Rock your heart, 'IO&TE... insieme ancora...' remix - NC17

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†+.HoLLabaCK.+†
view post Posted on 17/12/2006, 00:34




Ciao amori :svolazzo:

Bene... Chi seguiva la mia ficcia 'IO&TE... insieme ancora...' sa bene che questo remix era un progetto che avevo da un po'... perchè quella ficcia mi piace un sacco, ma non come l'ho scritta =.="

E quindi mi pareva giusto (x voi, x me) finalmente ultimare questo progetto...
Sinceramente spero che vi appassionerete alla nuova versione come avevate fatto con "l'originale", ma spero anche di no, perchè non prometto aggiornamenti frequenti (mi massacrano a scuola ç__ç)...

Noterete (chi aveva già letto la fic) che l'inizio è un momento precedente rispetto a come era iniziata la vecchia fic...

Basta, ho parlato abbastanza quindi, come dice Herm a Rita, "fuoco alle polveri"!!!! E vai col chappo one!





Capitolo 1
Ricercata tristezza


Harry Potter era disteso sul letto di Ron, alla Tana. Erano gli ultimi giorni di agosto, a breve sarebbe iniziato il nuovo anno scolastico a Hogwarts, il sesto per l’eroe.
Il pensiero di Harry era rivolto all’anziano preside, Albus Percival Wulfric Brian Silente, il quale aveva annunciato, la mattina di quel limpido giorno estivo, alla famiglia Weasley, a Harry e a Hermione, ospiti di Ron, che sarebbe venuto alla Tana quella sera stessa.
Harry si chiedeva quali terribili cose avrebbe sentito raccontare a cena, temeva di sentir parlare di nuove morti, soffriva al pensiero delle orribili cose che potevano essere successe ai suoi compagni di scuola. Dopo la morte di Sirius, Harry si era reso maggiormente conto di quanto tutti quelli che conosceva e a cui teneva erano in serio pericolo.
Era ben deciso ad evitare la sofferenza e la morte dei suoi due migliori amici e delle loro famiglie.
Ripensò a tutte le facce conosciute, a tutte quelle persone che magari, volendo essere pessimista, tornato a Hogwarts non avrebbe rivisto. Di colpo, prepotentemente, il viso del compagno odiato per anni, la luce e l’ombra in contemporaneo, gli balzò davanti agli occhi smeraldini: un volto pallido, affilato; due occhi brillanti, intelligenti, ma tetri, chissà forse attanagliati dalla tristezza. Draco Malfoy era sempre stato un ragazzo affascinante, prezioso in qualche modo, sempre con quella raffinata eleganza nei modi e nei movimenti, eppure sempre sboccato e con volgari insulti che facilmente gli scivolavano via da quelle labbra sottili e lattee. Quelle labbra…
La voce di Ron lo riscosse dai suoi pensieri: -Harry!! Scendi, c’è Remus!-
Remus!
Harry si precipitò giù per le scale, ansioso di vedere l’ultimo collegamento ai suoi genitori che non gli fosse odioso al pensiero [l’allusione va sia a Piton che a Minus nd.Holly].
Una volta arrivato all’ingresso resistette all’impulso di abbracciarlo di slancio e gli strinse allegramente la mano. Remus lo trasse a sé e lo tenne stretto a lungo. Harry si crogiolò piacevolmente in quel calore quasi paterno e si disse di essere stato stupido a rifiutare quell’istinto: non è tanto sciocco abbracciare una persona a cui si tiene.
In quell’abbraccio Harry si sentì compreso, sentì che Remus era l’unica altra persona che provava la sofferenza dell’aver perso Sirius come la viveva lui… Se non anche maggiormente… Harry si era sempre chiesto se non ci fosse stato qualcosa in più che semplice amicizia tra quei due… Forse un giorno gliel’avrebbe domandato, ma quello non era il momento adatto.
Remus si staccò dal giovane per stringere la mano di Ron, Bill e dei gemelli e per abbracciare affettuosamente Hermione e Ginny. Molly, che era stata già salutata all’ingresso dell’uomo, gli disse che Arthur si sarebbe liberato solo più tardi. L’ex-professore non chiese di Charlie: tutti sapevano che si trovava a Londra da qualche giorno, nel disperato tentativo di fare quattro chiacchiere con il fratello ‘scomparso’.

