Deep Wishes [Wincest], One Shot

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°Lily°
view post Posted on 28/12/2008, 18:34




Se siete minorenni facilmente mpressionabili NON LEGGETE.

NC-17

Fa schifo vi avviso, l'ultima parte non l'ho neanche riletta. adios.




Deep Wishes



Questa one-shot è dedicata a Chiara(Lea). Che ha rotto taaaanto, ma taaaanto, ma tanto i maroni perché ci mettessi la lemon.
Wincest for you. Don’t like? Don’t read!



“Così questa… Cosa… Fa fare alla gente quel che vuole?”
“Non quel che vuole, quel che loro vogliono. Solo che non se ne rendono conto finchè lei non glielo mostra. E poi l’istinto diventa irrefrenabile.” Spiegò Sam mentre si incamminavano a passo spedito verso l’auto.
“Quindi… Kate ha ucciso suo padre perché era una sorta di desiderio represso che la Shingah ha fatto venire a galla?” chiese Dean inarcando dubbioso le sopracciglia.
“Precisamente”
“Ma voglio dire, lei avrebbe potuto bloccarsi o no?”
“No. Si tratta di desideri molto profondi che quasi mai raggiungono lo stato di coscienza a meno che non vengano forzati parecchio. E… beh, gli Shingah hanno la capacità di portarli ad un tale stato di consapevolezza che ti sembra di non aver mai desiderato altro. E probabilmente è così… Voglio dire, il padre di Kate era un mostro schifoso… E’ normale che dentro di sé volesse mettere fine a tutto quello che stava passando per colpa di quell’uomo.”
“E così si spiegano anche tutti quei tradimenti in città e gli episodi di violenza sessuale. Ma qual è lo scopo di queste creature?” Chiese Dean montando in macchina.
“Creare il caos, suppongo.”


“Ok, Sam… Io entro, se non riesco a farla fuori intervieni tu prima che mi faccia a pezzi. Ok? Lo capirà subito che sono venuto per ucciderla.”
“Non mi sembra un piano grandioso.” Disse Sam scettico.
“Beh, ne hai uno migliore?” Ribatté Dean scegliendo distrattamente uno dei fucili a pallettoni dal bagagliaio dell’Impala.
“Sì, entriamo insieme.”
“No. Se ci mette fuori combattimento è finita per entrambi. Se si concentra su uno dei due almeno l’altro può intervenire. Muoviamoci adesso.”
I due ragazzi si avvicinarono guardinghi alla casetta in cui avevano scoperto alloggiare la creatura. Essa si era insediata nel corpo di un’assistente alle vendite, un travestimento perfetto che le permetteva di stare continuamente a contatto con la gente per poi potersi insediare nelle loro menti facendo affiorare i più nascosti desideri.
“Pronto?” sussurrò Sam quando furono davanti alla porta.
“Sempre” rispose Dean un attimo prima di sgusciare silenziosamente attraverso una finestra aperta, nella speranza di riuscire a cogliere la creatura di sorpresa.
Sam rimase fuori in ascolto, senza farsi vedere. Sentì un tonfo sordo come di un corpo che cadeva al suolo e poi una femminile risata di scherno. Perfetto. Fece un respiro profondo impugnando più forte la Colt e prima che la Shingah potesse avvicinarsi al fratello fece irruzione nella stanza sparandole un colpo preciso in mezzo agli occhi. Come previsto era troppo presa dall’irretire completamente la sua vittima per reagire con la velocità necessaria. Cadde in ginocchio per poi lanciare un ultimo breve ruggito prima di rovinare a terra senza vita. Sam corse subito verso il fratello privo di conoscenza.
“Dean, Dean mi senti?” chiese ansioso prendendolo fra le braccia e scuotendolo appena.
Vi fu un secondo di silenzio e poi il maggiore sbarrò gli occhi traendo un enorme respiro che gli andò di traverso facendolo tossire violentemente. Si alzò di colpo allontanandosi da Sam con uno sguardo misto tra il terrificato ed il disgustato.
“Ehi? Che hai visto? Stai bene?” Chiese Sam stupito dalla reazione del fratello.
Dean intanto continuava a guardarlo strano, senza smettere di respirare affannosamente.
“Io… sì. Bene. Andiamo.” Sillabò appena Dean, asciugandosi il sudore dalla fronte e raccogliendo il fucile da terra.
“Ma cos’hai visto? Perché mi guardi in quel modo?”
“Niente Sam, l’hai fermata in tempo. Sto da Dio. Andiamocene di qui ora.” Disse nervoso uscendo a grandi falcate dalla stanza.
“Ehi, aspetta” Protestò Sam andandogli dietro.


