[Sirius/Remus] Il Settimo Anno Di Sirius Black

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Tezuji
icon12  view post Posted on 1/7/2006, 13:09




05.11.003



Sirius Black, durante il suo settimo anno ad Hogwarts. Le avventure, gli amori, le paure e le passioni di uno dei personaggi più dolci della Rowling.



Nota 1: Userò tutti i nomi e cognomi di persona della versione inglese. Mi direte: perché i nomi in inglese? Semplice. Mi piacciono di più in inglese. Grazie per la pazienza! ^__^! Per chi non li conosce, basta farmelo sapere e gi dirò di chi sto parlando, okay?

Nota 2: La filastrocca del Cappello Parlante l’ho ripresa dal Primo Libro. Abbiate pietà di me, ma non sapevo proprio che metterci, se no!! ^^;;;;!!

Nota 3: Il Rughetto (e poi capirete cos’è) l’ho inventato io e dalla descrizione vi renderete conto che somiglia molto a uno shar- pei, quei cani tutti rugosi che sono davvero bellissimi! So che il nome è scemo però è l’unico che mi è venuto in mente! ^^;;!

Nota 4: Qui appare anche Lucius Malfoy. Chi ha letto il quinto libro sa che Lucius ha 41 anni mentre Severus, Sirius e Remus ne hanno 36. Ora, visto che Sirius & Company sono al settimo anno, Lucius, essendo più grande, dovrebbe già aver finito la scuola. Effettivamente sarebbe così, ma a me Lucius serve a scuola in quell’anno per un determinato scopo. Chiudete un occhio, okay? ^__-!

Nota 5: Per me Sirius non è morto! Che cavolo di morte sarebbe, quella? Ma fatemi il piacere!

Nota 6: Cercherò di essere fedele ai libri il più possibile, ma a volte ci saranno delle discordanze per esigenze di copione.

Nota 7: Questa è una nota che vi servirà più avanti, per capire bene certi atteggiamenti che terrà Sirius. Per me Sirius è una persona istintiva, passionale e tormentata. Non è una persona uscita indenne dalle difficoltà della vita e queste cose lo hanno reso impetuoso nei sentimenti e nelle sensazioni. Non sempre ragiona prima di agire e questo lo porta spesso a sbagliare. Potrà sembrare assurdo il suo comportamento, in alcune circostanze, ma credo sia il più adatto a lui. Credo che Sirius sia il tipo che se una cosa è sua è sua e di nessun altro. E’ protettivo e possessivo con tutto ciò che ama ed è emotivo. E’ un personaggio dalla sensibilità complessa. A volte le sue azioni sembreranno senza senso o addirittura fuori di testa, ma credo che il Sirius della Rowling sia così. Una persona meravigliosamente complessa.

Nota 8: Per quanto Snape mi stia poco simpatico, cercherò di renderlo più umano possibile. Farò uno sforzo enorme nel cercare di renderlo almeno un po’ simpatico… cercate di apprezzare lo sforzo anche se non so fino a che punto ho raggiunto il mio scopo.

Nota 9: Dei capitoli forse vi sembreranno troppo corti o troppo lunghi ma è per la storia. Non posso interrompere o inziare una cosa e poi fermarla a metà. Quindi non linciatemi!

Nota finale: So che vi ho rotto un casino con tutte queste note, e vi giuro che questa è l’ultima, ma queste cose dovevo specificarle e vi prego di tenerle sempre a mente nello svolgersi della storia. Bene… la storia… è una storia che avevo in mente da parecchio e che mi è costato molto scrivere. La mia idea iniziale era decisamente diversa da quella che è risultata alla fine, ma mi sono impegnata, mettendoci tutto l’impegno possibile per fare una buona storia che non annoi nessuno e che vi faccia un po’ sognare e divertire come ha fatto sognare e divertire me. Ho cercato di giostrare bene tutti i personaggi e di rendere il tutto il più realistico possibile. So che probabilmente non a tutti piacerà questo, e non me ne stupisco di certo, ma vorrei che comunque mi faceste sapere le vostre opinioni perché la fatica che ho fatto per scrivere questa fan fiction credo non la farò mai più. E’ una storia a cui tengo tantissimo perché è il relativo della mia idea su Sirius e Remus e se non ci fossero state tante persone care ad aiutarmi e sostenermi, credo che questa fan fiction non sarebbe mai stata completata. Per questo voglio ringraziare Joji87, Akari, Aerlin e ki_chan. Grazie di cuore a tutte voi per il sostegno che mi avete dato, che mi date e che spero mi darete sempre. E un pensiero anche a Miyu- 87 che, anche se l’ho fatta svenire per lei sa cosa, mi ha dato la carica con le sue sclerate. Grazie tesoro, sei unica. A voi è dedicata la fan fiction e spero che il pensiero vi sia gradito. Grazie ancora di tutto.





Il Settimo Anno di Sirius Black





Slanif^^



**



Capitolo 1°



I Repentini Cambi di Umore di Sirius Black





Sirius Black non era mai stato simile ai suoi compagni di corso.

Né per l’aspetto, né per l’educazione, la simpatia o quant’altro.

L’unica cosa che lo accomunava agli altri era il fatto che anche lui, come gli altri, era innamorato.

Insomma, chi più chi meno tutti i suoi compagni si erano innamorati almeno una volta.

E finalmente era successo anche a lui, all’età di sedici anni, quasi diciassette… ma nonostante stesse per frequentare il settimo ed ultimo anno ad Hogwarts, era rimasto sempre lo stesso: era alto, slanciato, con un corpo da atleta. I grandi occhi blu erano sempre vivi e vitali e nonostante i suoi sedici anni, la faccia allegra e il sorriso provocatorio da burlone della Scuola che lo rendeva forse un po’ più grande, lui rimaneva sempre un sedicenne alle prese con i suoi drammi sentimentali. I capelli neri, tagliati scalati che gli sfioravano le spalle, erano rilegati in un codino spettinato. La camicia blu notte ricadeva morbida e larga sulla pelle bronzea e le gambe lunghe e affusolate erano fasciate da morbidi pantaloni di velluto nero. Pantaloni che rendevano le sue gambe ancora più lunghe.

Sedeva con le gambe accavallate sul suo grande letto a baldacchino mentre davanti a lui pergamene e libri gli facevano da contorno.

Ovviamente stava studiando e la piuma in bocca faceva chiaramente intendere che non ci stava capendo niente.

Forse era l’atmosfera, o forse era il difficile tema assegnatogli dal Professore di Pozioni, fatto sta che decise di rinunciare facendo volare il tutto via dal letto in modo che lui potesse stendersi e rilassarsi.

Chiuse gli occhi dopo aver posato la testa sul cuscino coperto da una leggera seta azzurra.

Gli vennero in mente i suoi compagni di avventura con i quali formava il gruppo dei Quattro Maradeus.

Gli mancavano da impazzire.

Gli mancava James Potter con la sua faccia da schiaffi e la sua simpatia. Gli mancava la sua vitalità e il divertimento nel prendere in giro quegli stupidi Slytherin, tra i quali i maggiori succubi erano Lucius Malfoy e Severus Snape. Gli mancava la sua imbranataggine nel cercare di conquistare Lily Evans, la ragazza per la quale sbavava da tre anni. Gli mancava il suo odioso tic di buttarsi indietro i capelli per temerli spettinati. Il suo giocare di continuo con il Boccino d’Oro per far vedere quanto fosse bravo…

E poi gli mancava Peter Pettigrew. Il piccolo, imbranato, petulante e rompiscatole Peter Pettigrew. Non gli era mai piaciuto molto, ma forse il fatto che fosse così solo lo aveva aiutato ad accettarlo nel gruppo. Certo, come detto era petulante e viscido. Era un approfittatore, ad essere precisi, ma Sirius sapeva che il piccolo topo non lo faceva intenzionalmente ma solo perché lui era così e basta. Perché aveva questo carattere irritante di suo, non perché si atteggiava come faceva James.

