Diario del campo, caro diario mai realmente scritto...

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† Ran's Revenge †
view post Posted on 24/7/2008, 00:12




INNAUGURO LA NUOVA SEZIONE ^^ OLè!!!!!!!


ecco qui un racconto scritto per il concorso di scrittura della mia scuola, un maledetto liceo classico.

Parla di una bambina in un cambpo di concentramento che scrive un diario puramente immaginario.
L'ho presentata come racconto al concorso, e per questo mi hanno voluta 'punire' poichè ritenevano che avessi dovuto presentarlo nella categoria diario... =_= lasciamo stare và... hanno comunque voluto darmi il 3° posto dicendomi che come diario avrei vinto il primo...

si =_= certo.... ricordo bene la mia triste esperienza in quel campo di concentramento e le pagine di diario che ci ho scritto....

ma andiamo avanti ù_ù



A voi il racconto.




Diario del campo



Caro diario mai ricevuto,

Piacere, mi chiamo Sara, ho sette anni e non ci siamo mai incontrati. Avrei voluto, lo giuro, ma non ho mai potuto. Qualche giorno fa ti ho visto in vetrina. Ho detto a la mamma che ti avrei voluto per me, ma lei non mi ha ascoltata. Mentre si asciugava le mani bagnate, guardava la radio, che sputava notizie, come se fosse la morte stessa. Si è appoggiata alla tavola, tremando un poco, mi ha presa tra le braccia e ha sussurrato al mio orecchio. Non ho mai visto la mamma così e il cuore mi è morto un po' in petto.
Capisci, caro diario, che non me la sono sentita di insistere. Sono ripassata al negozio ma tu non c' eri già più e a casa il pianto della mamma era una ninna nanna costante.
Quando poi sono venuti a prenderci, la mamma non ha fatto nulla. Non ha fiatato, ha baciato mio padre e ha aperto la porta. L'ha baciato a lungo e mi ha detto, più avanti, che aveva lasciato il cuore su quelle labbra. Quegli uomini seri ( nazisti o 'eroi', così la radio li chiamava ) non ci hanno fatto prendere niente, ci hanno portato alla stazione e ci hanno messo su un treno orrendo. Non ci hanno lasciato prendere niente ma spero che il cuore della mamma, papà l'abbia nascosto ben bene; sono sicura che la notte, prima di dormire, lo bacia e pensa a noi.
L' ultima volta che abbiamo visto il babbo è stato al nostro arrivo. Lui ha seguito gli altri uomini e mamma, invece, l'ha accompagnato solo con lo sguardo. È lo stesso che ha adesso, mentre guarda la pioggia che cade fuori. Non vuole stare qui, lo sento. Vuole andare a casa, e io con lei.
Ma mamma dice che se sarò brava, papà tornerà a prenderci. Allora io sono brava, e non piango, e non urlo, e sto in silenzio quando lei non è con me. Ma a non tremare, proprio no, non ci riesco. Fa freddo qui e non dormo più e tremo come una foglia piegata all'inverno.
La mamma non piange, non lo fa mai. Lei è forte e io l'ammiro.
La guardo mentre si affaccia alla vetrata sporca e anche col capo nudo è sempre bellissima. I suoi occhi riflettono la pioggia e non mi guardano più.
Da quando siamo arrivate, guardano solo il cielo. Era sereno al nostro arrivo e non l'è stato per molto; si è abbattuto scuro e imponente sul nostro capo.

Mi piaceva guardare il cielo dalla finestra della mia camera. Mi piaceva e non vivevo d'altro, non chiedevo altro, finché c' era il sole. Ma me l' hanno tolto, e ora vivo qui, in un letto che è una cuccia e una casa che è una scatola. Sembra che debba restare nascosta la mattina, così non mi affaccio neanche più per cercare un raggio di sole. Resto ferma e sogno d'averti tra le mani, di riempirti di pensieri, di parole e d' inchiostro sciolto tra le lacrime. I giorni passano così che neanche me ne accorgo, mentre la pelle mi diventa fredda e la fame sempre più grande.

La mamma sta uscendo fuori, eppure lo sa che si arrabbiano se lo facciamo.
La seguo e la pioggia mi si abbatte sui vestiti consumati rendendoli miseri più di quanto lo siano.