Salirono in macchina, Dean mise in moto, pregando che il fratello non notasse il tremore che aveva invaso le sue gambe.
“Insomma non mi vuoi dire qual è il tuo desiderio nascosto?” Insistette nuovamente Sam senza smettere di ridacchiare. “Sarà qualcosa di assolutamente spinto. Tipo… non so… Farlo nel fango con una scimmia.”
Dean gli lanciò uno sguardo fulminante: “Ci sei andato vicino..” Sibilò furioso ripensando a ciò che aveva visto.
“Ah, lo sapevo.” Concluse Sam con un sorrisetto trionfante. Poi di colpo si fece più preoccupato: “Ma… voglio dire… L’ho fermata abbastanza presto, no? Con le altre vittime ci sono volute ore… Non dovrai veramente fare sesso nel fango con una scimmia…?” fece, vagamente disgustato.
“La smetti di pensare a me che scopo con una scimmia per favore?!”
“Ok…ok… non capisco perché sei così nervoso.” Se Sam pensava di scucirgli qualcosa non aveva speranze.
Intanto il cervello di Dean lavorava ininterrottamente. Come era possibile? Quella creatura non poteva far vedere i desideri! Gli incubi, casomai! Non ricordava di aver mai desiderato niente del genere. Gli veniva la nausea solo a ricordare quelle immagini ancora così calde nella sua mente… Ricominciò a sudare, visibilmente in difficoltà.
“Dean… Non è che vuoi farmi fuori, vero?” Chiese Sam preso da un attimo di panico, posando una mano sulla spalla del fratello.
“In questo momento non desidero altro. Stai seduto e zitto. E fermo, soprattutto.” Disse lanciando uno sguardo vagamente spaventato alla mano dell’altro posata sulla sua spalla.
Finalmente Sam capì che al fratello girava male e si mise il cuore in pace… per quel momento almeno.



Dean passò la notte insonne, girandosi e rigirandosi nel letto senza sosta… Si addormentò solo all’alba, sfinito.
Durante tutto il giorno seguente Sam cercò di estorcergli qualche informazione ma non ricevette altro che insulti e porte sbattute in faccia. Dean cercò qualche altra notizia sui desideri fatti affiorare dagli Shingah ma non scoprì nulla di più di quanto non sapesse già e a quanto pareva non c’era alcun modo per ricacciarli da dove erano venuti… Ma la situazione stava diventando insostenibile. Veramente insostenibile. Già tre volte si era ritrovato ad osservare l’oggetto di quel desiderio in un modo che mai avrebbe dovuto, fortunatamente non era stato scoperto ma quel sentimento si stava facendo più forte ogni secondo di più e Dean dubitava di poter resistere ancora a lungo. Ma doveva. Doveva.