E poi gli mancava Remus J Lupin… Il suo Remus Lupin. Gli mancavano quegli occhi d’ambra sempre così tristi e quei capelli castani che volavano leggeri ad una folata di vento. Gli mancava il suo bellissimo sorriso tanto raro. Gli mancava il suo viso imbronciato e quello sguardo intenso e magnetico che gli rivolgeva. Gli mancava quella complicità che era nata tra loro in quegli anni. Gli mancava la dolcezza e la forza nascosti sotto l’aria pacata e tranquilla di chi ha tutto sotto controllo. Gli mancava la sua indifferenza verso i loro atteggiamenti stupidi quando prendevano di mira uno Slytherin e come se ne stava in disparte a guardarli attraverso una copertina di un libro senza dire niente ma guardandoli così male che il suo sguardo valeva più di mille parole.

E poi gli mancavano le loro corse notturne, nelle fredde notti di luna piena, quando Remus si tramutava in lupo mannaro e loro in un topo, un cervo e un grosso cane nero.

Ecco, queste cose gli mancavano più di tutte durante l’estate. Durante l’estate passata a casa di genitori isterici che credevano nel lavoro di Lord Voldemort. Non che fossero Death Eaters, questo no, però in compenso se la prendevano con lui perché era amico di Muggles, perché non credeva in Voldemort e perché riteneva il suo algido fratellino assai poco intelligente.

Non c’è bisogno di dire, infatti, che Regulus Black, fratello minore di Sirius Black, era il cocco di mamma e papà!

Non che Sirius odiasse Regulus, era pur sempre suo fratello, per l’amor del cielo!, ma anche suo fratello aveva le stesse idee dei loro genitori e quindi divergenti con le sue.

Sbuffò.

Non aveva voglia di pensare a queste cose. Tanto i suoi parenti ignoravano lui e lui ignorava loro. Quindi il problema non sorgeva.

L’unica cosa che doveva occupare la sua mente, si disse, era l’imminente ritorno ad Hogwarts per frequentare il settimo ed ultimo anno. Ecco, doveva concentrarsi su questo e sul modo più divertente di passare l’anno.

Ma di questo non doveva preoccuparsi.

Con i suoi amici l’anno sarebbe passato in un batter d’occhio.

Purtroppo, si disse.

Sì, purtroppo, perché dopo la fine della Scuola, si sarebbe ritrovato inevitabilmente solo. E anche se i suoi amici gli fossero rimasti vicini, non avrebbero più avuto modo di essere in contatto ogni giorno e di divertirsi e consolarsi a vicenda, come facevano ora.

Inevitabilmente, si sarebbero un po’ divisi…

“Signorino Sirius, la cena è pronta” sentì la voce di Kreacher, l’Elfo Domestico, fuori dalla porta. Quindi decise di alzarsi e di uscire dalla stanza. Vide il logoro Elfo Domestico camminare curvo su se stesso mentre si contorceva la veste tra le dita magre e lunghe più del necessario. Il naso grande come una pallina da tennis colava mentre il piccolo e ricurvo Elfo borbottava a se stesso frasi sconnesse che Sirius sapeva benissimo erano rimbrotti verso di lui.

Arrivarono nella sala da pranzo, prima di entrare, si sciolse i capelli e li sistemò alla meglio con le mani. Lasciò il laccio nelle mani di Kreacher ed entrò nella grande sala dove, nella parete più grande, era appeso il grande arazzo con disegnata tutta la discendenza della famiglia Black.

Il ragazzo sbuffò stranito vedendo l’arazzo.

Aveva sempre detestato quello stupido pezzo di stoffa.

I migliori della famiglia Black, quelli che credevano DAVVERO nella Magia e nel suo relativo fare del bene, non venivano segnalati nell’albero genealogico, oppure le piccole foto venivano bruciate come se fossero spazzatura, come se fossero parassiti fastidiosi da eliminare a tutti i costi; mentre le persone maligne che credevano in Voldemort erano segnalate con tutti gli onori.

“Buona sera, Sirius” la voce fredda del padre interruppe i suoi pensieri.

“Buona sera a voi” rispose il ragazzo sedendosi al suo posto.

Osservò i suoi famigliari.

La madre, seduta alla sua destra a capotavola, vestiva con uno sfarzoso vestito rosa pieno di pizzi e merletti. I capelli castani erano rilegati in una alta cipolla molto simile a quella della Professoressa McGonagall, la loro Insegnate di Trasfigurazione nonché Vicepreside. Gli occhi della donna erano blu come quelli del figlio e la bocca carnosa sempre atteggiata a un sorriso falso e studiato.

Di circostanza.

La schiena, perfettamente dritta, mostrava il petto pieno e la pancia piatta. La mani dalle dita lunghe erano ricoperte da fini guanti bianchi molto simili a centrini.

Insomma, un soprammobile incredibilmente decorato.

E poi il suo sguardo andò dall’atro capo del tavolo, alla sua sinistra, all’altro capotavola, dove sedeva suo padre.

Sedeva come la madre, perfettamente eretto e con lo sguardo verde attento e concentrato. I capelli neri, un po’ brizzolati, ricadevano morbidi all’indietro e la pelle chiara risplendeva sotto le lenti degli occhiali. La giacca verde scuro e i pantaloni dello stesso colore erano di velluto e a Sirius fece venire in mente un enorme bottiglia simile a quella che servivano con dentro la Butterbeer.

E poi il suo sguardo cadde di fronte a lui, sul suo perfetto fratellino.

Lo osservò.

Per chi non li conosceva, mai avrebbero detto che erano fratelli!

Non potevano essere più diversi.

Regulus era piccolo e magro, con la pelle bianca come porcellana e gli occhi verde bottiglia. I capelli, castani come quelli della madre, erano mossi e lunghi fino alle spalle e il naso era piccolo e alla francese.

Insomma, l’opposto di Sirius.

Totalmente l’opposto.

“Hai finito i compiti, Sirius?” chiese la madre con voce melliflua e fastidiosamente acuta.

“Sì, mamma” mentì lui.

Ovviamente non era cero. Né aveva ancora tantissimi, se non addirittura tutti, da fare, ma voleva evitare ogni possibile litigio con i genitori. Non aveva affatto voglia di sentirsi dire che non era bello e bravo come il fratello che, già al sesto anno ad Hogwarts, aveva ottenuto più G.U.F.O. di lui (cosa non vera che si era inventata la madre ma che Sirius non aveva ribattuto onde evitare un urlo acuto e fastidioso della donna).

“Bene, bravo” disse il padre con calma ma con sempre una nota di fermezza “Hai già fatto i bagagli per la partenza di domani?” chiese ancora il padre.

“Devo solo mettere qualcosa nel baule, ma il grosso è fatto” rispose il ragazzo con sicurezza anche se sapeva perfettamente di non aver neanche cominciato a fare i bagagli.

“Bene. Meglio così” disse la madre per poi sbattere le mani e sui loro piatti apparve tutto quello che una cena di alto lignaggio avrebbe richiesto.

“Sirius, come è il sesto anno, a Hogwarts?” chiese ad un tratto Regulus rialzando il viso dal piatto pieno di ogni ben di Dio.

“Niente di che, molto più difficile il quinto. Ma poi tanto tu che lo chiedi a fare, stai sempre sopra i libri! Povero secchione che si perde la vita!” sbottò Sirius con aria sarcastica.

Aveva detto di voler evitare ogni scontro…

Con il suo comportamento non aveva di certo adempito ai suoi propositi, però…

Non poteva starsene zitto!!

Era più forte di lui!!

Quel deficiente di suo fratello, bravo secchione che non era altro, gli andava a chiedere com’era il sesto anno, con quella faccia da schiaffi di chi ha deciso di incastrarti ad ogni costo e lui ci era caduto come un pollo, e lo sapeva bene, ma non si era potuto evitare di sbottare quella frase perché era vero. Suo fratello era uno stupido secchione. E a lui giravano paurosamente le palle a guardare quella faccia canzonatoria.

Era stato stupido a rispondergli in quel modo, lo sapeva bene, ma in quel momento l’unica cosa che desiderava era andarsene di lì il prima possibile!

“Sirius!!” lo sgridò la madre “Ti sembra questo il modo di rivolgerti a tuo fratello??”

“Scusa, mamma. Ma ho solo detto la verità” si difese Sirius.

E vide la madre diventare rossa come il pomodoro cotto che aveva nel piatto, gli occhi ridurglisi a due fessure e la bocca le cominciò a tremare in maniera preoccupante.

