava estremamente irritante. Se suo padre avesse saputo…Potter addetto alle punizioni…
"Sei insopportabile Potter, davvero. L'unica cosa che ti rende sopportabile l'abbiamo già fatta e quindi non vedo perché tu debba annoiarmi ancora con la tua presenza…" disse Draco voltandosi a pancia sotto.
"Non so se hai sentito quello che ti ho detto, Dumbledore mi ha chiesto…" cercò di spiegare Harry.
"Ho capito benissimo, Potter…" lo interruppe Draco, "dì al nostro caro preside che mi punirò da solo…mmmh…potrei bere una pozione Polyjuice e trasformarmi in te…è una punizione sufficiente direi…"
Harry non lo diede a vedere, ma questa conversazione con Malfoy un po' lo ferì. Certo...da Malfoy cosa poteva aspettarsi?
Fissò la schiena del biondo per qualche minuto incapace di dare una qualsiasi acida risposta e poi se ne andò.
Draco restò lì a compiacersi del fatto che Potter stesse abbassando un po' la cresta.
Harry percorse il corridoio fuori dall'infermeria con passi veloci e nervosi.
Non credeva potesse prendersela così tanto per una frase di Malfoy.
Avevano passato gli ultimi sei anni ad insultarsi…che cosa poteva mai essere cambiato?
Beh, qualcosa in effetti era cambiato per lui.
Non avrebbe mai detto a Malfoy che quella con lui era stata la sua prima volta... Beh...sicuramente Malfoy l'aveva anche un po' capito, ma non avrebbe mai ammesso con lui che fosse stata una cosa importante. L'eroe dei due mondi non poteva fare il ragazzino romantico.
E poi voleva una storia con Malfoy?
Ma per favore!
Beh…
É che, come tutti i bastardi, quando Malfoy faceva qualcosa di buono risaltava mille volte di più che se a farla fosse stato un bravo ragazzo ed Harry non riusciva a togliersi dalla testa le due volte in cui erano stati insieme. Draco non si era del tutto comportato come ci si comporta con un nemico e questo l'aveva lusingato.
A quanto pareva però rimaneva il solito stronzo, a parole.
L'indomani Malfoy non si presentò a colazione e neanche alle lezioni. Harry volle credere che fosse per via di un'eventuale punizione già affibbiatagli per l'episodio con il primino e non ci badò più di tanto.
Deduzione errata, perché poco tempo dopo venne a sapere che Malfoy era ancora in infermeria e che non poteva essere stato già punito visto che il preside gli ribadì che voleva ci parlasse lui.
Non capiva affatto questa mossa di Dumbledore. Non la capiva e cominciava ad alterarsi sul serio.
Perché nessuno si preoccupava del fatto che non volesse vederlo?
Non sarebbe passato dall'infermeria comunque, non avrebbe fatto nulla finchè Malfoy non fosse tornato alle lezioni. Solo allora avrebbe tentato di nuovo un dialogo con lo Slytherin.
Non dovette attendere molto per avere la sua occasione di parlare con Draco.
Il giorno dopo lo incrociò per i corridoi e si preparò subito all'attacco. Se non avesse fatto così con Malfoy non avrebbe avuto speranze.
"Malfoy ci vediamo vicino casa di Hagrid alle quattro," lo informò passandogli accanto e superandolo per non fermarsi a dare spiegazioni.
Alle quattro Harry era già fuori casa di Hagrid. Aveva approfittato anche per salutare l'amico e chiacchierare un po' con lui.
Hagrid si era stupito di questo nuovo sodalizio tra Harry e Draco che Harry si era subito preoccupato di smentire.
Non sapeva nemmeno se Malfoy si sarebbe presentato, perché in realtà Malfoy non faceva mai nulla se a chiederglielo era lui. Tranne quando aveva una bacchetta puntata alla gola e adesso Harry si rendeva conto che non fosse stato molto onorevole da parte sua.
Attese fino alle quattro e dieci, poi decise di andare a prendere Malfoy per il collo.
Si alzò di scatto dalle scale davanti casa di Hagrid sulle quali era seduto e…
Andò a sbattere contro Malfoy.
"Sei così contento che mi corri incontro e mi caschi in braccio, Potter?" chiese divertito Malfoy poggiando le mani sulle spalle di Harry per impedirgli di cadere.
"Se dico le quattro sono le quattro, Malfoy," lo accusò Harry.
"Tu mi hai detto di venire alle quattro a casa del mezzo gigante, non hai specificato di essere puntuale," spiegò Malfoy con la sua solita strafottenza.