Mamma, ti prego. Torna dentro, fa freddo qui.

Non mi guarda, come sempre, non mi guarda. La chiamo, la invoco, la prego e mi sembra di sparire nella pioggia.

Ti prego...

Le gocce le scivolano incessanti sul suo volto e quasi sembrano lacrime. Ma mia madre non piange, non piange mai... non piange più. E anche a capo chino, io lo so che lei non sta piangendo. Perché la mia mamma è forte.

Non si volta ma mi prende una mano e me l'accarezza.

Torniamo dentro.

Non si guarda neanche intorno e si muove come se fossero i suoi primi passi. Li segue come se fossero gli ultimi.






Caro diario mai realmente scritto,

Il cielo oggi pare voler piangere, ma non c'è grigiore nelle sue nuvole. Questo è un cielo che non conosco, che non ho mai visto. Stesa qui, senza preoccuparmi del fango che mi sporca i vestiti, finalmente l'osservo come se fosse la mia prossima casa.

La mamma è poco più in là, dorme tranquilla, come non faceva da mesi. Le urla di quegl' uomini sono così distanti che non mi possono raggiungere. Mi ricordo di come siano cambiati in così pochi mesi. Mi ricordo di come prima erano mostri, come poi sono diventati dei. Ho pensato che la radio si fosse semplicemente confusa.

Dio qui è crudele, non è giusto come l'avevo sognato.
Dio non mi ama, mi disprezza con occhi da ariano. Dio nel suo paradiso non mi vuole, non sono prevista.

Gli angeli mi insultano in una lingua che non conosco, mi sputano addosso e mi danno la caccia.

Gli angeli hanno fasce rosse sulle braccia e cantano inni.
“Gott mit uns”
Non smettono mai. “Gott mit uns”.
Mai.
“Dio è con noi”

Alla mamma questo non va più bene. Alla mamma non è mai andato bene.

Così la mamma oggi è corsa a riprendere il suo cuore. Con la mia mano nella sua, siamo corse via a riprendere il cuore che papà custodisce gelosamente nella sua tomba oltre il recinto. A noi non piace che lui stia lì, così nudo e freddo, non può essere felice, in mezzo a quei corpi sporchi.

Abbiamo corso tanto, ma Dio si è arrabbiato. Gli angeli sono volati su di noi, senza amore o ali, e con armi di fuoco hanno vendicato Dio.

La mamma era stanca di correre e si è fermata a riposare. Le ho detto che stavano per arrivare ma lei ha chiuso gli occhi e ha voluto dormire. Non si è più svegliata.

Quando qualcosa mi ha attraversato il petto, ho pensato fosse il dolore. Quando ho perso le forze, ho pensato fosse la stanchezza. Così, ignorando le urla, mi sono stesa un attimo, accanto alla mamma, per dormire insieme.

Ora sono ancora qui e il cielo finalmente piange. Sono gentili le sue lacrime, ma so che tu le chiameresti 'fiocchi di neve'. Non mi ingannare, io lo so che sono lacrime queste piume fredde. Si posano con riverenza sulla mia pella e mi coprono il petto dolorante. Alzerei la mano, stenderei le dita, giuro, potrei, ma sono così bianche che sporcarle col sangue mi sembra un peccato così brutale. Dio mi odierebbe ancora di più se rovinassi tanta bellezza?

Perdonami, ma devo lasciarti adesso. Gli occhi sono così pesanti e vorrei dormire anch'io, come la mamma, come papà. Tornerò presto, te lo prometto.
Sono felice d'addormentarmi sotto il cielo, anche se manca ancora il sole a illuminarmi il viso e a scaldarmi il cuore.

Sai, spero di svegliarmi sotto un cielo più sereno.
 
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.:*Caline*:.
view post Posted on 24/7/2008, 13:06




è stupendo!!

mi ha commosso tantissmo! :uheee: :uheee:

bravissima!
 
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.hoL ~
view post Posted on 9/11/2008, 18:04




Brava Rana ò_ò E' straziante. Bellissimo.
 
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2 replies since 24/7/2008, 00:12   114 views
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