“Vai subito in camera tua! Non voglio rivedere la tua faccia fino a domani mattina!!” disse la donna alzandosi in piedi di scatto e puntando l’indice contro il figlio con faccia furente.

“Con piacere. Non vedevo l’ora!” disse Sirius lanciando il tovagliolo sul tavolo facendo cadere il suo bicchiere e alzandosi di scatto facendo cadere anche la sedia.

Si diresse a passo spedito verso la porta mentre con la coda dell’occhio vedeva il fratello sorridere maligno.

Bravo Regulus, pensò Sirius, hai ottenuto ciò che volevi! E anche io!

Con uno scatto chiuse la porta che procurò un rumore sordo che riempì la casa.

Si diresse verso le scale e le salì sbatacchiando con gli stivali.

Sapeva bene che ai suoi genitori dava tremendamente fastidio… e per questo era più che felice di farlo!

Si sentiva stufo, frustrato e amareggiato. Non vedeva l’ora di andarsene da lì e tornare a Hogwarts.

Si rilassò pensando che mancava solo una notte e che la mattina dopo, alle 11, sarebbe stato sul treno che lo avrebbe portato alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts insieme ai suoi amici più cari a scherzare e a raccontarsi come erano trascorse le vacanze.

Arrivato nella sua stanza prese il suo baule e lo aprì buttandoci dentro alla rinfusa tutta la sua roba.

Quando ebbe finito lo chiuse con uno scatto e lo tirò giù dal letto mentre un ticchettio fastidioso batteva alla finestra.

Piove anche, adesso!, pensò sbuffando Sirius.

Voltò lo sguardo verso la finestra per vedere la pioggia, cosa che non gli era mai piaciuta perché lo costringeva a stare al chiuso e lui ODIAVA stare al chiuso, ma si accorse che il ticchettio insistente non era dato dalla pioggia bensì da un gufo molto arruffato e molto arrabbiato che beccava con insistenza e frenesia il vetro della finestra per richiamare la sua attenzione.

Il ragazzo si precipitò alla finestra e l’aprì mentre il gufo entrava dopo avergli beccato un dito.

“Ahi!” gemette Sirius tenendosi il dito colpito.

Ma poi il dolore gli passò pensando alla lettera.

Chi poteva essere? Forse i suoi amici? Ma che motivo avevano di scrivergli se si sarebbero poi rivisti il giorno seguente? Comunque era inutile interrogarsi, bastava andare dal gufo e prendergli la lettera che era appesa sulla sua zampa; quindi decise di compiere i suoi propositi e slegò la lettera dalla zampa dell’animale che volò subito via.

Aprì con riluttanza la lettera e lesse:



“Caro Sirius,

sono Remus. Volevo solo scriverti per dirti che non mi troverete al Binario 9 ¾, quest’anno, quindi non preoccupatevi e partite tranquilli. Forse non verrò fino a metà anno, forse non ci verrò affatto. Ti starai chiedendo perché. Per il semplice fatto che i vicini hanno scoperto che sono un lupo mannaro e io e mia madre dobbiamo cambiare casa. Quindi io rimarrò con lei per cercare un appartamento e un nuovo lavoro. Non me la sento di lasciarla sola, scusa. Purtroppo i vicini hanno sentito i miei gemiti dalla cantina e si sono insospettiti e hanno chiesto a degli Investigatori di indagare e quando hanno scoperto la verità ci hanno minacciato dicendo che se non ce ne fossimo andati, ci avrebbero denunciato al Ministero. Quindi ora dobbiamo cercarci un nuovo appartamento. Chiedi scusa anche agli altri e digli che li ringrazio per la loro amicizia. E ringrazio anche te per essermi sempre stato vicino, Sirius. Grazie davvero di cuore. Saluta tutti e chiedi di non rintracciarmi. Sarò io a farmi vivo quando avrò il tempo per farlo.

Con affetto,

Remus”



A Sirius prese un colpo.

Rilesse almeno 10 volte la breve lettera come se sperasse che le parole e la calligrafia (inconfondibilmente di Remus) cambiassero, ma questo non avvenne.

Perché doveva succedere tutto questo??

Povero Remus e povera Signora Lupin…

Sirius sentì di odiare i vecchi vicini della famiglia Lupin per averli minacciati di andarsene al più presto.

Tutte le sfortune alla famiglia Lupin! Prima la scomparsa prematura del padre per cercare di difendere Remus dal lupo mannaro e poi la maledizione che colse Remus e il continuo cambiare casa e lavoro per la Signora Lupin.

Ma stavolta non sarebbe stato a guardare. Era stufo della sua impotenza.

“ANDREA!! Vieni qui immediatamente!” urlò con tutto il fiato che aveva in gola.

“Ordini, signorino” disse l’uomo entrando e inginocchiandosi subito con la testa china.

Indossava una divisa nera e i capelli neri erano tenuti fermi da un laccio mentre il viso era coperto da una maschera nera.

“Ho un lavoro per te, Andrea” disse Sirius.

Edited by Tezuji - 10/9/2006, 23:56
 
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Tezuji
view post Posted on 6/7/2006, 11:40




Capitolo 2°



Lo Strano Comportamento della Famiglia Black





“Che tipo di lavoro, Signorino?” chiese l’uomo inchinandosi davanti al ragazzo.

“O, avanti, Andrea. Alzati, sai che odio questo genere di cose!” disse Sirius sbuffando tirando per un braccio l’uomo costringendolo ad alzarsi.

“Chiedo scusa, Signorino” disse Andrea.

“Lascia perdere le scuse” disse Sirius facendo un gesto di diniego con la mano “Comunque torniamo all’argomento principale” disse guardando negli occhi il suo interlocutore. Si sentiva sicuro dei suoi propositi e voleva a tutti i costi rivedere Remus il giorno dopo. Aveva ancora una cosa da dirgli… “Mi è appena giunta una lettera da un mio amico. E’ stato sfrattato dalla sua casa e ne deve trovare un’altra. Trovagliela e trova anche un lavoro per la madre. Tutto entro domani mattina. Loro sono i Lupin. Fa tutto il possibile”

“Dove posso trovarli?” chiese Andrea.

“Per ora dovrebbero essere a Londra, a Wellington Road, numero 7. Vai lì e se non li trovi chiedi ai vicini” disse Sirius con un grugnito pensando alle persone che avevano sfrattato Remus e sua madre.

“Sarà fatto, Signorino” rispose l’uomo.

“Bene, appena li hai trovati portali al Binario 9 ¾, entro domani, non più tardi delle 11. Per allora devi avergli già trovato una casa e un lavoro” disse Sirius.

“Come desidera, Signorino” disse l’uomo inchinandosi.

“Bene, adesso vai” disse Sirius voltandosi verso la scrivania, dove era posta la lettera di Remus.

L’uomo, dopo un inchino, si Smaterializzò.

Ho fatto bene, si disse, posso fidarmi di Andrea.

Andrea era la sua guardia del corpo. O meglio, era la guardia del corpo della famiglia Black. Aveva sempre eseguito i lavori alla lettera e non aveva mai fallito.

E non avrebbe fallito neanche stavolta, poco ma sicuro.

E se avesse fallito sarebbe stato licenziato su due piedi.

Sirius sapeva di non essere corretto con questo pensiero, però per lui era fondamentale avere Remus a Scuola. Doveva ancora confessargli quello che provava. Non lo aveva mai fatto e, nonostante Remus gli piacesse da quando lo aveva visto la prima volta, al Binario 9 ¾, e se ne era accorto solo molto più tardi, non aveva mai avuto il coraggio di confessargli niente.

Ma quest’anno avrebbe trovato il coraggio e glielo avrebbe detto.

A tutti i costi.

Anche a costo di prenderci un grosso palo in faccia.

Cosa che credeva assai possibile…

Certo, Remus non si era mai fidanzato con nessuno o nessuna, ma non aveva neanche mai mostrato un interesse particolare per qualcuno.

A volte Sirius credeva che quel ragazzo fosse un po’ algido nei sentimenti amorosi; ma poi gli venivano in mente quegli occhi pieni di dolcezza e si pentiva subito di quello che aveva pensato.