Finchè Sam non gli parlò, appena uscito dalla doccia: “Dean, ok, se non me lo vuoi dire d’accordo, però mi sembra che ti faccia star male e magari se me ne parli possiamo trovare una soluzio- Che c’è?” Si interruppe guardandolo interrogativamente.
Dean lo stava fissando in un modo decisamente strano, indugiando sui suoi pettorali sgocciolanti e sulle sue spalle. Sam si guardò: “Che ho? Qualcosa che non va?”
Dean deglutì “No… direi proprio di no.” Poi distolse lo sguardo passandosi una mano sugli occhi con aria stanca. “Devo… andare. Devo uscire da qui.”
“Dean!” Lo richiamò Sam ma non poteva certo inseguirlo fuori con addosso solo un asciugamano!
Dean si mise a correre, corse per almeno mezz’ora senza una meta cercando di lasciarsi indietro le pulsioni che un secondo prima avevano cercato di sopraffarlo. Si sentiva orribile per i pensieri che gli riempivano la testa, come era possibile che desiderasse davvero questo? Era un abominio, una cosa orribile anche solo da concepire… Eppure da quel momento non riusciva a pensare ad altro, era diventato un chiodo fisso. Doveva stare lontano da Sam. Si lasciò cadere sull’erba osservando il cielo nuvoloso… Prese una boccata d’aria notturna e si impose di calmarsi. Diavolo, non era mica un animale! Doveva riuscire a resistere a tutto questo, punto e basta.
Rimase lì ancora qualche minuto e poi decise di tornare indietro… Una volta arrivato si accorse che era stato via almeno due ore e trovò Sam, che probabilmente voleva aspettarlo sveglio, seduto sulla poltrona, addormentato… Gli si avvicinò piano… Quante volte nella sua vita l’aveva guardato dormire, sorvegliandolo come se avesse sempre dovuto proteggerlo da tutto… Così piccolo e fragile, come lo aveva sempre considerato. Ora era cambiato, era un uomo adulto ed indipendente ormai, ma ai suoi occhi restava ancora il fratellino casinista e timido di quando erano piccoli. Fece ancora un passo e gli fu davanti, dormiva profondamente in una posizione piuttosto scomoda, con la testa piegata su un lato ed il corpo voltato dall’altra parte, sembrava così sereno nel sonno, Dean riusciva a sentire il suo profumo dolce ad un metro di distanza… Stava per toccarlo ma Sam si mosse e Dean ritrasse la mano velocemente quasi si fosse scottato. Che diavolo stava facendo?! Indietreggiò andando a sedersi sul proprio letto. Si tolse la maglietta e si infilò sotto le coperte, rivolse un’ultima occhiata al ragazzo addormentato sulla poltrona e gli scappò un sorriso. Poi spense la luce e con quell’immagine nei pensieri si addormentò.