"Buongiorno Malfoy..." salutò educatamente Hagrid facendo capolino dalla porta di casa.
Draco gli lanciò un'occhiata schifata, poi si rivolse di nuovo ad Harry.
"Allora…che cavolo vuoi Potter?" chiese.
"Seguimi," disse semplicemente Harry e si incamminarono verso la foresta.
"Mi sembra di averla già vissuta questa scena. Cerchiamo unicorni morti, poi tu ti fai quasi ammazzare e un mezzo cavallo ti salva?" domandò Draco.
"Ti ricordo che Voldemort non c'è più, quindi niente unicorni uccisi, niente rischio di morire…e poi ti vorrei far presente che quella volta tu sei scappato a gambe levate," rispose Harry.
"E per cosa dovevo rimanere? Per vederti morire non ne valeva la pena," continuò Malfoy.
"Se vuoi impegnarti e provare ad uccidermi adesso, Malfoy, puoi vendicarti di tutto," azzardò Harry.
"Potter, io mi sto già vendicando. Hai paura di parlarmi e di incrociarmi per la scuola, direi che ho vinto io. E se proprio volessi farti qualcosa qui in mezzo al bosco probabilmente non sarebbe ucciderti. Puoi essere utile a qualcos'altro e questo l'abbiamo appurato, Potter."
Harry si voltò di scatto per dirgli qualcosa, ma Draco gli finì addosso.
Il Gryffindor sentì la tensione degli ultimi giorni esplodere proprio in quel momento e decise di stare zitto, voltarsi e continuare a camminare.
Draco aveva ragione.
Ne aveva da vendere.
Come aveva fatto ad acquistare quel potere su di lui? Come faceva a farlo sentire così?
Davvero poteva essere per quella storia degli Slytherin sexy e irresistibili?
Allora gli Slytherin potevano avere tutte le donne che volevano, quando volevano? Alcuni erano talmente brutti che non si potevano guardare. (E si scoprì che la maggior parte degli Slytherin fossero elfi. N.d.A.)
Perché Draco non si faceva tutta la scuola?
Ops, questa domanda non l'aveva solo pensata.
"Cosa Potter?" chiese Draco.
Ormai.
"Perché non ti fai tutta la scuola, Draco? O almeno…quelli che ti piacciono…?" chiese ancora Harry.
Draco ci mise due secondi a capire il senso della domanda, poi scoppiò a ridere.
Harry si voltò e lo guardò torvo.
Draco si piegò ridendo come un matto mentre ad Harry saliva una rabbia incredibile. Si prendeva gioco di lui, come sempre.
"Oddio…non ce la faccio più," disse Draco soffocando le ultime risate. "Hai un'altra utilità Potter…mi fai ridere tantissimo."
Harry non si azzardò a riformulare la domanda, se Draco non voleva rispondergli che andasse al diavolo.
Stava per riprendere a camminare quando Draco disse "Potter, credi ancora di essere sotto qualche incantesimo? Mi fai un po' pena perché sei lì che muori dalla voglia di saltarmi addosso e invece ti arrovelli a cercare spiegazioni. Non c'è niente di soprannaturale. Ti è piaciuto quello che ti ho fatto e lo vuoi fare di nuovo. Punto. Niente irresistibili Slytherin…o almeno…non fino a ridurti come sei ridotto tu," ridacchiò Malfoy.
"NON SONO RIDOTTO IN NESSUN MODO!" urlò Harry.
"Ok…ok…come vuoi," gli accordò Draco. "Allora…se io mi avvicino…" e dicendo così Draco si accostò ad Harry, "tu non scappi."
Maledetto, maledetto Malfoy. Sexy da morire.
Guardava fisso Harry negli occhi mentre avanzava come una pantera, aggraziato e silenzioso.
Ad Harry mancò un battito.
Malfoy gli prese il viso tra le mani e lo baciò. Era incredibile come riuscisse a far credere di essere un'altra persona quando baciava.
Dolcissimo, attento, sensibile. Quelle erano sensazioni che Harry non poteva ignorare.
"Lo vedi Potter," disse Draco parlandogli sulle labbra, "se mi va ti faccio fare quello che voglio."
"Non…dire…idiozie…" rispose Harry respirando affannosamente.
Malfoy lo baciò sul collo sorridendo al fatto che Harry negasse l'incredibile evidenza.
Gli accarezzò la schiena.
Harry aveva un problema. Non poteva fare proprio nulla per allontanare Malfoy, perché lui stesso non voleva smettere. Nello stesso tempo, però, non voleva nemmeno soccombere ancora una volta.