C’era anche da dire che lui, Sirius, era stato con tutto il genere femminile di Hogwarts. Non per amore o per interesse.

Ci era stato per dimenticare Remus.

Cosa che, tra parentesi, non gli era affatto riuscita bene.

Anzi, era stato un fiasco totale.

E se poi non lo avesse rivisto, quell’anno??

Scosse la testa.

Lo avrebbe rivisto. Andrea era bravo nel suo lavoro e se Sirius gli aveva ordinato di fargli trovare Remus e la Signora Lupin al Binario l’indomani mattina alle 11, era più che certo che li avrebbe trovati lì.

Con questo proposito chiuse gli occhi e si rilassò.

In breve tempo si addormentò.

La mattina dopo, quando si svegliò, era più stanco della sera prima.

Aveva sognato tutta la notte senza mai riuscire a dormire tranquillamente. Aveva sognato di non trovare Remus, il giorno dopo; e poi aveva sognato di aver confessato a Remus i suoi sentimenti e Remus, in tutta risposta, gli aveva scagliato contro una Avada Kedavra.

Ripensando a quel sogno non si sentì più tanto sicuro come la sera prima di confessare i suoi sentimenti…

“Sirius, sei sveglio? E’ ora di andare” disse Regulus da fuori la porta.

“Sì, arrivo” disse Sirius infilandosi il mantello.

Era vestito esattamente come la sera prima e non aveva affatto voglia di cambiarsi. Si sistemò il mantello e uscì dalla stanza trovandosi faccia a faccia con suo fratello fasciato da un sobrio mantello marrone e da un vestito…

Ho visto male!!, pensò Sirius sbalordito.

Si stropicciò gli occhi e guardò ancora una volta.

No, non si era sbagliato.

Il vestito indossato dal fratello era proprio giallo canarino.

“Ehm…” disse Sirius sconcertato con un sorriso tirato dipinto sul volto “Bel vestito…”.

“Bello, vero??” disse il fratello pieno d’orgoglio mettendosi le mani sul petto per lisciare il vestito mentre lo fissava con sguardo sognante.

“Un amore…” mentì Sirius prima di incamminarsi e quando si accorse di non essere più a portata di tiro del fratello fece finta di vomitare.

Quando giunse nel salone di ingresso vide suo padre e sua madre aspettarli all’ingresso con i loro bauli già caricati sulla macchina.

Vide la madre con il suo vestito preferito, quello rosso, pieno di ogni genere e forma e colore di perlina; e suo padre vestito con il suo completo più elegante, neanche dovessero andare ad una sfilata di moda!

“Regulus! Che bel completo!” cinguettò la madre andando ad abbracciare il figlio.

“Davvero ti piace, mamma?? Sai, anche Sirius mi ha detto che gli piace!” disse Regulus felice.

“Davvero, Sirius? Allora è il caso di comprarne uno anche a te!” disse la madre battendo le mani contenta.

Sirius si spaventò.

Quella proposta dalla madre era una idea terrificante; e poi perché non era arrabbiata?? Si sarebbe aspettato una scenata e i musi lunghi anche stamattina.

“Ehm, grazie mamma, ma ho già tanti vestiti… Non me ne occorre un altro!” cercò di svincolare Sirius.

“O, ma tesoro, noi saremmo felicissimi di comprarti qualcosa che ti piace!” disse la donna.

“Grazie, mamma, ma non lo voglio, davvero!” disse e la donna, anche se un po’ dispiaciuta, annuì.

La preferivo arrabbiata, pensò Sirius.

“Bene, è ora di avviarci” disse il padre.

“Certamente…” rispose la Signora Black.

In breve tempo erano già seduti tutti in macchina e mentre il Signor Black dava direttive all’autista, Sirius pensò alla missione affidata ad Andrea.

Speriamo che ce la faccia, pensò sospirando.

“Qualcosa non va, fratellone?” chiese Regulus con un sorriso.

“Ehm, no. Tutto bene” disse.

Che diavolo avevano i suoi famigliari stamattina?? Prima la madre ed ora il fratello! Ci mancava solo che impazzisse il padre!!

“Sirius, tornerai per le vacanza Natalizie?” chiese il padre.

“Ehm, no. Sono sempre rimasto ad Hogwarts e ci rimarrò anche quest’anno” rispose dopo essersi ripreso dallo shock.

Anche il padre era partito.

Ma che diavolo avevano tutti quanti?? Perché erano così gentili?? Perché la madre non teneva il muso per la litigata della sera prima e perché il fratello non faceva qualcosa per metterlo in cattiva luce agli occhi dei genitori e perché il padre non rimbrottava sul suo abbigliamento??

CHE DIAVOLO STAVA SUCCECENDO??????

Gli era sfuggito qualcosa??

“Ehm, ehm” disse, schiarendosi la voce “Ma che vi siete fumati?” chiese.

Vide la madre diventare ancora più pallida e il padre trasalire. Regulus quasi cadde dal sedile dalla sorpresa.

“Come, scusa?” chiese il Signor Black.

“Ho detto ‘che vi siete fumati?’! Che cos’è tutta questa gentilezza??” chiese sospettoso.

“Per prima cosa, Sirius, non devi usare termini di quel genere!!” disse la madre, stizzita “Secondo, che cosa vuoi che ci sia preso? Siamo gli stessi di sempre!”

“O, sì, gli stessi. Di aspetto, però. Non siete mai stati gentili con me. Che diavolo vi prende?” chiese ancora sbuffando spazientito.

Era stufo di quella farsa.

“Che c’è? Non possiamo essere gentili?” chiese Regulus.

“Sì, certo, ma non con me. A me sono sempre stati rivolti dei rimbrotti a non finire, non delle smielate. Quelle sono proprietà privata, per fortuna, di Regulus!” rispose il più grande dei due figli.

“La tua maleducazione ha raggiunto ogni limite, Sirius!! E mi sento una stupida perché io, tuo padre e tuo fratello, avevamo deciso di darti una possibilità!” urlò la Signora Balck infervorandosi.

“Per fare cosa? Per diventare Death Eaters e seguace di Voldemort!? No, grazie!” rispose Sirius con tono sprezzante.

“Non ti permettere!” disse il padre.

“Non voglio più sentire una parola da te!!” urlò la madre a dare supporto al Signor Black.

“Tranquilla, non la sentirai!” sbottò il ragazzo voltando il viso verso il finestrino e osservando il paesaggio.

L’incubo stava per finire.

Ma questo di certo non lo rallegrava.

Certo, tra un po’ avrebbe lasciato i suoi fastidiosi genitori e se ne sarebbe stato tranquillo ad Hogwarts, ma odiava l’atteggiamento che avevano avuto i suoi genitori e sapeva che ci si sarebbe fatto il fegato cattivo per parecchio tempo. Perché volevano che fosse un seguace di Voldemort?

Lui ODIAVA Voldemort!

Quegli stupidi dei suoi famigliari ci avevano provato in tutti i modi: prima con le cattive e poi con le buone, cercando di arruffianarselo.

Ebbe l’istinto di tirare i capelli alla madre, di ficcare le dita negli occhi del padre e di scaraventare fuori dal finestrino quel deficiente del fratello; ma non lo fece.

Non aveva voglia di finire ad Azkaban.

Dieci minuti dopo la famiglia Black era già al Binario 9 ¾ ad aspettare la partenza del treno.

I Signori Black se ne erano andati subito dopo aver salutato Regulus ignorato Sirius e il secondogenito della Famiglia Black si era unito a dei suoi amici lasciando solo Sirius.

Meglio, sbuffò il ragazzo, almeno non lo avrò tra i piedi!

Ma non rimase solo a lungo perché ad un tratto si udì una voce maschile forte e chiara urlare: “Sirius!!!!!”

Sirius si voltò e vide arrivare di corsa il suo migliore amico: “James!!”
 
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*Andromeda Black*
view post Posted on 10/7/2006, 15:46




Bellabellabellabella!!!!! Ti prego, continua!!!! Scrivi benissimo, davvero!!!!! Continua!!!!
 
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Tezuji
view post Posted on 10/7/2006, 15:48




Appena posso metto un'altro capitolo, promesso^^ Tanto sono 64... hai tempo!!! xDDD!!!
 