Riuscì a dormire solo qualche ora, presto svegliato da sogni accaldati e confusi. Si alzò, deciso a sparire, ad allontanarsi da Sam finché non avesse trovato una soluzione. Prese la borsa riempiendola con la sua roba, agguantò le chiavi dell’Impala ed era sul punto di uscire dalla stanza quando una voce arrochita dal sonno lo raggiunse:
“Dean?... Che stai facendo?”
‘Maledizione.’ Pensò il maggiore bloccandosi sulla soglia. “Io… vado a prendere una boccata d’aria.” Rispose senza il coraggio di voltarsi verso il fratello che lo fissava, in piedi dietro di lui.
“Con la borsa e le chiavi della macchina? Per chi mi hai preso? Non sono un imbecille.”
“Certo…” Finalmente si voltò fronteggiandolo. L’espressione sul volto del fratello era indecifrabile. “Senti, Sammy quello che ho visto… Io… Non posso stare qui.”
La mascella di Sam si contrasse minacciosamente. ‘Brutto segno…’ disse fra sé Dean abbassando lo sguardo. “Dean, cazzo, perché non la smetti di fare l’idiota e mi dici che diavolo è successo in quella stanza?!”
“Non capiresti, Sam! E neanche voglio che tu lo faccia! Non sono cose che si possono… dire.”
“E allora mostramelo, porca miseria!” Sbraitò rabbioso Sam. “Tenerti le cose per te non ha mai portato niente di buono! Quindi forza, fammi vedere quale diavolo è questo tuo maledettissimo desiderio!”
Dean gli si avvicinò pericolosamente e con un’espressione tanto furiosa da portare Sam ad indietreggiare fino a trovarsi con le spalle al muro: “Vuoi che te lo mostri, fratellino? Sei certo che vuoi che lo faccia?” Sibilò ad una spanna dal suo volto.
Sam deglutì: “Se questo può aiutarti… Sì.”
I loro sguardi si incontrarono, l’uno furioso e l’altro vagamente spaventato. Dean non resistette oltre: vederlo così, sperduto ed impaurito e per di più tanto vicino, lo faceva impazzire. Con un coraggio che non sapeva da dove aveva tirato fuori si alzò sulle punte dei piedi e con le mani afferrò brutalmente il fratello per la nuca tirandolo a sé alla disperata ricerca delle sue labbra… Fu un bacio rabbioso e violento al quale Sam, totalmente sbalordito, non rispose.
Quando si separarono Dean non aveva il coraggio di guardare negli occhi il fratello. Lo scansò facendo per uscire dalla camera ma qualcosa lo afferrò per il braccio prima che potesse fare un altro passo.
Sam era lì, fissava il pavimento con la mascella serrata trattenendo il fratello per un polso… “Non voglio che tu te ne vada…” Sussurrò.
Dean non sapeva cosa dire. Dopo quello che aveva fatto, Sam lo voleva ancora con lui? Allora forse non era l’unico ad essere pazzo.
“Chiudi la porta, Dean.” Senza sapere perché, il ragazzo eseguì, ma prima che riuscisse a voltarsi si ritrovò scaraventato a terra da un pugno colossale:
“Cazzo, Sammy sei impazzito?!”
“Come diavolo ti è saltato in mente di…”
“Ehi aspetta! Sei stato tu a dirmi di mostrartelo!” tentò di difendersi Dean. Quel cretino gli aveva fatto sanguinare il labbro!
“Beh non pensavo certo si trattasse di questo!” Gli gridò contro il fratello.
“Mi dispiace deluderla, principessa, ma gliel’avevo detto che non le sarebbe piaciuto!”
In due rimasero a fissarsi in cagnesco per qualche secondo prima che Sam si decidesse a parlare:
“E quindi… Tu… Era questo il tuo desiderio… No?” chiese, probabilmente sperando di sbagliarsi.
“No guarda, l’ho fatto così per vedere che faccia avresti fatto!”
Sam lo guardò malissimo e Dean si zittì facendosi serio.
“Sammy, senti lo so che cosa stai pensando. Hai ragione. E’ meglio che io me ne vada per un po’”
“No, Dean. Ti ho appena ritrovato. Non voglio perderti di nuovo. Ora noi… troviamo una soluzione, ok?” E si sedette, sfinito, poggiando la testa contro la spalliera della poltrona.
“Ho già cercato. Non c’è modo di far tornare i desideri dove erano prima. Non c’è soluzione. Devo solo aspettare che mi passi… Magari col tempo. Ma stare qui con te è una sofferenza, lo capisci?”
Cercò di spiegare Dean, ma Sam non lo stava ascoltando. Dopo qualche secondo di silenzio si tirò a sedere di colpo: “Ci sono. E’ come a Natale.” E si alzò andando a recuperare il proprio portatile. Dean intanto continuava a fissarlo impietrito: “Mi spieghi che cosa c’entra il Natale adesso?”
… Silenzio. Sam era completamente concentrato sulla propria ricerca e non filava nemmeno di striscio il fratello. “Sam? Mi vuoi risp-“ “Zitto.”
Dopo dieci minuti di silenzio in cui Dean decise di farsi un panino, Sam finalmente si alzò con un’espressione funerea dipinta sul volto.
“Dobbiamo far avverare il desiderio.”
A Dean andò di traverso il panino facendolo tossire energicamente: “Sei-impaz-zito forse?”
