Carcere, original by me ù-ù

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† L. Lawliet †
view post Posted on 27/3/2007, 17:38




L’ispirazione mi è venuta guardando il film “Le ali della libertà” bellissimo *_____*

Mi chiamo Cain Truman. Mia madre, grande religiosa decise di dare a me e mio fratello i nomi dei primi fratelli del creato. Io sono Caino, colui che uccise suo fratello, ma non per questo finii in carcere . Ho 56 anni, dieci gli ho passati a lavorare onestamente e farmi una famiglia, gli ultimi due nella disperazione di crisi finanziarie. I successivi 9,in una cella umida da odore così schifosi che non possono neanche essere descritti. Per poter salvare la mia situazione familiare ho falsificato documenti, aiutandomi con la santa madre mafia di New York , scoperto sono stato portato davanti a un tribunale e spedito in quattro e quattr’otto in quella che sarebbe stata la mia nuova casa. Per nove anni non avrei rivisto mia moglie, mio figlio Ben. E nel tragitto ,in quella vecchia camionetta che mi avrebbe portato nell’inferno venni preso dalla disperazione e dal risentimento di non essere stato sempre un bravo padre. Avevo voglia di guardare i cartoni con mio figlio, come mi aveva chiesto tante volte, ma io avevo risposto sempre no, di giocare con lui, prenderlo sulle spalle e…toccare mia moglie, amare mia moglie…per i prossimi 9 anni avrei dovuto mettermi da parte quella voglia. Non sapendo che in carcere certe voglie passavano in altro modo. Quando arrivai, insieme ad altri colpevoli, fecce che minacciavano la società, assassini, sentii le urla dei carcerati, tutti appiattiti contro la rete che ci urlavano dietro, come se fossimo studenti del primo anno e loro quelli dell’ultimo, la cosa sarebbe stata anche così, ma rivista in tutt’altra chiave. Vidi con la coda nell’occhio che prendevano scommesse su di noi. Chissà se l’avevano fatta anche su di me. Di certo quello che l’aveva fatta avrebbe perso. Per la prima settimana non aprii mai bocca, emisi solo una smorfia di disgusto quando nel mio primo pasto trovai un grasso verme a rotolarsi nelle patate. E li li notai. Lo notai. Era un gruppetto di uomini che avrebbero dovuto avere tra i quaranta e i cinquanta anni, e lui si notava subito. Era il più giovane. Mi interessava, volevo sapere perché era li, così un giorno quando non era in compagnia dei suoi amici, solo sotto il malmesso canestro a fumare una sigaretta mi avvicinai. Mi presentai e al mio nome fece una smorfia per non ridere, le labbra si arricciarono in modo molto carino. Disse che gli ero costato tre pacchetti di sigarette. Allora qualcuno aveva veramente scommesso su di me . Si presentò anche lui. Si chiamava…oddio come risi quando me lo disse…non so perché lo feci ma sapere che io non ero il solo ad avere un nome religioso che rispecchiava subito a differenza di Giovanni o Pietro…Lui si chiamava Jesus…Gesù… aveva 21 anni ed era entrato a 18, condannato a due ergastoli perché aveva ucciso i suoi genitori. Mi disse anche come l’aveva fatto, era sicuro che non mi sarei scandalizzato, infatti non lo feci . Prima aveva ucciso il padre. Allenato in palestra per poterlo almeno stordire, suo padre era un Maciste di quasi 110 chili. Ci riuscì e poi, 34 coltellate precise nello stomaco. Infine, qua più che scandalizzato ero disgustato, quando ormai era morto gli aveva tagliato l’uccello e l’aveva buttato via come se fosse spazzatura nel trita rifiuti che avevano sotto il lavandino. Sua madre era cercata di scappare ma lui l’aveva raggiunta e colpita più e più volte, rendendo il volto una maschera di sangue. Poi l’aveva accoltellata al cuore, poi colpì anche i seni e il ventre. Alla fine lui sporco di sangue si fece una doccia, uscì a prendersi le sigarette e poi dopo averle fumate tutte in un quarto d’ora chiamò la polizia. Chiesi perché l’aveva fatto e lui mi rispose buttando per terra il mozzicone di sigaretta “Era da quando