***

La meravigliosa cena alla Molly Weasley era servita.
Hermione parlava animata con Ginny di un ragazzo molto carino che aveva individuato a scuola durante l’ultima settimana. Ron la guardava in cagnesco, sbuffando. Harry era più che altro stupito del comportamento dell’amica: aveva sempre considerato Hermione come una ragazza estremamente matura per la sua età e non la credeva, stupidamente, capace di intavolare discorsi del genere, soprattutto se a tavola con gli adulti. I quali adulti stavano discutendo animatamente.
Gli occhi smeraldo di Harry si posarono sull’anziano stanco rugoso viso di Silente.
L’uomo era palesemente triste e malinconico, ma non aveva fatto parola dei suoi timori, non li aveva aggiornati sugli orrori che non si leggevano sui giornali. Ascoltava, in silenzio, le dite intrecciate, la testa sopra di queste, i gomiti sul tavolo. Nonostante la cena fosse ottima, l’anziano preside non aveva toccato cibo. Il piatto inviolato conteneva ancora il roast-beef e le patate al forno che erano state messe lì da un preoccupato licantropo.
Silente era magro, scarno, dava l’impressione come se i vestiti gli dovessero cadere da un momento all’altro dalle spalle sciupate. Il viso era pallido, la pelle penzoloni lo faceva apparire ancora più anziano di quanto già fosse.
Harry fu investito improvvisamente da un moto di compassione per quell’uomo che aveva rappresentato una guida ma che spesso era stato odiato dal giovane. Che lo aveva inesorabilmente protetto in tutte le situazioni.
Abbattuto, triste, con quel senso di terribile oppressione che era stato scacciato dall’arrivo di Remus ma che ora era tornato ad attanagliargli il cuore, il moretto si volse intorno nel giardino. Il grande tavolo a cui tutti sedevano era stato apparecchiato con cura dalle ragazze. Era circondato dalle folte siepi da cui, Harry aveva imparato tempo addietro, bisognava tenersi alla larga, per timore di assalti di gnomi. I fiori quell’anno erano sbocciati più abbondanti, a spregio di quell’era tetra, dell’ambiente triste e macabro, della nebbiolina dei Dissennatori: si scorgevano anche nel buio i colori sgargianti delle belledinotte, delle rose semi-appassite dal caldo estivo e quelli pastello dei grappoli di ortensie secche.
In un tentativo di fuga da quella natura rigogliosa che non rispecchiava appieno il suo animo, volse lo sguardo al cielo scuro. La luna risplendeva, candida. Nuvole biancastre si tenevano alla larga da quel pallore che pareva volerle sminuire. Puntini luccicanti ricordavano l’esistenza di altri pianeti e altre stelle. La notte era, nel complesso, serena e Harry non trovò neanche nel profondo blu quel senso di abbandono che sentiva dentro, sebbene fosse in compagnia delle persone a lui più care, fatta eccezione per tre: Sirius, mamma, papà.
Concentrò allora gli occhi brucianti e lucidi sulla fiamma dolorosa della candela che ardeva, desiderosa di non spegnersi e non consapevole che quella fine si avvicinava più rapidamente con il suo modo di fare. Le chiacchiere dei suoi commensali gli giungevano lontane, come da una dimensione parallela. Pose infine lo sguardo illuminato di fuoco sul viso sconcertato del suo migliore amico. Voleva, in quel momento, essere come lui, così superficiale, attaccato ad una ragazza e non ad una morte troppo recente per essere cancellata ed assimilata e finalmente compresa come tale.