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__Na†•.¸«
view post Posted on 9/9/2006, 19:50




beh? °.°;
 
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Tezuji
icon12  view post Posted on 10/9/2006, 18:14




Ecco il Nuovo Capitolo!!! Scusate l'attesa, ma ho davvero poco tempo per Aggiornare...

Capitolo 3°

La Compagnia dei Quattro Maradeus


Sirius si sentì felicissimo. Poter rivedere il suo amico James era una gioia incredibile per lui. In questi due mesi di vacanze gli era mancato incredibilmente.
“James! Come sono felice di rivederti!” disse Sirius dando una pacca amichevole sulla spalla del suo migliore amico.
Toccando le spalle dell’amico sentì chiaramente le ossa sotto le dita. James era sempre stato molto magro. Nonostante questo era alto (non come Sirius perché il ragazzo moro era il più alto tra i suoi amici) e dinoccolato. Aveva grandi occhi azzurri fasciati da occhiali rotondi senza montatura. I capelli castani, perennemente spettinati, erano corti e, appunto, disordinati. Il sorriso era vitale e pieno di voglia di vivere e la faccia da schiaffi era sempre atteggiata con un ghigno divertito.
“Non dirlo a me!!” rispose James rispondendo alla pacca con la stessa energia.
“Hai visto nessuno?” chiese Sirius.
“La bella Lily… ah, se vedessi come è bella… ancora più bella! Due mesi di vacanza l’hanno resa ancora più incredibile. I capelli rossi risplendevano sotto i raggi del sole e gli occhi smeraldo brillavano…” ma Sirius interruppe i discorsi sognanti del suo amico dicendo: “Sì, sì! La conosco la tua solfa. E poi chi altro?”.
“Ehm… alcuni Gryffindor del nostro anno, Malfoy, Snape & Company e poi mi sembrava di aver visto Peter ma non ne sono sicuro…” disse James con il volto corrucciato.
Sirius stava per chiedere a James di Remus quando venne interrotto dalla voce un po’ gracchiante di Peter.
“Ragazzi!” disse il piccolo ragazzo correndo goffamente verso di loro.
“Ciao, Peter!” dissero i due.
Sirius, però, non lo disse con entusiasmo.
Il piccolo Peter era rimasto uguale all’anno prima. Piccolo e tarchiato, con quell’orrendo baschetto color topo a coprirgli la testa e gli occhi marroni erano grandi e acquosi come al solito.
“Avete visto Remus?” chiese subito Peter con uno squittio.
“No” rispose Sirius brusco.
Detestava quell’attaccamento di Peter nei confronti di Remus. Peter aveva un adorazione particolare nei confronti del loro amico e questo era una cosa che Sirius non aveva mia potuto sopportare. Soprattutto quando si ubriacavano con la Butterbeer e Peter, ubriaco fradicio, cercava sempre e ripetutamente di baciare Remus sulla bocca.
Sirius in quei momenti diventava furioso.
Ancora non si spiegava come fosse riuscito a trattenersi dallo strozzarlo.
Forse ci riusciva perché James lo tratteneva con tutte le sue forze, impedendogli di compiere un massacro…
Infondo, James sapeva che lui era stracotto di Remus.
“Nessuno sa che fine ha fatto?” chiese James.
“No” rispose Peter.
“Sì” rispose Sirius.
“E dov’è?” chiese Peter.
Sirius provò un gusto sadico a vedere l’ansia negli occhi dell’amico.
Era felice che per una volta era lui quello che sapeva le cose!
Sirius alzò gli occhi al cielo, fingendo una frustrazione che non c’era, per poi rispondere sbuffando: “E’ stato sfrattato da casa sua perché i vicini hanno scoperto che è un lupo mannaro e quindi…” e cominciò a raccontare quello che era successo, della lettera e del suo piano.
“Idea eccellente, Sirius!” disse James con un sorriso, alla fine del racconto del suo amico “Speriamo che Andrea ce la faccia”.
“Ce la farà” disse Sirius annuendo col capo “Altrimenti…”.
“Ce l’ha fatta, puoi starne certo, Sirius Black” disse una voce dietro di loro, interrompendo il discorso di Sirius.
I tre amici si voltarono di scatto riconoscendo la voce dolce e pacata di Remus Lupin.
Lo videro, in piedi dietro di loro, con le braccia conserte dietro la schiena, con indosso un vestito marrone con un mantello nero e il volto atteggiato in un sorriso dolcemente ironico. I capelli castani quasi biondi venivano spettinati dal vento in quel modo che Sirius amava tanto e gli occhi color ambra sorridevano felici.
“REMUS!” urlarono i tre ragazzi correndo verso il loro amico.
Peter e James abbracciarono contemporaneamente Remus mentre Sirius se ne rimaneva in disparte aspettando il suo turno.
Quando Peter e James si allontanarono la voce di Remus si levò ancora: “Non vieni a salutarmi, Paddy?” chiese.
“Ma certo” sussurrò Sirius con un sorriso avvicinandosi all’amico e abbracciandolo forte.
Subito Remus rispose all’abbraccio e gli sussurrò all’orecchio, in modo che solo lui potesse sentire: “Ti devo dire una cosa, non scappare”.
Sirius si limitò ad annuire mentre il suo stomaco faceva le capriole dalla felicità e il suo fegato si rodeva per la curiosità.
Poco dopo giunsero anche Andrea e la madre di Remus che venne a ringraziare Sirius della gentilezza.
“Ma si figuri. L’ho fatto con piacere. E anche un po’ per egoismo” ammise il ragazzo “Volevo a tutti i costi rivedere Remus” ammise arrossendo mentre il suo sguardo pieno di dolcezza era rivolto verso Remus.
La signora Lupin sorrise mentre Remus diventava più rosso dei capelli dei Weasley.
James scoppiò a ridere, dando una gomitata ammiccante all’amico, e subito lo imitarono Sirius e Peter per poi unirsi anche Remus.
Sirius sapeva, e lo sapeva anche Remus, che quello era l’unico modo per allentare l’imbarazzo.
Un’ora dopo i quattro ragazzi erano tutti sul treno che li avrebbe portati ad Hogwarts e scherzavano e ridevano felici di essere ancora insieme.
Risero e parlarono per tutto il viaggio. Comprarono ogni genere di dolciume dalla hostess del treno che, come aveva fatto notare James, sarebbe stato meglio se fosse stata una biondona tutte curve e non una vecchia rinsecchita.
 
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Tezuji
icon12  view post Posted on 10/9/2006, 22:50




Capitolo 4°



L’Arrivo ad Hogwarts





La sera arrivarono.

Il cielo era luminoso e pieno di stelle. La luna in un piccolo frammento si stagliava alta nel cielo. Quell’atmosfera così intima rese felice Sirius che sorrise aiutando Remus a tirare giù il suo bagaglio.

“Grazie, Paddy” disse Remus con un sorriso.

“Figurati” disse Sirius ricambiando il sorriso.

Quando ebbero tirato giù tutti i loro bagagli li ammucchiarono insieme agli atri e si diressero alle carrozze.

Ne occuparono una e poi salì anche Lily.

Subito James cominciò a fare lo stupido e Sirius dovette dargli un calcio in uno stinco per farlo rinsavire.

“Non fare il deficiente” gli sibilò Sirius.

“Okay” disse James “Hai ragione…” ammise “Ma è così dannatamente attraente..” sospirò, con aria sognante.

“Attenta che la bambolina attraente non ti rifili un calcio più forte del mio… già vedo l’andazzo… guarda che faccia incavolata che ha! Secondo me ti conviene smetterla di fare il galletto in calore e di darti una regolata…!” gli suggerì Sirius, fissando l’espressione furente della bella rossa alla quale prudevano pericolosamente le mani!

In breve tempo si trovarono davanti all’enorme castello e scesero dalle carrozze.

Sirius si fermò ad osservare la sua casa dei prossimi nove mesi.

Ne era incantato.

Nonostante fossero passati tanti anni, ogni volta che osservava il castello di Hogwarts per lui era uno spettacolo magnifico. Tutte quelle luci che contrastavano con il colore scuro del castello durante la notte rendevano Hogwarts ancora più magica. Si creava un’alchimia di colori e forme che incantavano Sirius e che risplendevano negli occhi di Remus rendendo, per Sirius, il paesaggio ancora più bello.