“Senti, Dean, non c’è altro modo. E’ come quando da bambino chiedi a Babbo Natale una macchinina telecomandata. Prima ti sembra di non poter mai desiderare altro ma poi appena ce l’hai te ne stufi nel giro di poco tempo. Ho controllato e tutte le persone del paese dopo aver fatto quello che la Shingah gli aveva fatto desiderare, andavano a confessarlo, pentiti. E’ così che funziona. Questi desideri sono irrazionali ed una volta esauditi ci si rende conto della loro irrazionalità e li si abbandona.”
“Beh ma io ti ho... fatto quello che dovevo fare, ma non è cambiato nulla, anzi...” Cercò di obbiettare Dean maledicendosi per i pensieri che gli erano sorti in seguito a quel ricordo.
“Sei… sicuro che il desiderio si sia realizzato… completamente?”
“In che senso?” fece Dean senza capire.
“Nel senso che non mi sembri proprio il tipo che di solito si limita a baciare qualcuno!” si spazientì Sam.
Dean avvampò in completo imbarazzo, distogliendo lo sguardo: “No, io… Non si è realizzato completamente… Ma non voglio che accada, ok?”
“Beh, a quanto pare in realtà lo vuoi…” Concluse Sam cercando il suo sguardo, ma non lo trovò. Dean sembrava paralizzato, completamente perso nelle sue riflessioni.
“Sammy, non posso farlo” mugolò dopo qualche minuto, sembrava quasi una supplica.
Sam lo guardò storto “Beh non posso lasciarti andare via. Pensi che io sia contento della situazione?! Ti ho appena proposto di… Insomma è una cosa… Non ci sono parole. Però non voglio perderti… E per averti con me questo ed altro. Anche se a dire il vero non posso immaginare niente di peggiore.” Concluse con un mormorio ben udibile.
Dean, che era rimasto seduto sul tavolo fino a quel momento, si tirò in piedi avvicinandosi a Sam e prendendo coraggio a guardarlo negli occhi…
“Sei sicuro che non ci sia un altro modo?”
“Tu vedi altre soluzioni?”
“No… Ma sei sicuro di volerlo fare?”
“No.”
“Ok…” Dean fece un altro passo e gli fu davanti… Sam respirava nervosamente incerto sul da farsi.
“Non uscirà da qui, chiaro?” si assicurò il più giovane.
“Per chi mi hai preso?”…
Dean, che non ne poteva più, fece per sporsi in avanti e soddisfare di nuovo quel desiderio che lo dilaniava dentro ma Sam lo bloccò mettendogli una mano sul petto: “Aspetta…”
Prese un respiro profondo e fu lui a chinare il capo verso il fratello facendo sì che le loro labbra si unissero una seconda volta…
Il bacio da lento e soffice si fece vorace, Sam si stava imponendo su Dean quasi volesse sfogare tutta la frustrazione che quella situazione gli stava creando, in quel singolo bacio. Teneva gli occhi serrati e continuava a mordere le labbra dell’altro quasi volesse mangiarselo. Dean, d’altro canto, non si ribellava. Si fece condurre fino al letto lasciandocisi cadere di peso mentre Sam gli saliva sulle cosce senza interrompere il contatto tra le labbra; stava definendo i ruoli e Dean non aveva la forza né di comprendere né di opporsi a quella muta decisione. Sam lo stava facendo impazzire, vederlo così intraprendente e forte gli faceva girare la testa. Le mani del più giovane corsero verso i lembi della maglietta dell’altro, la quale dopo un secondo sparì inghiottita da uno degli angoli bui della stanza… Fu solo allora che Sam si prese una pausa… Aveva il respiro affannato e fissava qualcosa al centro del petto del fratello. Dean, sconvolto, guardò verso il basso: Sam stava fissando il ciondolo che gli aveva regalato, quasi chiedendogli aiuto. Dean lo vide così allucinato che per un momento si preoccupò, ma quando Sam risollevò lo sguardo verso il suo, Dean vide nel fratello tutta la decisione che invece a lui mancava.
Il bacio riprese, ogni secondo più sensuale e coinvolgente, Sam si stava lasciando andare sempre di più e Dean non pensava ad altro se non a godersi appieno quel momento che, sapeva, non sarebbe tornato. Sam gli accarezzò le braccia muscolose, correndo giù verso i pantaloni nel tentativo di slacciarglieli ma Dean lo bloccò. Con un colpo di reni lo portò sotto di sé imprigionandolo in una posizione indifesa che Sam, chiaramente, non apprezzava. Dean approfittò di quel momento di smarrimento del fratello per strappargli via la camicia con un movimento deciso, beccandosi uno sguardo di rimprovero dal proprietario. Ignorandolo completamente, si chinò sul suo collo prendendo a morderlo vorace… Intanto respirava a fondo inebriandosi del profumo del fratello che ancora una volta lo inebriò come una droga. Approfittando di quel momento di debolezza, Sam lo imprigionò sotto di sé a pancia in giù sul letto, gli teneva i polsi bloccati dietro la schiena e rise nel vedere i suoi goffi tentativi di ribellarsi. Per un momento gli parve di ritornare indietro a quando erano piccoli e giocavano a fare la lotta sul letto del padre. Lui, essendo il più piccolo, perdeva sempre, ma ora le cose erano cambiate. Si chinò sulla schiena dell’altro assestandogli un bel morso in mezzo alle scapole che lo face grugnire contrariato contro il materasso. Sam rise di nuovo sentendosi tanto forte e “padrone” della situazione.