Così decise di provare a dirgli perché si trovassero lì nel bosco. Magari Draco si sarebbe arrabbiato e gli avrebbe lasciato riprendere un po' di controllo sulla sua mente.
"Malfoy…Malfoy…?" lo chiamò Harry cercando disperatamente di fargli perdere un po' d'interesse nel suo collo. "Vuoi sapere…perché…siamo qui?"
"Mmmmh…questa è una scusa Potter…stai cercando di distrarmi," mormorò Draco spingendo Harry contro il tronco di un albero.
Con le mani di Malfoy ovunque, per Harry divenne difficile trovare la forza di parlare. Optò per la soluzione più piacevole, lasciarlo fare e dirgli dopo quello che aveva da dirgli.
Mah, un attimo… Non era proprio quello che aveva pensato cinque minuti fa e inoltre così non serviva a nulla.
Maledizione.
"Mmmmh Malfoy…" mormorò con un mezzo tono di avvertimento.
"Potter, se la smetti di miagolare…" Draco gli aveva già aperto tutta la camicia e si stava occupando della cerniera dei pantaloni.
Con la lingua tracciò la linea tra mento e base del collo, poi si soffermò a succhiare mentre le mani curiosavano nelle parti basse del compagno.
Harry emise un lungo sospiro e gemette.
Draco iniziò ad accarezzarlo ed Harry si perse completamente tra le braccia del compagno. Proprio nel momento in cui il gioco cominciava a scaldarsi sul serio, Harry quasi si accasciò al suolo perché il corpo di Draco non lo sosteneva più.
"Allora, Potter," esclamò Draco, "cosa volevi dirmi?" chiese allontanandosi da lui.
Harry non voleva ucciderlo, no.
Voleva che morisse tra atroci sofferenze e voleva ballare sulla sua tomba.
"Malfoy…"
"Cosa Potter?" chiese Draco candidamente.
Harry non parlò ma lo guardò con odio.
Draco alzò un sopracciglio. "Beh?"
Il Gryffindor si risistemò alla bell'e meglio.
"Potter, te lo ripeto, sei una comica," gli disse Draco sghignazzando. "Sei troppo orgoglioso, dovresti perderlo questo vizio."
Harry lo sorpassò, riprendendo a camminare, passandosi una mano fra i capelli.
Dietro di lui Draco si leccò le labbra. "Potter, se volevi qualcosa potevi chiedere," continuò sghignazzando. Si infilò le mani in tasca e seguì Harry.
"Ecco Malfoy," disse ad un tratto Potter fermandosi. "Se volevi sapere perché sei qui..." e indicò uno spiazzo di erba tra i tanti alberi.
Draco inarcò un sopracciglio.
"Come già sai, Dumbledore mi ha chiesto di pensare ad una punizione per quello che hai fatto al ragazzo di prima," cominciò Harry e sentì Malfoy borbottare tra i denti, "avessi avuto la mia bacchetta…"
"Ho pensato di farti estirpare tutte le erbacce di questo spiazzo," continuò Harry guardando la distesa erbosa con immensa gioia.
"Potter…" Draco lo fulminò con lo sguardo.
"Tu non vuoi essere espulso, vero?" gli chiese Harry. "Allora ti conviene stare zitto e lavorare. Senza bacchetta ovviamente...ed io sono qui per tenerti d'occhio."
"Certo," lo interruppe Malfoy, "vuoi che mi spogli magari? Perchè lo conosciamo tutti l'unico motivo per cui sei qui..."
"La prossima volta ci penserai due volte prima di combinare casini," disse Harry ignorando le battutine di Draco.
Draco, stranamente, non oppose resistenza più di tanto e si mise quasi subito al lavoro. Si sedette in un punto e cominciò a strappare l'erba.
Era una punizione idiota, Harry lo sapeva. L'aveva fatto apposta per fargli vedere che fosse ancora lui quello con il coltello dalla parte del manico.
Ma era proprio così?
Harry si sedette su una roccia a guardarlo.
Gli sembrò quasi indifeso.
L'ultima cosa in assoluto che Malfoy potesse sembrare, ma in quel momento lo intenerì il modo in cui Draco era seduto e come teneva la testa mentre si concentrava sul lavoro da fare.
Erano tutte cazzate, lo sapeva, ma non poteva farci niente. Ormai la sua mente faceva tutto da sola e questo era preoccupante.
Molto preoccupante. (Visto e considerato che tu una mente non ce l'hai. N.d.A.)
Malfoy era rimasto solo.
Non aveva più parenti.
O più probabilmente i parenti li aveva, ma a loro non fregava poi molto di lui e questo Harry sapeva bene cosa significasse. Aveva vissuto tutta una vita in questo modo.