“Sirius, invece di fantasticare, muoviti!! Dobbiamo andare nella Sala Grande!!” urlò James al suo migliore amico vedendolo incantato a guardare Hogwarts e contemporaneamente buttando un occhio su Remus.

“Sì, arrivo!” rispose il ragazzo dopo un attimo di smarrimento.

Era talmente preso dalla visione paradisiaca del suo Remus che non si era accorto di essere rimasto indietro.

Quindi Sirius corse dai suoi amici e insieme si diressero alla Sala Grande.

Quando vi arrivarono la trovarono già tutta piena e anche i Professori sedevano tutti ai loro posti.

Tutti ad eccezione della McGonagall che doveva accompagnare i bambini del primo anno a fare lo Sorting Ceremony.

Quindi i ragazzi si misero al loro tavolo e cominciarono a salutare i loro compagni.

“Silenzio, prego!” disse il Professor Silente dal suo posto, poco dopo, battendo le mani.

E proprio in quel momento la porta della Sala Grande si aprì mostrando la Professoressa McGonagall che entrava a passo spedito con una pergamena in mano mentre dietro di lei trotterellavano i bambini che dovevano effettuare lo Sorting Ceremony.

Tutta la Sala Grande cadde in silenzio mentre i ragazzi si facevano strada verso il Sorting Hat che li attendeva per Smistarli nella Casa appropriata.

Quando tutti i bambini furono posizionati davanti al tavolo Professori, il Sortine Hat cominciò a rianimarsi cantando la sua filastrocca:



Forse pensate che non son bello,

ma non giudicate da quel che vedete

io ve lo giuro che mi scappello

se uno più bello ne troverete.

Potete tenervi le vostre bombette

i vostri cilindri lucidi e alteri,

son io quello che al posto vi mette

e al mio confronto gli altri son zeri.

Non c’è pensiero che nascondiate

che il mio potere non sappia vedere,

quindi indossatemi ed ascoltate

qual è la Casa in cui rimanere.

E’ forse Gryffindor la vostra via,

culla dei coraggiosi di cuore:

audacia, fegato, cavalleria

fan di quel luogo uno splendore.

O forse è a Hufflepuff la vostra via,

dove chi alberga è giusto e leale:

qui la pazienza regna infinita

e il duro lavoro non è innaturale.

Oppure Ravenclaw, il vecchio e il saggio,

se siete svegli e pronti di mente,

ragione e sapienza qui trovan linguaggio

che si confà a simile gente.

O forse Slytherin, ragazzi miei,

voi troverete gli amici migliori

quei tipi astuti e affatto babbei

che qui raggiungono fini ed onori!

Venite dunque senza paure

E mettetemi in capo all’istante

Con me sarete in mani sicure

Perché io sono un Sorting Hat!



Uno scroscio di applausi seguì la fine della filastrocca del Sorting Hat ma con un di tosse della Professoressa McGonagall tutta la Sala smise di applaudire e la Professoressa cominciò ad effettuare lo Sorting Ceremony.

“McMillan, Luise” disse con voce severa e forte.

“RAVENCLAW!!” urlò il Sorting Hat dopo un minuto.

“Slentuy, Richard” disse ancora la Professoressa McGonagall.

“HUFFLEPUFF!!” urlò subito il Sorting Hat.

E così continuò per almeno altri trenta ragazzini distribuendoli nella Casa destinata.

Quando lo Sorting Hat finì il Professor Dumbledore si alzò per il suo discorso annuale: “Buona sera, ragazzi!” scandì con voce chiara e sicura “Prometto che vi intratterrò solo pochi minuti in modo tale che voi possiate subito gustare il delizioso banchetto preparato appositamente per voi. Ora, oltre che augurarvi buon anno e ben arrivati e ben tornati, volevo farvi delle comunicazioni. Come sempre, il Signor Finch, il nostro Custode, vi avverte che ogni tipo di malefatta sarà punita e ogni oggetto che non rientra nel regolamento scolastico verrà confiscato. Inoltre, per tutti gli studenti, è severamente vietato entrare nella Forbidden Forest a meno che non vogliate più rivedere la luce del sole” e dicendo questo sorrise tranquillo osservando tutti i suoi studenti da dietro gli occhiali a mezzaluna “In più, miei cari, come avrete certamente notato, ci sono delle novità al tavolo Insegnanti. Sono lieto di informarvi che avrete un nuovo insegnante di Cura delle Creature Magiche, il Professor Victribul, che sostituirà il vostro vecchio Insegnante; in più avrete la Professoressa Trelawney come insegnate di Divinazione e per il resto i Professori rimarranno gli stessi di sempre. Vorrei inoltre affidare ai Prefetti il compito di accompagnare gli studenti del Primo Anno nelle rispettive Case, quindi, Signori Lupin e Grate di Gryffindor; Signorine Fastwer e McMarry per Ravenclaw; Signor Grant e Signorina Stoddart per Hufflepuff e Signorina Mastren e Signorino Corner per Slytherin vi prego di essere efficienti e disponibili. Grazie a tutti e buon pasto!” disse il Professor Dumbledore sorridendo.

Quando il Professor Dumbledore disse queste parole ogni ben di Dio si riversò per Magia su ogni tavolo.

“Quanto mi piacciono i banchetti ad Hogwarts!!” disse James con aria affamate mentre si leccava le labbra pronto alla mangiata.

Tutti risero vedendo la faccia assurda che fece James e così, rallegrati ancora di più, cominciarono mangiare.

Alla fine della cena tutti si diressero ai propri dormitori.

James, Peter e Sirius lo fecero insieme ma senza Remus che dovette occuparsi dei Primini.

Arrivati nella loro stanza poco dopo li raggiunse anche Remus e, dopo essersi vestiti e cambiati, si misero a letto.

Erano stanchissimi e ci sarebbe stato tempo per fare ogni scherzo e chiacchierata.

E nella stanchezza Sirius si dimenticò della frase di Remus…
 
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__Na†•.¸«
view post Posted on 12/9/2006, 13:37




*__* bello dai, avanti >O<
 
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Tezuji
view post Posted on 12/9/2006, 14:35




Grazie!!! Ecco il Nuovo Cap!!!