avevo 11 anni che mio padre si divertita a spaccarmi in due il culo e quella puttana di mia madre lo sapeva e stava zitta” allora gli disse la logica che in poco avevo formulato e lui sorridendo mi disse che avevo indovinato e che nessuno chi era ancora arrivato. L’uccello e il ventre, era come era venuto al mondo… nel ventre dove era stato 9 mesi… i seni di una donna che l’aveva nutrito ma che era stata zitta agli abusi del padre su di lui. Le 34 coltellate…34 come i canti del’ Inferno della “Divina Commedia” di Dante Alighieri. Mi batté un leggero pugno sulla spalla chiedendomi se dopo a mensa mi sarei seduto vicino a lui. Risposi di si, ero affascinato da lui e aveva grandi occhi azzurri come quelli di mio figlio, anche se i suoi erano più belli. Nessuno poteva dirmi il contrario. Aveva due occhi meravigliosi nascosti da qualche ciuffo di capelli neri come l’inchiostro. Avevo trovato una cosa bella nel carcere. Jesus. Non la luce. Jesus l’assassino.
Più avanti ebbi modo di ringraziarlo. Anche se non avrei mai voluto che si sacrificasse così, dopo quello che aveva subito da piccolo. Aveva sentito vagamente parlare di quello che poteva succedere nelle docce di un carcere. E infatti un uomo si avvicinò a me dicendomi che ero veramente un bell’uomo aveva un bel fisico e un gran bel culo…mi chiese se volevo divertirmi. Jesus si avvicinò e disse “Martin non rompere il cazzo e lascialo stare “ Martin non disse più nulla, ma quando uscimmo dalle docce lui e Jesus rimassero dentro per altri 20 interminabili minuti . Quando uscì disse che avrebbe sicuramente sentito dolori allucinanti la prossima volta che avrebbe cagato. Gli altri si misero a sghignazzare e anche lui si concesse una risata. Io stupido lo capii dopo due giorni che si era fatto inculare da Martin al posto mio. Dopo i primi due anni mi ero legato tantissimo a Jesus. Non so spiegarlo, averlo vicino mi faceva sentire vivo. Non vedevo in lui un secondo ipotetico figlio, come avrebbe potuto anche essere. No, lo trattavo come un adulto, e lui si sentiva lusingato da questo, anche se a volte aveva uscite da adolescente. Un giorno mi cantò Yesterday dei Beatles e Blowing in the wind di Bob Dylan come se fosse a American Idol o che so io. Si divertiva proprio. Era veramente bello quando cantava e non scorderò mai la sua voce. Mi piaceva di più la canzone cantata da lui che da Dylan. Yes, ‘n’ how many times must a man look up before he can see the sky? Sembrava lo chiedesse a me e purtroppo io non sapevo dargli risposta. Guardavo anch’io il cielo e pensavo che mancavano sette anni al mio ritorno a casa e sospiravo. E lui in silenzio questo non lo accettava. Ero suo mi diceva. Suo amico suo e basta. Questo non era vero avevo legato anche con gli altri del suo gruppetto e addirittura con un secondino particolarmente buono e non sadico come molti altri. Lui mi bofonchiò un scusa e non venne a parlarmi il resto del giorno. La distanza tra le nostre celle era di altre cinque, per questo nei primi due anni non sentii le urla che lanciava a volte nel sonno e anche da sveglio. Ma quella notte le sentii e il sangue mi si raggelò nelle vene . Sembrava quasi un animale che stava per essere sgozzato dal macellaio, la bestia prima di morire. Era una delle crisi che aveva da quando aveva 11 anni, ovvero da quando erano cominciati gli abusi. Per fortuna riuscirono a tranquillizzarlo con dei calmanti e passò il resto della notte in infermeria. Il giorno dopo, finito i lavori nella lavanderia ai quali ero addetto insieme agli altri, potei andarlo a trovare. Era riuscito a portarsi una sigaretta e seduto sul letto la stava assaporando tutta. Sembrava non fosse successo niente la notte prima e io mi sedetti sul letto e gli chiesi se poteva cantarmi Michelle dei Beatles , perché sapevo che era una delle sue preferite e anche perché era la canzone che avevo dedicato a mia moglie Michela. Lui si emozionò e con la voce un po’ tremolante iniziò a cantarmela. Adorava i Beatles. E cominciò a cantarmi della bella Michelle … Michelle ma belle, These are words that go together well, my Michelle. Michelle ma belle sont le mots qui vont très bien ensemble, très bien ensemble. I love you, i love you, i love you… E la cosa che pensavo mentre cantava, aveva una buona pronuncia francese, non era Michela ma era lui dentro di me cantavo anche io Michelle ma il mio testo faceva : Jesus, mio bello sono parole che stanno bene insieme, mio Jesus…Jesus mio bello, sono parole che stanno molto bene insieme, molto bene insieme… ti amo, ti amo, ti amo … Evidentemente dovevo avere un’espressione spaesata in quel momento, tutto quello che mi ricordo fu solo quando lui mi si avvicinò e mi baciò. Non ero gay, non lo sono mai stato, ma di lui avevo bisogno, tutto il mio essere lo voleva. E lo baciai affamato, fregandomene che fosse un maschio e che per età avrei potuto anche essere suo padre. Fummo noi due quella volta a uscire per ultimi dalle docce dopo minuti interminabili. Io non volevo, non sapevo come e non volevo fargli male ma lui mi disse che non servivano certo istruzioni e così lo presi senza pensieri e godetti in maniera sublime nell’affondare dentro di lui e amarlo. Una volta venne picchiato a randellate da una guardia perché questa gli aveva tolto le sigarette. Io ormai, grazie alle mie doti di commercialista, non per vantarmi ma ero proprio bravo, ero riuscito a sistemare qualche affare del Direttore dicendogli che la guardia era stata ingiusta nel picchiare così Jesus e spaccargli il naso, cosa che accadeva comunque di frequente nei prigionieri… le guardie si divertivano molto a picchiarci. Jesus era isterico,lo sapeva tutto il carcere che le sigarette lui le amava più di Dio e dei Beatles e di qualsiasi cosa al mondo. Non avrebbe voluto mostrare al mondo ,esagerai lo devo dire con questa affermazione, la settimana prossima in tv col programma televisivo sulla vita in carcere una simile guardia che non lasciava in pace un povero ragazzo che voleva solamente fumare una sigaretta? La guardia venne punita dal Direttore e sospesa per un paio di mesi. Jesus mi ringraziò e io gli regalai il mio pacchetto di sigarette mezzo vuoto, lui mi abbracciò come se gli avessi regalato un assegno da un miliardo di dollari e mi baciò. Non mi accorgevo che tra i lavori nella lavanderia, le visite agli uffici nel Direttore e gli incontri nelle docce con Jesus, i miei nove anni erano scesi a 1. Jesus diventava sempre più pallido, non voleva che me ne andassi. “Potresti falsificare altri documenti così ti portano di nuovo qui! O ammazza tua suocera, hai detto che non la sopporti!” mi misi a ridere, ma poi vedendo la sua espressione capii che non scherzava affatto e rimasi sconvolto. Mi gridò contro in pieno cortile che lui non era così importante per me come lo ero io per lui. Gli risposi che non potevo chiedere al Direttore di restare in carcere fino al giorno della mia morte, non volevo passare l’eternità li .Lui mi guardò con i suoi occhi azzurri feriti e confusi e mi lasciò solo, non mi si avvicinò per tre giorni. Ma nelle docce continuavamo a rimanere e lui mi disse che voleva godere a fondo degli ultimi giorni che avrei passato li,perché poi non ci saremmo rivisti mai più…mai più…e a quel pensiero stetti male anche io. Venimmo affidati al restauro del tetto della mensa insieme da altri 9 detenuti, avevo sempre sofferto di vertigini ma non potevo rifiutarmi. Terzultimo giorno di prigionia. Avevo 51 anni,ne ero entrato a 42. Jesus ormai ne aveva 30 appena compiuti e ne era eccitato. Lavorammo duramente purtroppo non avrei potuto vedere la fine dei lavori perché sarei andato via prima. Penultimo giorno, Jesus mi regalò il suo accendino che si era preso a 18 anni con una J marchiata sul fianco. Così mi sarei ricordato di lui mi disse. Gli risposi che io mi sarei sempre ricordato di lui anche senza un accendino. Mi