***

Andò a letto stanco eppure ebbe difficoltà a prendere sonno. Voleva scrivere, voleva esprimere a parole la tristezza ma nessuno lo ascoltava; ma forse era perché non ci provava neanche, a parlare. Si sedette alla scrivania di Ron, che rendeva la piccola stanza ancora più affollata e stretta. Prese un foglio di pergamena, la penna e il calamaio. Intinse la punta. La poggiò sulla spessa carta giallastra.
L’unica cosa che gli venne da scrivere fu inizialmente ‘morte’ e solo in seguito ‘merda’. Riempì la pergamena di queste due parole. Poi, al margine della pergamena disegnò un cuore e lo annerì, pur consapevole che portava sfortuna. Poi scrisse ‘Ti amo’ e desiderò con tutto il cuore qualcuno a cui poter dedicare queste parole. Quando gli apparvero i volti di James, poi Lily, poi Sirius ed infine Remus, si sentì estremamente solo.
-Merda!- esclamò, quindi si infilò sotto il lenzuolo mangiato dalle tarme e, furiosamente, si addormentò.





I hope you liked it...
Kisses...
 
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*+Ran Nekoi+*
view post Posted on 17/12/2006, 22:21




\é__è/ stupendaaaaaaaaaaaaaa

continua presto >.< mi raccomando >.<

i belive in you XD
 
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†+.HoLLabaCK.+†
view post Posted on 18/12/2006, 14:12




*___*

grazie cugy ^^

shono felish che ti piaccia sisi

baciu tvb =çç=
 
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*+Ran Nekoi+*
view post Posted on 18/12/2006, 14:35




me too \*3*/

però aggiorni presto >___> vero?
 
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†+.HoLLabaCK.+†
view post Posted on 18/12/2006, 14:50




spero sisi

ma non so, se uccidi le mie prof si >O<
 
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*+Ran Nekoi+*
view post Posted on 18/12/2006, 15:13




\è_é subito!
 
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†+.HoLLabaCK.+†
view post Posted on 18/12/2006, 15:22




brava è_é

uau, è già partito l'OT xD
 
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kitten85
view post Posted on 18/12/2006, 17:13




niente da fare ti adoro troppo
 
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†+.HoLLabaCK.+†
view post Posted on 18/12/2006, 17:25




\>O</

allora ti è piaciutoooooo *____* me felish
 
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*bellatrix*
view post Posted on 18/12/2006, 19:36




wa, bellissima!! non vedo l'ora che posti il seguito...
 
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kaos3003
view post Posted on 18/12/2006, 20:14




ç_ç bellissimo questo capitolo, aggiorna presto ....ti prego...
 
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†+.HoLLabaCK.+†
view post Posted on 8/1/2007, 22:11




Ciao bimbe/i... sono tornata con un altro chappo... che dire, spero che vi piaccia... finalmente inizia la storia come la conosceva chi ha letto la prima versione incompiuta... un kisso *__*