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Capitolo 5°

Sussurri nel Buio


Quando Sirius si svegliò, la mattina seguente, trovò il sole già alto nel cielo e quest’ultimo, limpido e sereno, era privo di nuvole.
Una bellissima giornata, insomma.
Poteva vederlo anche dal piccolo spazio lasciato scoperto dalle tende socchiuse.
In più anche l’umore di Sirius era alle stelle. Si sentiva riposato e contento. Certo, l’idea di cominciare le lezioni non lo attirava affatto, ma oggi, con il suo amico James, avrebbe cominciato la raffica di scherzi contro gli Slytherin e si sarebbe concentrato nel trovare il coraggio di dire tutto a Remus.
A proposito di Remus…, pensò mentre si rigirava tra le coperte sbadigliando sonoramente, ieri al Binario mi ha detto che doveva dirmi qualcosa. Va beh, me lo farò dire dopo!
“Sirius, sei sveglio?” sentì la voce di Remus bisbigliare nella penombra delle tende rosse del letto a baldacchino che il giovane teneva chiuse, al contrario dell’amico.
“Sì, ti ho svegliato?” chiese Sirius aprendo del tutto le tende.
“No, sono sveglio già da un po’…” sussurrò il ragazzo dagli occhi d’ambra mentre anche lui toglieva le tende dal suo campo visivo.
“GRUNT!”.
I due sobbalzarono.
Che diavolo era stato??
Ma poi si voltarono e videro James con la fronte aggrottata mentre si rigirava nel letto come se avesse delle piovre sotto il sedere.
Il grugnito di James faceva chiaramente intendere che il suo sonno stava ricevendo dei disturbi esterni e che quindi Sirius e Remus dovevano fare piano.
Remus e Sirius ridacchiarono poi, dopo pochi attimi, Sirius si riprese e disse: “Ti conviene venire qui…”.
“Sì, lo credo anche io” disse Remus uscendo dal groviglio delle coperte e successivamente alzandosi per poi dirigersi silenziosamente, in punta di piedi, al letto di Sirius che gli fece spazio scostando a sua volta le coperte e dando la possibilità a Remus di mettersi al caldo sotto le coperte spesse.
“Si sta meglio qui sotto…” sussurrò Remus con un sorriso dopo essersi completamente disteso al fianco di Sirius.
Sirius rispose al sorriso per poi dire: “Moony, ieri, al Binario, mi hai detto che dovevi dirmi qualcosa. Di che si tratta?”.
Il ragazzo moro vide Remus sgranare gli occhi, poi sbiancare, diventare successivamente rosso, poi bordeaux e dopo assumere una sfumatura scarlatta tendente molto al viola.
“Remus, tutto bene?” chiese Sirius dopo la sorpresa.
“Ehm, sì, credo. Credo di sì. Solo… Ecco… Io… Volevo dirti una cosa che mi preme da un po’… Un po’ parecchio, insomma e…” ma non finì mai la frase perché James urlò: “INSOMMA!! Qui c’è gente che vuole dormire!! State zitti e fate piano!!”
Videro il piccolo Peter Pettigrew sobbalzare nel suo letto sgranando gli occhi e guardandosi intorno furiosamente, come se temesse un attacco da parte di chissà quale diabolica creatura.
“Scusa, James…” disse Remus.
“Me lo dici dopo, okay?” sussurrò Sirius rivolto verso Remus “E poi anche io ho una cosa da dirti…”.
Ce l’aveva fatta. Adesso non poteva più rimangiarsi la parola!
“Uff!! Continuate!” sbuffò James per poi dire con tono infervorato: “Scocciatori!” poi, sentendo le risate sommesse dei suoi due compagni di stanza farsi un po’ più forti e meno controllabili, sbuffò e disse: “Okay, tanto vale alzarci! Su, fuori dal letto, Sirius!” continuò James alzandosi e spalancando il resto delle tende rimaste chiuse di Sirius e quando vide i suoi due amici nello stesso letto assunse tutti i colori che precedentemente avevano colorato il viso di Remus.
“Ehmmmmmm….. Scusate! Non volevo disturbarvi!” disse chiudendo di tutta fretta la tenda e facendo alzare ancor più velocemente Peter dal letto trascinandolo fuori dalla stanza dopo aver recuperato tutti gli indumenti necessari.
I due ragazzi rimasti in stanza si guardarono un po’ sconcertati.
Sirius aveva capito perfettamente cosa intendeva dire James ma fece finta di niente.
“Che credeva, quel matto di Prongie?” chiese Remus.
“Beh, che noi due stessimo facendo, ehm… Hai capito, no?” disse Sirius diventando rosso mentre, gesticolando, cercava di spiegare il concetto a Remus e contemporaneamente dentro di se pensava che gli sarebbe davvero piaciuto fare con Remus quello che aveva supposto James.
Ma Remus scoppiò a ridere e disse: “Che matto! Che va a pensare!”.
Ma Sirius non rise.
Anzi, rimase profondamente dispiaciuto della frase dell’amico e rinunciò a tutti i suoi propositi.
“Sì, proprio una cazzata…” e dopo aver detto questo Sirius uscì dal letto e, afferrando tutte le sue cose, uscì di gran fretta.
Prima di uscire si accorse che Remus aveva smesso di ridere.
 
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__Na†•.¸«
view post Posted on 12/9/2006, 15:00




*___* nuovo chaaaaap >O<
 
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Tezuji
view post Posted on 12/9/2006, 15:03




Ancora??? xDDD!!! Non ne hai mai abbastanza!!! xDDD!!! Se ci riesco, lo metto su stasera!!!
 
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__Na†•.¸«
view post Posted on 12/9/2006, 15:06




mauaha grazie mille X3

Noo se una fic mi piace voglio leggerne subitissimo il continuo ù.ù
 
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Tezuji
view post Posted on 12/9/2006, 15:21




Eccoti accontentata!!! xDDD!!!