Colto da un momento di eccitazione che lo percosse da cima a fondo, agguantò i pantaloni di Dean sfilandoglieli con un colpo secco e rivelando un paio di boxer scuri decisamente aderenti.
“Non pensavo ti mettessi queste mutande da checca” Sghignazzò il più giovane all’orecchio dell’altro.
“Fottiti, pensa alle tue di mutande.” Mugolò Dean ancora impossibilitato a muoversi. Da quella posizione non poteva vedere niente! Che l’aveva spogliato a fare allora? Tuttavia capì che probabilmente Sam in quel modo si sentiva più sicuro… ‘Alla faccia della sicurezza però!’ pensò quando con un altro strattone Sam gli calò quell’ultimo indumento.
“Sam! Ah! Asp-etta…” Pregò quando Sam prese a mordergli i fianchi con aria vogliosa.
“Che vuoi?” rispose sgarbato.
“Voglio v-vederti, anf anf, ti prego…”
Sam, intenerito, lo lasciò andare permettendogli di rigirarsi rimanendo sotto di lui. Dean lo guardò, studiandolo attentamente. Allungò una mano ad accarezzargli una guancia per poi scendere sul collo e sulle spalle… Gli occhi di entrambi seguivano quei movimenti delicati del tutto opposti a quelli che Sam aveva compiuto fino a quel momento e Dean sembrava completamente perso in quella timida esplorazione… Sam al contempo era sorpreso di quanto fossero leggero e teneri i gesti del fratello, proprio lui che di solito faceva il grand’uomo esempio di virilità e forza!
Fu allora che Sam decise di cambiare un po’ atteggiamento, quando le mani del fratello raggiunsero l’orlo dei pantaloni portò le proprie su di esse, premendo perché proseguissero nel loro intento di spogliarlo. Dean sollevò lo sguardo verso gli occhi dell’altro ed abbozzò un sorriso prima di tirarsi su appena e fare ciò che gli era stato permesso. Ora lui era nudo mentre Sam indossava ancora l’intimo, ma una cosa era certa: non era solo Dean ad apprezzare quella situazione, l’erezione di Sam era ben visibile sotto quel velo sottile di stoffa. A quella visione Dean si sentì galvanizzato e sorpreso al contempo, allora forse non era l’unico a desiderare quel momento!
Sam, nel notare dove posava lo sguardo del fratello, arrossì violentemente agitandosi. Non voleva che lo guardasse a quel modo!
“Che hai da ridere?” quel ghigno sulla faccia di Dean lo irritava molto.
“Niente è solo che… ah!” Ma fu presto zittito quando avvertì un dito dell’altro farsi strada dentro di sé.
“Ora non ridi più vero?” Lo canzonò quando l’inserimento di un secondo dito lo fece sussultare.
“Ah! Anf… ti prego f-fai piano…”
Dean era visibilmente in difficoltà, quella situazione lo metteva in forte imbarazzo per non parlare del fatto che non poteva assolutamente controllarla ma che al momento stava recitando la parte della preda e quel ruolo non era certo uno dei suoi preferiti. Ma se voleva Sam doveva accettare le sue condizioni, e lui lo voleva eccome. Inoltre vederlo così padrone della situazione aveva i suoi vantaggi. Quando lo vide calarsi i boxer fu certo di essere tornato in quel sogno. Sam era meraviglioso, ed averlo davanti così, completamente nudo, muscoloso ed eccitato era più di quanto potesse sopportare. Sentì la propria eccitazione pulsare in attesa di quel che sarebbe accaduto.
Senza dire una parola il più giovane prese l’altro per i fianchi tirandolo a se, cercò il suo sguardo un’ultima volta prima di spingere sulle cosce per entrare in lui…
Dean gridò.
Fu un grido basso e profondo, come il lamento del vento quando passa tra le montagne… Calde lacrime scesero a bagnargli le guance mentre tentava con tutto se stesso di non urlare ancora. Sam era inarrestabile, lo aveva agguantato per i fianchi e senza aspettare lo stava calando su di sé senza il minimo ritegno. Dean stringeva forte il copriletto inarcando la schiena e cercando di ignorare il dolore che provava. Aveva paura di chiedere a Sam di fermarsi, temeva che non avrebbe più ripreso, e decise di stare zitto ed incassare le sue spinte.
Sam nel frattempo aveva totalmente perso il controllo, trovava Dean splendido, così sofferente in mezzo al letto sfatto, totalmente in balia del suo corpo e non riusciva a fermarsi. Voleva vederlo serrare le labbra e tendere i muscoli, lo faceva eccitare più di ogni altra cosa. Le sue urla lo inebriavano facendolo sentire forte… Voleva quel corpo tutto per sé. Finchè Dean non aprì gli occhi… Sam vide in quel mare verde chiaro una fitta di sofferenza e realizzò in un attimo quello che stava facendo. Si fermò di colpo, spaventato da se stesso, e mollò la presa sui fianchi dell’altro notando che ci aveva lasciato dei piccoli lividi in corrispondenza delle dita.