Capitolo 2
Un treno di desiderio



Districarsi nella marmaglia di gente che riempiva il corridoio del treno era veramente un impresa ardua, ma l’eroe del Mondo Magico, colui che aveva combattuto contro Voldemort e aveva sempre vinto, doveva assolutamente arrivare allo scompartimento C, dove il nuovo professore, Horace Lumacorno, lo aveva invitato per il pranzo.
Era passata poco meno di una settimana dalla cena con Silente, ma erano successe diverse cose. Aveva litigato con Hermione. Aveva voluto un bacio sfocato. Aveva sognato quel volto pallido e uno orrendamente bianco. Aveva pianto, in silenzio, nella camera di Ron, sul letto scricchiolante. Aveva desiderato affetto. Aveva avuto paura di perdere quello degli amici. E ora, aveva solo paura di sbagliare ancora.
Il ricordo del volto triste e insieme arrabbiato di Hermione gli faceva ancora dolere il petto, il pensiero delle sue urla gli faceva scaldare le vene pulsanti d’ira. Non ricordava che lei si fosse mai comportata così nei suoi confronti, lei, che era la comprensiva, la dolce, la consigliera. E invece aveva inveito. Aveva inveito contro un Harry stanco, stravolto, privo di forze e voglia di reagire, vuoto dentro e solitario. Gli aveva detto che non poteva isolarsi, che non era così che bisognava comportarsi, che non era così che si affrontava una perdita. E allora Harry aveva pianto. E aveva urlato. Le aveva gridato che non capiva niente, che non poteva sapere come ci si sentiva perché non aveva mai perso nessuno. Ma a quel punto Hermione, le lacrime agli occhi, il viso stravolto, le mani strette a pugno, gli aveva sussurrato la morte della sorellina, tre anni prima. A quel punto il moro si era calmato, aveva smesso di urlare e piangere, l’aveva abbracciata, le aveva asciugato il volto umido, l’aveva stretta e consolata, proprio come fa un amico vero. E si era reso conto che non era lui il centro dell’universo, che le disgrazie non capitavano solo a lui.
Poi, dopo che Ron e Harry si erano presi cura dell’amica, c’era stato il sogno. Quel maledetto sogno. Si era chiesto come aveva fatto a sognare insieme due volti candidi, così diversi, così simili. Voldemort. Voldemort che, inspiegabilmente, tentava di uccidere Draco Malfoy. Ma la cosa più assurda era stata che lui, Harry, aveva difeso Malfoy. L’aveva salvato.
E fu proprio per questo che il suo ingresso nello scompartimento C, colmo di elogi da parte di Lumacorno, gli era apparso ancora più traumatico e sconvolgente: un volto affilato e biancastro, munito di capelli d’oro bianco, lo fissava malignamente dalla poltrona davanti all’ultima rimasta libera.
Sedette. Fissò il nuovo professore.
Nella sua ultima visita, Silente aveva accennato all’arrivo di Horace Lumacorno all’interno del corpo docente; aveva anche parlato della sua mania del crearsi un gruppo di accoliti, il ‘Lumaclub’, e, fissando i visi attorno a lui, capì che si trovava al cospetto dei primi membri: c’era Ginny, con aria smarrita; Belby di Tassorosso e McLaggen di Grifondoro, entrambi del settimo anno; poi Zabini, gli occhi scuri puntati sul nuovo arrivato, del suo stesso anno a Serpeverde e grande amico di Malfoy.
Fissò quest’ultimo. Malfoy, arrogante come sempre e con un’aria di profondo compiacimento nel trovarsi lì, volse lo sguardo sul compagno odiato e i loro occhi si incontrarono: due gemme smeraldine si persero in quel freddo grigio, annegarono in quel profondo oceano argentato.
Draco cominciò a parlare con il professore, smettendo di badare al Grifondoro sfregiato, ma Harry continuò a studiarlo: guardava gli occhi nei quali si era perso due minuti prima, guardava il naso così perfetto, guardava le labbra sottili e sensuali, guardava la liscia pelle del viso un po’ grassa come quella di tutti gli adolescenti ma fortunatamente priva di brufoli e punti neri; poi il suo sguardo dal viso appuntito scese sul collo lungo e liscio, sulle spalle ampie, sullo stretto torace e il corpo magro, sui fianchi morbidi e sulle gambe affusolate piegate elegantemente.
Non si preoccupò più di tanto del fatto che stava facendo apprezzamenti su un ragazzo. Ciò che più lo scuoteva era che il ragazzo che stava scrutando interessato era Draco Malfoy, lo stronzetto secolare, il piccolo bastardo che gli aveva reso impossibili gli ultimi cinque anni.
Deciso a prendere un po’ d’aria e terrorizzato al pensiero che Lumacorno potesse rivolgerglisi, chiese al professore di andare al bagno. Permesso che gli fu accordato.
Spiccò una piccola corsetta per arrivare a potersi chiudere la porta del cubicolo alle spalle. Vi si accasciò contro intento a vagliare i propri pensieri e le proprie sensazioni. Era shockato, più che stupito, dall’essersi ritrovato a dare giudizi positivi sul corpo perfetto del biondo Serpeverde. Nel momento stesso in cui lo pensò, esplose:
-Basta! Sono un idiota!-
-Questo già lo sapevamo Potter- disse una voce strascicata da fuori la porta -ma il professor Lumacorno desidera che tu ritorni nello scompartimento…- fece una pausa, poi riprese -Sei in questo fottutissimo bagno da un quarto d’ora, quindi- ghignò -o hai lo stomaco particolarmente in subbuglio- il ghigno si espanse -o direi che in quel cesso ci hai fatto l’accampamento per la notte!… Lo so, è difficile rinunciare alle proprie abitudini: un letto ti sembrerà un lusso; meglio il gabinetto, ti ricorda di più casa tua o sbaglio? O forse il porcile Weasley?-
-Taci Malfoy!- disse Harry aprendo la porta.
Purtroppo la vista di Draco non giovò al suo stato d’animo già scosso di per sé. Harry arrossì.
-Ehi Potter cos’hai? Il mal di pancia non ti è ancora passato?-
-Impara a stare zitto Malfoy!-
Nonostante il biondo continuasse a provocarlo malamente, Harry provò un improvviso desiderio di sbattere Malfoy contro la porta del cubicolo di fronte e di baciarlo, di buttarlo a terra per strappargli i vestiti di dosso. Girò lo sguardo e mormorò: -Andiamo per piacere!-
-Già Potter, non perdere l’opportunità di farti adulare da un prof!-
-Non ero io quello compiaciuto di essere stato invitato!- ribattè Harry e precedette Draco fuori dal bagno.
Gli occhi di Malfoy si posarono qualche spanna più in basso del dovuto.