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Capitolo 6°

Il Primo Giorno di Lezioni


Sirius uscì dal dormitorio maschile con l’umore sotto le scarpe.
Non si era mai sentito tanto afflitto in vita sua.
Con quelle parole Remus aveva fatto chiaramente intendere che tra di loro non poteva mai esserci niente perché non era gay.
Ma neanche Sirius lo era.
Certo, gli piaceva Remus, che era indubbiamente un ragazzo, ma gli era piaciuto SOLO Remus. Non gli era mai piaciuto nessun altro. E questo lo faceva incavolare a dismisura perché dopo aver passato ore intere a rimuginare sui suoi sentimenti per il compagno e quando, alla fine, aveva deciso di confessare a Remus quello che provava, il ragazzo dagli occhi ambrati gli tirava fuori la storia che tra di loro non poteva esserci niente perché Remus, sì, gli voleva bene, ma non come se ne vuole al proprio innamorato.
E questo lo faceva avvilire.
Ovviamente, tutta quella cosa che gli aveva detto Remus, era sua pura invenzione, ma era talmente tanto infervorato e afflitto e dispiaciuto, che la sua mente aveva preso a funzionare da sola, senza freni, fino a portarlo a convinzioni che non esistevano.
Certo, Remus con quella frase e con quella risata divertita aveva fatto capire che non era gay, ma tutto il resto era stata una versione propria, nonché catastrofica, del tutto.
“Uffa….” sbuffò mentre arrivava nella Sala Grande per la colazione.
“Allora, amico, come è andata?”.
Sirius si ritrovò stretto tra le braccia di James mentre quest’ultimo gli parlava: “Avete rotto le molle del letto?”.
“Ma per piacere!” disse Sirius scrollandoselo di dosso “E poi se tu non fossi arrivato può anche darsi. Sei stata la classica persona sbagliata al momento sbagliato!” ma la frase di Sirius non era affatto scherzosa.
Ci aveva provato a scherzare, per cercare di ridere della situazione, ma non era proprio dell’umore adatto per farlo.
Era incavolato nero con se stesso e con Remus!
“Ehi, amico, sta calmo!” disse James rimanendoci un po’ male per l’atteggiamento dell’amico.
“Senti, James, non è aria, okay? E’ successa una catastrofe!” disse Sirius prendendosi la testa tra le mani mentre abbassava lo sguardo sempre più afflitto.
“Che cavolo è successo?” chiese James bisbigliando sull’orecchio dell’amico capendo che c’era qualcosa di molto grave che non andava.
“Dopo che hai detto quella cosa, in camera… Remus si è messo a ridere e ha detto che non era possibile che noi due stessimo insieme… Mi sono sentito distrutto…” spiegò Sirius.
“Accidenti…” disse James che finalmente aveva compreso il disastro che aveva combinato e i sentimenti del suo migliore amico.
“Che devo fare?” chiese Sirius alzando lo sguardo triste sull’amico.
“Non lo so, amico… Credo che devi fare quello che ti senti di fare… Io ti suggerirei di andare da lui e dirgli tutto per toglierti almeno questo peso dalla coscienza, ma…” disse James e buttò lo sguardo oltre la testa dell’amico e disse “La scelta spetta a te… e vedi di scegliere in fretta perché il tuo angelo sta arrivando…”.
Allora Sirius si voltò e vide Remus.
Era trasandato come al solito ma il viso non era dolce come era solito essere, ma bensì aveva lo sguardo triste e gli occhi bassi.
Per quanto fosse arrabbiato con lui, a Sirius si strinse il cuore a vederlo così.
Certo, era offeso per quello che Remus aveva detto ma era pur sempre innamorato di lui e vederlo così triste gli faceva male.
Voleva per Remus solo il meglio perché era la persona migliore che conoscesse.
Quando Remus arrivò al loro tavolo si sedette vicino a Sirius ma non lo degnò di uno sguardo perché tenne sempre lo sguardo basso.
Sirius ci rimase ancora più male.
“Allora, Remus… come…” ma il tentativo di conversazione di James fu interrotto dalla Professoressa Minerva McGonagall che gli sbatté davanti alla faccia l’orario delle lezioni.
Subito i ragazzi ci schiaffarono la testa dietro, come riparo, ed evitarono il più possibile di guardarsi lasciando solo qualche commento di tanto in tanto.
Comunque, l’orario delle lezioni dei ragazzi stizzì ancora di più i loro già pessimi umori.
Si ritrovarono due ore di Trasfigurazione con la Professoressa McGonagall poi avevano un’ora di Divinazione con la Professoressa Sibyll Trelawney, poi due ore di Erbologia con la Professoressa Christine Sprout.
Poi i loro orari nel pomeriggio li videro divisi per le prime due ore perché James avrebbe frequentato Babbanologia con la Professoressa Moira McCarlinster e Artimanzia con la Professoressa Elizabeth Sinistra e Sirius Antiche Rune con la Professoressa Andrea Brangis e Astronomia con il Professor Jason Richard Bryant e Remus avrebbe fatto un’ora di Artimanzia con James e una di Astronomia con Sirius, poi si sarebbero ritrovati per un’ora di Incantesimi con il Professor Malkovick Vitious. Il piccolo Peter Pettigrew avrebbe svolto gli stessi corsi di Remus.
“Che pessima giornata…” commentò James preparandosi già a due ore di Trasfigurazione.
“Sì, e domani è anche peggio: nel pomeriggio abbiamo TRE ore di Pozioni con Richard McGabbanh!!” disse Sirius sconvolto.
“COOOOOOOSAAAAAAAAAAAAAA?????????????? NOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!! NON E’ POSSIBILEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!” urlò James disperato.
James e Sirius avevano sempre avuto un odio particolare per Pozioni e soprattutto per il Professore di Pozioni.
Sentimento assai ricambiato.
Odiavano McGabbanh perché favoriva gli Slytherin in un modo assai visibile a tutti e cercava in tutti i modi di metterli in punizione un mese di fila.
Comunque alla fine, tra un rimbrotto e un altro, arrivarono alla Classe di Trasfigurazione.
Stavano per entrare quando Remus bloccò Sirius per un braccio.
“Posso parlarti?” chiese.
“Certo…” rispose Sirius e insieme si diressero in un angolino appartato.
Ci furono dei lunghi momenti di silenzio tra loro fino a quando Remus disse: “Senti, mi dispiace per stamattina… io… mi sono sentito in imbarazzo e ho reagito in quel modo… scusa, davvero… non volevo essere sgarbato… io… ti ho trattato in quel modo dopo tutto quello che hai fatto per me e…” ma Sirius interruppe le parole confuse dell’amico facendogli affondare il viso totalmente rosso nella spalla mentre le mani del ragazzo moro andavano a ricoprire la schiena in un abbraccio possessivo.
Lo abbracciò perché, nonostante tutto, sapeva di non potersela prendere con lui…
“Non fa niente… ho esagerato anche io…” disse Sirius e subito sentì le braccia di Remus avvolgerglisi intorno alla schiena.
Un Remus e un Sirius molto rincuorati si avviarono alla loro prima lezione.
Purtroppo però, non si divertirono affatto a lezione.
La McGonagall sembrava ancora più incattivita e severa del solito (ed è solo il primo giorno, pensò Sirius) e cominciò ad interrogare tutti.
Toccò anche al piccolo Peter che tornò al posto con una bella insufficienza mentre Lily e Remus con una A.
James e Sirius la scamparono.
Tirarono un sospiro di sollievo quando suonò la campanella che decretava la fine della tortura.
L’unica cosa piacevole delle due ore con la McGonagall, pensò Sirius, era stato il trovarsi di posto vicino a Remus.
L’ora di Divinazione, in compenso, passò più velocemente soprattutto per il fatto che Sirius e James non fecero altro che inventarsi idiozie su idiozie.
Le peggio furono, come al solito, quelle rivolte a Severus Snape.
Ad esempio, mescolando le figlie di the di James, Sirius notò che avevano formato una proboscide di elefante e il ragazzo fece notare ai suoi amici che era apparso il naso di Snape in tutta la sua magnificenza.
In più la nuova Professoressa sembrava un lampadario, agghindata com’era.
Aveva un sobrio vestito rosa e sulle spalle aveva una mantella azzurro cielo che si intonava perfettamente all’infinità di gingilli che portava attaccati al collo, ai polsi e alle dita. Per non parlare delle perline sparse per tutto il vestito…
Sirius poteva solo immaginare la faccia della McGonagall quando aveva visto la Trelawney e al quel pensiero scoppiò a ridere.
“Che fai, Paddy? Ridi da solo?” chiese Peter.
“Ehm, no pensavo a una cosa…” gli rispose un po’ scortesemente Sirius.
Era più forte di lui.
Peter non gli era affatto simpatico.
Soprattutto perché era noto a tutti la cotta colossale che il piccolo topo aveva per il bel licantropo.
E a Sirius non andava giù.
Remus era su.
Suo e basta.
Non di un piccolo e viscido nanerottolo stempiato!
Sapeva che era cattivo pensare queste cose di Peter perché era un suo ‘amico’ ma era un qualcosa che non riusciva a controllare.
L’odio che provava nei confronti di Pettigrew cresceva di giorno in giorno e questo lo irritava da morire!
Se da una parte sapeva che provare quel sentimento era scortese per i confronti dell’amico, dall’altra sentiva di non poterne fare a meno.
E sembrava che Remus non si accorgesse di niente.
O se se ne era accorto, era bravissimo a fingere di non sapere…
“Ehi, se continui a rispondergli così male se ne accorgeranno tutti che non ti sta molto simpatico…” gli sussurrò James ad un orecchio facendo in modo che gli altri non sentissero.
“Sì, lo so… Ma non credo che lui se ne accorgerà mai” e dicendo questo diede uno sguardo di sbieco a Peter “Comunque è più forte di me… non riesco a trattenermi! Tutte le volte che apre bocca ho l’istinto di saltargli alla gola!” sospirò Sirius.
“L’ho notato…” sorrise James “Ma ora raccontami: che è successo con Moony? Siete tornati in classe felici e pimpanti!” disse James con aria sorniona.
“Abbiamo fatto pace” rispose Padfoot secco.
“Bene! E come è andata?” chiese James.
“Non hai detto che siamo tornati tutti pimpanti e felici?” chiese Sirius.
“Sì, e allora?” chiese James.
“Non ti sei dato la risposta da solo?” chiese Sirius.
E James scoppiò a ridere: “Hai ragione!”.
Continuarono a chiacchierare e tra una cavolata e l’altra le lezioni del mattino finirono. Per fortuna non avevano dovuto svolgere lezioni con nessuno Slytherin.
Sirius non era certo di riuscire a tenere a freno le mani.
Ma non per cattiveria.
Voleva sfogare tutta la gioia dei momenti vissuti con Remus quel giorno.
Certo, c’era stato il momento burrascoso ma poi tutto si era risolto con un abbraccio, ed era questo che importava, no?
Quindi si diressero tutti insieme nella Sala Grande per il pranzo e appena entrati James si portò vicino a Lily e cominciò ad intrattenerla con uno dei suoi discorsi più assurdi.
Tutto per fare colpo su di lei.
“Mi fa quasi pena…” commentò tra se e se Padrfoot.
“Ma no, che cattivo!” rise Moony di fianco a lui “E’ solo innamorato e l’amore fa fare cose stupide” disse poi e nel dirlo assunse un’espressione così seria che Sirius credette per un attimo che il suo amico stesse parlando per esperienza personale.
Ma no, che vado a pensare…, si disse.
“Andiamo al tavolo?” chiese Sirius cercando di non pensare a quell’espressione.
Sirius non poteva sopportare che il SUO Remus amasse o avesse amato qualcuno!!
Soprattutto perché, dopo la frase di quella mattina, sapeva benissimo non essere lui.
Comunque arrivarono al tavolo e si sedettero.

 
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__Na†•.¸«
view post Posted on 12/9/2006, 15:28




Grazieee *__*

*legge

naaaaaa remuuusss sei un deficente uù non far creder ele cose strane a SIRIUUUS!!


Non ti chiedo altro chap perchè ora devo uscire uù
 
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Tezuji
view post Posted on 12/9/2006, 16:08




Ahahah!!! xDDD!!! Metterò il Prossimio Cap Domani.
Grazie epr i complimenti!!!
 
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255 replies since 1/7/2006, 13:09   3241 views
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