“Dean? Dean, stai bene?” si preoccupò Sam cercando di stare immobile per non fargli altro male.
“Mi… brucia da morire…”
“Vuoi che smett-”
“No!” lo interruppe Dean bloccandogli le cosce dov’erano per impedirgli di uscire. “C-continua, ti prego… Solo, fai piano…”
“Ok… scusami…” piagnucolò Sam, colpevole.
Dean sorrise: “Non preoccuparti… Mi piace, sapere che mi vuoi anche tu così tanto…”
“Smettila di provocarmi…” tentò di scherzare Sam mentre con una mano andava ad asciugargli il volto umido di lacrime…
I movimenti ripresero, questa volta però Sam ci andò cauto, non voleva far troppo male a Dean, era stato un mostro poco prima e voleva farsi perdonare…
Inizialmente il dolore era forte, ma pian piano quella sensazione spiacevole fece spazio ad una nuova… Sam si stava muovendo su di lui e lo stava facendo in modo delicato ed in più Dean riusciva a vedere quanto l’altro stesse godendo. Sam infatti teneva le palpebre semichiuse per nascondere all’altro la voglia che lo stava divorando, le gocce di sudore gli imperlavano la fronte ed il petto muscoloso mentre i capelli, bagnati anch’essi per la fatica, gli ricadevano sulle guance arrossate e sul collo… Ogni tanto si mordeva un labbro, in particolar modo quando apriva gli occhi e guardava Dean sotto di sé. Anche lui teneva gli occhi socchiusi ma aveva smesso di stringere il copriletto; ora le mani erano serrate sulle braccia del fratello e le tenevano fisse ai lati del suo corpo muscoloso. Man mano le spinte di Sam si fecero più decise ma ormai il dolore era sparito e Dean non poteva che essere contento di quell’aumento di intensità tanto che, ad una spinta più profonda delle altre, si trovò a chiamare il nome di Sam mentre lo agguantava per le spalle esortandolo ad aumentare il ritmo…
“Dean… anf, gi-girati… esci e girati…”
“No! No sto per venire… ti prego Sammy…” lo implorò Dean quando Sam interruppe qualsiasi movimento.
“A maggior ragione, anf anf non vorrai venire così presto… Forza…” e con un colpo secco Sam uscì dal fratello…
“Io… ti odio!” Sbuffò Dean rigirandosi a pancia in sotto ed allargando le braccia.
“No, tirati su” ordinò Sam costringendolo a rimanere in ginocchio ma con la schiena dritta appoggiata al proprio petto…
Senza preavviso rientrò in lui… Dean ebbe l’impulso di lasciarsi cadere in avanti ma Sam glielo impedì stringendoselo addosso per la vita. Così era molto più bello per lui, sentirselo così, addosso, mentre lo possedeva completamente, era davvero speciale. Dean si adeguò alla posizione e voltò la testa per andare incontro alle labbra del fratello… Si baciarono mentre i movimenti dei loro bacini si facevano sempre più simili ad una sensualissima danza. Le mani del maggiore erano agganciate dietro la schiena dell’altro, proprio sotto il suo sedere mentre quel bacio si faceva via via più coinvolgente togliendogli così il poco fiato che gli era rimasto…
Le braccia di Sam stringevano ancora Dean per la vita e fu allora che una di esse scese lentamente a stringere con forza la sua erezione. Dean si staccò dalle labbra dell’altro emettendo un gemito strozzato a causa di quel piacere improvviso. Abbassò lo sguardo e gli parve di svenire nel vedere la mano nodosa di Sam avvolgere il proprio sesso e muoversi su di esso. Appoggiò la testa sulla spalla del fratello guardando in alto verso il soffitto in cerca di aria mentre l’altro proseguiva in quell’insana idea di farlo impazzire. Dean era sul punto di venire e Sam lo sapeva bene così decise di accontentarlo, gli spinse con una mano sulla schiena facendolo piegare a novanta gradi sul letto senza smettere di molestare la sua erezione con l’altra.
Vide Dean stringere i denti ed ansimare mentre abbassava la testa nascondendosi oltre le proprie scapole muscolose. Sam non potè resistere oltre e prese a spingere con forza dentro di lui…
Fu allora che Dean riprese a dire il suo nome…
“Sam… Sammy non smettere… non ti fermare… t-ti preg ah! Anf anf” E quello non aveva certo intenzione di farlo…
Erano entrambi sul punto di venire, tutti e due ormai allo stremo, sudati e coi muscoli pieni di acido lattico accumulato. Erano ormai alle ultime spinte quando Sam fece aderire il proprio petto alla schiena dell’altro piegandosi su di lui, abbracciandolo da dietro e sussurrare un:
“Ti voglio… a-anche io… Ti voglio… Ti voglio…”
E con un’ultima spinta venne, si liberò dentro il fratello che lo raggiunse un paio di secondi dopo con un gemito soffocato…
Si lasciarono cadere sul letto, sfiniti, ancora uno sopra l’altro, uno dentro l’altro, senza la forza né la voglia di muovere un muscolo…