Malfoy non aveva più nemmeno tanti amici. La maggior parte di loro aveva lasciato la scuola, se di amici si poteva parlare.
I pensieri di Harry erano pericolosi.
Perché si preoccupava per Malfoy? Perché si arrabbiava se lui lo trattava come un pupazzo? Perché se la prendeva tanto?
Eppure in cuor suo desiderava tanto che Draco lo considerasse di più e avere il suo rispetto come mago, ma anche come uomo.
"Cos'è successo col Gryffindor, Malfoy?" chiese Harry per parlare un po' con lui.
"Gli ho tirato un pugno, gli ho fregato la bacchetta e stavo per schiantarlo…poi mi hanno fermato," rispose Draco.
"Intendevo...perché l'hai fatto?" chiese Harry.
Malfoy si voltò a guardarlo stupito. Potter che gli chiedeva spiegazioni per il suo comportamento...
"Perché mi andava," rispose mentendo Draco.
Harry non gli credette, ma pensò che non sarebbe stato facile farlo sbottonare quindi finse di farsi bastare la risposta.
Draco andò avanti ancora un po' a strappare erbacce cambiando posto di tanto in tanto.
Non si stava lamentando per il compito idiota affibbiatogli. E sì che era davvero inutile. Harry l'aveva fatto apposta per indispettirlo, ma evidentemente Draco aveva mangiato la foglia e non voleva dargli soddisfazione, lavorava e basta.
Harry continuò a fissarlo per tutto il tempo rimuginando su di lui e sui suoi comportamenti. Ogni tanto si concedeva il lusso di dirsi tra sé e sé che fosse davvero il più bel ragazzo che avesse mai visto.
Ad un certo punto vide il giovane biondo tirare indietro di scatto una mano e imprecare sommessamente portandosi un dito alla bocca per succhiarselo. (E che schifo, Draco. N.d.A.)
Per Harry questa fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Pazienza, si sarebbe sputtanato.
Qualcosa gli diceva che si era un pochino innamorato dell'ultima persona della quale avrebbe dovuto innamorarsi.
E allora tanto valeva rischiare.
Si alzò da dov'era e raggiunse Draco alle spalle.
Si inginocchiò e lo abbracciò da dietro appoggiandogli le labbra sul collo.
Sentì Draco irrigidirsi mentre probabilmente il suo cervello si stava chiedendo che cavolo avesse in mente il maledetto Potter questa volta.
"Potter…" disse Draco mettendo una mano su un braccio di Harry, "anche questo fa parte della punizione?" chiese.
"Taci Malfoy…fammi questo favore…tieni quella boccaccia chiusa, ho già i miei problemi," gli disse stringendolo più forte.
"Potter, tu di problemi ne hai un 'infinità, non te ne libererai mai."
"Uno dei miei problemi sei tu, perciò abbi almeno il buon gusto di non complicarmi le cose."
Sul volto di Draco si dipinse un sorrisetto bastardo.
"Cos'è, Potter? Una dichiarazione d'amore? Invece di starmi appeso al collo potresti fare qualcosa di più utile," disse.
"Tipo?" chiese Harry.
"Tipo spogliarti e metterti a faccia in giù sull'erba…"
Harry tolse le braccia dal collo di Draco per riuscire ad insultarlo meglio, (Ah! Pensavo volesse mettersi a faccia in giù sull'erba… N.d.A.) ma così facendo gli diede la possibilità di voltarsi e saltargli addosso.
Draco lo spinse sul prato e senza perdere tempo incollò le labbra alle sue.
Per come si sentiva Harry (e per come si era sentito nelle ultime settimane) era passato fin troppo tempo da quando erano stati insieme l'ultima volta.
Harry si lasciò sbottonare la camicia e slacciare i pantaloni senza fiatare. (Ogni tanto, saggiamente, sta zitto. N.d.A.) Provava anche un forte desiderio di toccare il compagno, cosa che non aveva mai fatto a causa del suo orgoglio. La sua idea era che, non partecipando attivamente, poteva dire alla sua coscienza che non fosse stata colpa sua. (Non funziona proprio così Potter, te lo devo dire? N.d.A.)
Adesso questo pensiero non gli attraversava più nemmeno l'anticamera del cervello, (Che Harry comunque non ha. N.d.A.) così cercò di eliminare la poca distanza che c'era tra lui e Draco abbracciando il compagno.
Draco si trovò un po' spiazzato.