abbracciò e mi diede un bacio, l’ultimo. Il suo ultimo bacio. E avevo ragione mi sarei ricordato comunque di lui,anche senza il suo accendino. Ultimo giorno. I detenuti, Jesus erano sul tetto a lavorare e su fermarono quando mi videro passare elegante,come quando ero entrato,per la starda che mi portava al cancello. Jesus fu veloce,lo era sempre stato, anche quando giocavamo a basket sorvegliati dalle guardie, si sporse a guardarmi sul ciglio del tetto. E fu veloce. Si mise come il suo omonimo sulla croce e volò. Jesus volò veloce e raggiunse per sempre il mio cuore come voleva. Solo che ora lui non c’era più,era steso in una posa strana sul cortile con una pozza scura vicino alla testa. Non m’importò nulla di sporcare il vestito,nulla. Pregai Dio, La Vergine…tutti i Santi che mi venivano in mente che non fosse morto. Gli disse che avrei ucciso mia suocera, falsificato tutti i documenti che voleva per tornare ma che doveva aprire gli occhi e dirmi che stava bene. Fu inutile. Era morto sul colpo. E mi sentii morire io. Non so con quale coraggio riuscii a uscire dal carcere e lasciarlo li. Salire sul taxi e arrivare alla stazione. Mia moglie mi abbracciò piangendo e mio figlio ormai aveva 18 anni….e…Oddio,gli piansi in faccia…aveva i suoi bei occhi azzurri coperti da alcuni ciuffi di capelli che gli si erano scuriti ed erano quasi neri. Pensarono a una commuovente rimpatriata. Non avevo mai pianto in vita mia. Non potevo certo dire che assomigliava così tanto a lui ora .Anche se gli occhi di Jesus erano sempre i più belli. Entrammo nella macchina. Guidò mia moglie e sentii qualcosa premermi nella tasca e tirai fuori l’accendino di Jesus e non riuscii a trattenere le lacrime e mia moglie si commosse a vedermi così, Pensava che piangevo dalla felicità per essere di nuovo a casa. Per giorni venni ossessionato di notte dall’immagine della morte di Jesus, poi riuscii riprendermi. Ma ancora oggi ogni volta che chiudo gli occhi e mi abbandono sulla poltrona e giocherello col suo accendino aprendolo e chiudendolo ,non l’ho mai usato per fumare perché era suo e solo lui aveva dato così importanza alle sigarette, sento sempre lui che canta e io avrei voglia di volare come fece lui quel giorno ma non posso non ne ho mai avuto il coraggio, anche se so che lui vorrebbe che io volassi da lui. Un giorno forse ci riuscirò,mi pento solo di non avergli mai detto che, perché solo ora me ne rendo conto ? perché non trovai il coraggio allora ?, che lo amavo.
Michelle ma belle, These are words that go together well, my Michelle. Michelle ma belle sont le mots qui vont très bien ensemble, très bien ensemble. I love you, i love you, i love you…

Jesus, mio bello sono parole che stanno bene insieme, mio Jesus…Jesus mio bello, sono parole che stanno molto bene insieme, molto bene insieme… ti amo, ti amo, ti amo …

XxX Fine XxX

Allora? Aspetto commenti. Io…lo devo dire… ne sono quasi orgogliosa, oddio forse ho esagerato… ma non so come dirvelo…mi piace come l’ho scritta e CHE l’ho scritta. *____* < megalomane> è corta però °-° ma kissene XD

Edited by † L. Lawliet † - 27/3/2007, 18:56
 
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. n a c c h //
view post Posted on 27/3/2007, 18:08




allora àòà Cain è ritardatoo....
Poi, beh, la disperazione di Jesus era alta x° scemo °w° vabbeh XD comunque seocndo me jesus era sadico quindi gli regalo questa purga u.ù

comunque è bella ^ò^ brawa ^w^
 
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† L. Lawliet †
view post Posted on 28/3/2007, 17:39




grazie amore *_____* ma voi commentate è_è pleassssssssssssssssssssssssssse anche se dite che è una schifezza è-è
 
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view post Posted on 1/4/2007, 18:27
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*O* oooh stelluzza!! è.....interessante *-*
mi piaze! blavaaaaah!
 
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