Quando si risvegliarono erano passati pochi minuti, una mezz’ora al massimo. Sam si tirò su andando a sdraiarsi accanto all’altro. Dean pareva non dare segni di vita ma dal suo respiro Sam sapeva che era sveglio.
“Senti niente di diverso?”
Dean si voltò verso di lui guardandolo con una strana espressione. “Certo, un sacco di cose sono diverse.”
“Non mi riferivo a me ma a te.”
“Invece forse sarebbe il caso che ci pensassi su anche tu a questa risposta.”
Sam distolse lo sguardo prima di andare a recuperare le coperte per coprire entrambi.
“Forse è il caso di dormire” concluse dopo qualche attimo di silenzio.
“Forse…” Sospirò Dean prima di sporsi sul comodino per spegnere la luce.
Ma quando pensava che forse era stato davvero tutto un sogno, avvertì la mano dell’altro cercare la propria da sotto le coperte. Le loro dita si intrecciarono e nel buio, entrambi, sorrisero.
 
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~°Leotorda°~
view post Posted on 29/12/2008, 01:35




beeeeeeeella *_* ne voglio un'altra, sappilo ù_ù
 
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~°Leotorda°~
view post Posted on 11/3/2009, 13:38




ç______ç buhuuuuuu
 
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°Lily°
view post Posted on 12/3/2009, 13:07




ma non è triste XDXDXD
 
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~°Leotorda°~
view post Posted on 12/3/2009, 18:53




piangevo d'astinenza ù_ù ho bisogno della puntata è_é ...o di un'altra lemon!ç_ç
 
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~°Leotorda°~
view post Posted on 5/8/2009, 19:37




ele un'altraaaa ç_____ç
 
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°Lily°
view post Posted on 6/8/2009, 00:06




ma XD
 
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~°Leotorda°~
view post Posted on 17/12/2009, 21:32




ç_____ç il finale è commovente!
 
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7 replies since 28/12/2008, 18:34   184 views
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