La sua idea, fin da principio, era stata quella di far capire a Potter cosa fosse la supremazia. Si era messo in testa di lavorarci su parecchio per costringere Harry a pregarlo sia di amarlo fisicamente, sia di considerarlo come persona e aveva deciso che non avrebbe avuto pace per tutto l'anno scolastico finchè il suo piano -Fai capire a Potter chi comanda- non fosse stato portato a termine…
Beh?
Aveva già completato il lavoro?
E cosa avrebbe fatto per il resto dell'anno?
In neanche un mese Potter si era innamorato di chi non doveva proprio. L'amore porta all'idiozia e l'idiozia porta alla completa sciagura.
Per un mago già amare è la rovina, figuriamoci amare la persona sbagliata.
Bene, Draco era abbastanza soddisfatto, per cominciare. In realtà da adesso in poi sarebbe arrivato il bello.
Intanto avrebbe goduto degli indubbi vantaggi della situazione.
Potter stava già miagolando come suo solito e Draco dovette ammettere che fosse anche questo ad eccitarlo moltissimo.
"Malfoy…" mormorò Harry inarcando la schiena. Stava ancora abbracciando Draco e cercava di baciarlo sul collo, sulla spalla, sul mento, qualsiasi parte del corpo raggiungibile, ma quel diavolo di Slytherin non stava fermo un secondo. Non che gli dispiacesse, per carità, la lingua di Draco era probabilmente la cosa più piacevole a pari merito con le sue mani e…beh…le sue "capacità".
"Potter…non stringere così…altrimenti non riesco a muovermi…" mormorò Draco.
Harry allentò la presa e il suo compagno potè agire liberamente. Non aveva dubbi che sarebbe stato bellissimo come sempre, ma questa volta fu anche meglio.
Harry valutò l'idea che potesse essere per via della nuova consapevolezza sui suoi sentimenti per Draco, ma non volle pensarci troppo. Era ancora spaventato da questa cosa. E pensare che non aveva avuto così paura nemmeno di Voldemort.
Draco lo portò al limite della sopportazione e poi lo soddisfò.
Harry si sentiva davvero bene, questi momenti con Draco erano impagabili, sia fisicamente, sia moralmente. Stava imparando ad apprezzare perfino il suo sarcasmo pungente, perché sapeva essere il preludio alle loro "schermaglie" d'altro genere.
Però c'era una cosa che ad Harry non stava bene. Da quando avevano fatto l'amore la prima volta non era ancora riuscito ad avere Draco nudo tra le braccia. Per un motivo o per l'altro si teneva sempre addosso qualche indumento. (Fastidio Harry…io lo trovo sexy. N.d.A.) Per non parlare poi del fatto che non riusciva mai a toccarlo.
Manco a farlo apposta, i pensieri di Harry si concretizzarono subito quando vide Malfoy alzarsi e risistemarsi i vestiti. Per lui era semplice, non si era tolto praticamente nulla.
Harry invece aveva erba ovunque (particolarmente in posti in cui non la voleva per nulla) e dovette adoperarsi per allacciarsi tutti i bottoni aperti. Draco non fu per niente d'aiuto probabilmente, come pensò Harry, perché si sentiva molto più a suo agio a spogliare Harry, piuttosto che a rivestirlo.
La giornata nella foresta si concluse in quel piacevole modo. Harry e Draco avevano fatto ritorno alla scuola e la faccenda della punizione era passata inosservata.
Potter non aveva più chiesto a Draco di strappare erbacce e lo Slytherin si stava già godendo i privilegi per aver fatto perdere la testa al moro.
Ad ogni modo Harry non aveva ancora saputo cosa avesse spinto Draco ad attaccare il primino.
La "dichiarazione" di Potter aveva ovviamente cambiato un sacco di cose.
Il giovane Gryffindor non aveva più la faccia di fare lo sbruffone con Draco e quindi lasciava correre qualsiasi suo comportamento.
Dal canto suo, Draco, non era cambiato di una virgola. L'unica differenza stava nel fatto che Potter non lo infastidisse più puntandogli bacchette alla gola ogni cinque minuti.
Harry si sentiva un po' più leggero. Non capiva perché, in fondo il fatto che Draco sapesse che era innamorato di lui era come avere una personale spada di Damocle sospesa sulla testa, (Ma tanto Harry non sa nulla della spada di Damocle! N.d.A.) eppure si sentiva meglio…come se avesse qualcosa di bello da tenere per sé.
Dopo i brutti anni trascorsi, in fondo questo era il primo periodo della sua vita veramente felice. (Ecco, Draco, vediamo di farlo finire in fretta questo periodo! N.d.A.)
Edited by Yuko Hiwatari - 9/2/2006, 22:32
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