***

Lumacorno aveva spiegato loro che desiderava che alcune sere si recassero nel suo studio per feste esclusive; aveva specificato esclusive come a sottolineare che nessuno avrebbe dovuto osare di portare qualcuno di esterno senza il suo esplicito permesso.
“Fantastico!” aveva pensato ironicamente Harry “Esattamente quello che mi occorreva: serate al buio in uno studio con Malfoy e il suo bel corpo!”
Ora il moretto era nella sala comune e stava riferendo le parole del grasso e viziato professore ai suoi amici, dopo che questi (o meglio Hermione) avevano svolto il loro compito di accompagnare i primini ai dormitori, in qualità di Prefetti di Grifondoro.
Ron stirò le braccia e sbadigliò in maniera poco elegante, annunciando:
-Il viaggio è stato stancante, io vado a dormire che domani iniziamo con doppie Pozioni in compagnia di quei simpaticoni dei Serpeverde!-
-Buonanotte Ron- disse Hermione
-Aspettami- fece Harry, baciando l’amica sulla guancia.
Ron arrossì di rabbia e salì le scale prima che Harry lo ebbe raggiunto.
Il moretto non sapeva ancora che giornata lo avrebbe atteso l’indomani e così dormì un sonno profondo e privo di sogni.




HoL
 
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*+Ran Nekoi+*
view post Posted on 9/1/2007, 14:32




*qualche spanna più in bassa del dovuto*


ù___ù ehheehheehhehhheheeh

il sederino del mio harryyyyyyyyyy XQ___________


stupendissima cugy!!! aggiorna presto °ç°
 
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†+.HoLLabaCK.+†
view post Posted on 10/1/2007, 23:41




*___*

sono contenta che ti sia piaciuto il chappo cugyyy... tento di aggiornare presto presto!!!
 
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*+Ran Nekoi+*
view post Posted on 11/1/2007, 00:11




shi shiiiiiiiiii >___<
 
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38 replies since 17/12/2006, 00:34   1099 views
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